Ripartire dai cittadini, motore di un’Ue partecipata e vissuta. Il punto di vista di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo
Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea confluiranno sabato 25 marzo a Roma per celebrare nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio il 60° anniversario dei Trattati di Roma. È nella Sala Orazi e Curiazi che il 25 marzo del 1957 furono firmati. Il primo trattato con 240 articoli istituiva i pilastri della Comunità economica europea (Cee), il secondo trattato poneva le basi per una Comunità dell’energia atomica, oggi conosciuta come Euratom, aggregatore di obiettivi sul tema dell’energia nucleare. I sei Paesi che la sottoscrissero, Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, risorgevano da una guerra che, qualche anno prima, aveva fatto milioni d morti con intere città distrutte e devastate.
“Dell’Europa che vogliamo”, se ne è parlato ieri, martedì 21 presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea con Pier Virgilio Dastoli presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo (Cime) e Beatrice Covassi a capo della Rappresentanza Ue in Italia. Nell’occasione Dastoli è stato portavoce di un appello unitario ai leader europei delle Organizzazioni della Società Civile e delle Organizzazioni sindacali, nel quale si invitano i governanti ad orientare l’Europa sulla strada di un futuro sostenibile che renda effettivi i diritti di tutti e tenga in considerazione i limiti del Pianeta.
«Molta strada ha fatto l’Europa dal 1957» – ha dichiarato Dastoli – «quando c’era solo un pugno di nazioni determinate ad emergere dalla Seconda Guerra Mondiale per procedere verso un futuro comune di pace e unità. In questi anni abbiamo visto molti progressi ma la promessa delle origini non è stata ancora pienamente realizzata. La democrazia, la partecipazione, l’eguaglianza, la giustizia sociale, la solidarietà e la sostenibilità, il rispetto delle Stato di diritto e dei diritti umani, si sono indeboliti. I cittadini stanno mettendo in discussione la stessa ragion d’essere dell’Unione europea, la legittimità dei governi e della politica tradizionale. La fiducia nelle istituzioni pubbliche è in declino. È necessario concentrarsi sul benessere economico dei cittadini, occorre offrire servizi di qualità accessibili a tutti, un benessere ambientale capace di tutelare le forme di vita sulla Terra e mantenere l’acqua e l’aria pulite».
«È necessario» – ha proseguito Dastoli – «investire in una economia sociale di mercato con una ridistribuzione della ricchezza abbandonando un modello economico che ha acuito le disuguaglianze. Dobbiamo passare da elevati e inaccettabili livelli di povertà ed esclusione sociale a politiche economiche inclusive che diffondano prosperità senza danneggiare il pianeta. Ci appelliamo perché investiate sull’occupazione, contrastiate il senso di insicurezza, sia assicurato il rispetto dell’eguaglianza di genere dei diritti umani e della libertà di religione. La solidarietà ci ha tenuti insieme e la solidarietà è l’unico modo per andare avanti. Ci aspettiamo» – ha concluso – «dai leader europei che i cittadini siano ascoltati e che il summit di Roma sia l’occasione per un forte impegno comune per un futuro migliore e sostenibile».
Molte le iniziative messe in campo dalla Commissione europea si inizia domani, giovedì 23, con il Digital Day a Palazzo Doria Pamphilj, un seminario sul Futuro d’Europa all’Hotel Quirinale. Venerdì 24 “Dialogo con i cittadini” con Federica Mogherini e il primo ministro maltese Joseph Muscat presso l’Acquario Romano, un Forum e un concerto presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza. Sabato 25 Vertice di Roma in Campidoglio.
L’Europa deve cambiare rotta, sono 510 milioni di cittadine e di cittadini a richiederlo fortemente, questo è il momento di girare il timone.
Giancarlo Cocco