L’Onu convocherà Assad e opposizione per avviare processo politico per nuova governance credibile e non settaria, seguita da neo costituzione ed elezioni
In una sala stracolma di ambasciatori e vertici militari, si è svolto in un albergo di Roma un incontro con l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini e dirigenti dell’Istituto Affari Internazionali (IAI). Nel suo intervento la Mogherini ha parlato «dell’importanza dell’accordo raggiunto questa estate dopo lunghe trattative con Teheran».
«Un successo senza precedenti nella storia delle Nazioni Unite» – ha precisato l’Alto Rappresentante – «è fondamentale che l’Unione europea faccia la propria parte, non per mania di protagonismo ma perché possiamo ottenere risultati positivi solo se tutte le diplomazie dei Ventotto lavorano nella stessa direzione. Dobbiamo avere una sola politica estera europea» ha concluso.
Questo convegno è avvenuto alla vigilia del vertice di Capi di Stato e rappresentanti svoltosi a Vienna il 30 ottobre per discutere sulla situazione siriana, al quale hanno partecipato il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov, il suo omologo iraniano Zarif e quello italiano Gentiloni, la stessa Mogherini per l’Ue, i vertici politici e istituzionali di Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Gran Bretagna, Libano, Giordania, Egitto, Germania, Francia, Oman, Cina e Onu.
Al termine dei lavori le potenze internazionali hanno concordato un passaggio “morbido” di governance nei confronti di Assad, attraverso elezioni in Siria sotto il controllo dell’Onu, «alle quali dovranno prendervi parte tutti i cittadini siriani indipendentemente da dove si trovino inclusi i profughi negli Stati vicini».
Nell’occasione il ministro degli esteri russo ha criticato la decisione di Obama di mandare forze speciali in Siria e aerei.
Al termine della riunione di Vienna l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue Federica Mogherini ha dichiarato: «riconosco la differenza tra le parti, ma c’è sufficiente terreno comune per un accordo sui punti fondamentali per andare avanti», mentre il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni ha sottolineato come: «non si sono superate le differenze ma si è convenuto su di una transizione politica e non militare che porti all’uscita di Assad».
E’ iniziata a Vienna una strategia globale che deve coinvolgere non solo attori istituzionali a Bruxelles ma tutta la comunità politica internazionale nel senso più ampio, perché con le guerre non si va mai da nessuna parte.
Giancarlo Cocco
Foto © European Union e Giancarlo Cocco (apertura)