Transnistria: l’ennesimo conflitto europeo?

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La Transnistria è una regione di circa 3.500 kilometri quadrati nell’est della Moldavia dichiaratasi indipendente dallo Stato che attualmente la ingloba il 2 settembre del 1990. La Repubblica Moldava di Pridnestrovie (nome russo della regione) è dunque indipendente de facto ma non de iure e per tanto non ha ricevuto alcun riconoscimento internazionale né da parte di Stati, né da parte di organizzazioni internazionali.

La Transnistria può a buon titolo essere considerata come una polveriera e le motivazioni sono varie: in primis per le rivendicazioni indipendentiste che mirano a fare di Tiraspol la capitale di uno stato indipendente. L’humus alla base di questa richiesta risiede nella tradizione slava della popolazione presente nel territorio, in contrasto con quella moldava, un paese latino: le lingue parlate sono differenti (moldavo e russo) così come gli alfabeti ed i caratteri usati (latino e cirillico). La zona inoltre, essendo etnicamente slava, è sotto tutela russa; la presenza delle truppe inviate da Mosca è stata per altro condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel 2008. Alla luce dei recenti avvenimenti in Ucraina ciò che verosimilmente si teme è una manovra di Mosca tesa ad annettere la regione, come avvenuto in Crimea. In effetti il 18 marzo 2014, qualche giorno dopo la dichiarazione unilaterale crimeota, Tiraspol ha proposto la propria annessione a Mosca, che ha però preferito non dare seguito alla richiesta.

La situazione tuttavia sembra essere qui ancora più complessa che in Ucraina, perché la Moldavia ha firmato accordi di associazione e libero scambio con l’Ue al vertice di novembre 2013 a Vilnius integrando parte dell’aquis comunitario in materia di energia e di commercio; la Transnistria invece, si è dichiarata favorevole all’Unione Doganale Euroasiatica gestita dalla Russia, provocando un’ulteriore spaccatura tra i due territori.

Una proposta per una soluzione pacifica del conflitto era stata formulata nel 2003, quando con “Memorandum Kozak” si era tentata la via della federazione, decisamente respinta da Chisinau.

 

Un ulteriore problema è rappresentato dal mercato del gas: la Moldavia rappresenta un territorio di transito per il gas russo che passa soprattutto attraverso le condutture della Transinistria; data la parziale indipendenza del governo di Tiraspol, la Moldavia non può sfruttare il transito come mezzo contrattuale ai danni della Russia in virtù della relazione privilegiata fra Mosca e la Transinistria. Ciò naturalmente non fa che rendere la regione ancora più appetibile per la politica estera del Cremlino.

 

L’Unione Europea punta alla reintegrazione della Transnistria con la Moldavia, per via degli enormi flussi di traffici illeciti nella regione che la rendono una vera enclave anarchica, e per paura che si trasformi nell’ennesimo conflitto intraeuropeo. A tal fine, l’Ue ha proposto Kiev come intermediaria, affidandole il ruolo di monitoring e tentando un duplice obiettivo: tenere la situazione moldava sotto controllo e testare la democrazia ucraina. Ciò nonostante, l’Unione ha aperto in Moldavia nel 2005 un proprio ufficio per monitorare da vicino al situazione.

Il conflitto rischia di trasformarsi nelle ennesime sabbie mobili all’interno dell’Europa, basti considerare che la richiesta di annessione alla Russia si è allargata anche alla regione della Gaugazia, con capitale Comrat. Inoltre, solidarietà (nonché il riconoscimento giuridico) alla Transnistria è stata espressa da Ossezia del Sud ed Abkhazia.

 

L’ennesimo banco di prova per la diplomazia dell’Unione Europea dunque, nella speranza che riesca a risolvere il conflitto al momento congelato – ma non troppo – prima che si inizi a sparare. O che Chisinau volti definitivamente le spalle a Bruxelles per riagganciarsi all’orbita russa.

 

Ilenia Maria Calafiore

Foto © Eurocomunicazione / European Community, 2014

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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