Venezuela, Tajani: «non è democrazia se opposizione in carcere»

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Ad assemblea Eurolat, i rappresentanti di Caracas lasciano la sala. Ma altri parlamentari presenti, deputati europei e del Sudamerica, si sono alzati in piedi e hanno applaudito

Si è conclusa oggi a Firenze, Palazzo Vecchio – Sala d’Arme, la tre giorni dell’assemblea EuroLat, sessione plenaria che riunisce una volta l’anno deputati europei e parlamentari dei Paesi dell’America latina. L’eurodeputato spagnolo Ramón Jáuregui (Gruppo S&D), presidente della delegazione dei parlamentari europei di EuroLat (il brasiliano Roberto Requião per quella sudamericana) ha dichiarato: «EuroLat lavora per l’unità geopolitica dell’Europa e dell’America Latina. I 150 deputati europei e latinoamericani – 75 per ogni componente – che partecipano a EuroLat chiedono ai rispettivi governi che, nella prossima plenaria dell’assemblea Ue-Celac (Comunità dei Paesi Latinoamericani e dei Caraibi) che si terrà a El Salvador a ottobre, ci sia un impegno per un rafforzamento dei legami commerciali, politici e sociali fra le due sponde dell’Atlantico».

Dopo la sessione inaugurale, aperta dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e dal sindaco di Firenze Dario Nardella, in cui si è discusso di tutti i grandi temi di stretta attualità in Europa e in America Latina (Brexit, attentato di Manchester, situazione in Colombia, Brasile, Cuba e Venezuela), i deputati si sono riuniti in quattro commissioni di lavoro che hanno affrontato i temi più caldi nelle relazioni bilaterali fra Europa e America Latina.

Nella commissione Affari Sociali si è discusso di responsabilità sociale delle imprese, di contrasto al lavoro nero, di lotta alle diseguaglianze attraverso politiche di coesione sociale, di sparizioni forzate di minori e di lotta alla violenza sui minori in America Latina. Nella commissione Affari Politici, invece, si è parlato di ristrutturazione del debito sovrano, di giustizia e lotta all’impunità e alla corruzione, di cooperazione nel campo dell’aviazione e della sicurezza aeronautica e di un impegno per il futuro per regolamentare in maniera migliore le lobby.

Nella commissione per lo Sviluppo Sostenibile, i deputati hanno affrontato i problemi legati all’import da parte dell’Europa di soia transgenica dai Paesi sudamericani. Si sono inoltre occupati di come intensificare gli scambi fra ricercatori e studenti fra le due sponde dell’Atlantico per lavorare, ad esempio, a progetti infrastrutturali come quello di un cavo per la trasmissione dati ad alta velocità da Lisbona a Fortaleza (Brasile) o per migliorare la cooperazione in ambito sanitario in emergenze quali quella del virus Zica. Infine, i parlamentari hanno fatto il punto della situazione sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle politiche di coesione territoriale con i cosiddetti progetti triangolari, che includono cooperazione e scambio di buone pratiche fra un paese europeo e due o più paesi latinoamericani.

Nella commissione Affari Economici e Finanziari, i deputati hanno votato a larga maggioranza un rapporto dell’eurodeputato italiano Nicola Danti (Gruppo S&D) e del deputato del Parlamento andino Luis Fernando Duque che riguarda le ripercussioni dei negoziati sul TTIP e TPP nelle politiche commerciali fra Ue e America Latina, trovando un consenso ampio nonostante i recenti cambiamenti verificatisi con l’elezione del presidente statunitense Donald Trump.

Fra gli altri temi trattati dalla stessa commissione il futuro delle relazioni commerciali multilaterali per giungere a un messaggio comune da presentare alla prossima conferenza ministeriale della Organizzazione mondiale del Commercio a dicembre a Buenos Aires. Infine si è tenuto un dibattito con un esperto della Fao sulla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

In un clima ampiamente low profile hanno suscitato scalpore la presa di posizione del presidente Tajani, che dopo aver ricordato la condivisione di forti vincoli di amicizia, cultura, lingua, religione e valori con l’America Latina ha condannato in maniera netta ciò che sta accadendo in Venezuela. Già il giorno precedente il primo presidente italiano del Parlamento europeo eletto a suffragio universale aveva ribadito come il Pe sia molto preoccupato «dall’involuzione democratica e le ripetute violazione dei diritti umani a cui assistiamo in questo Paese». Oggi lo ha palesato durante l’intervento nell’assemblea Eurolat, provocando la reazione la reazione dei due rappresentanti del parlamento di Caracas che si sono allontanati dal salone dei Cinquecento.

«Un Paese dove l’opposizione è in carcere non è un Paese democratico. Non ho paura di dirlo, come non hanno paura gli studenti venezuelani che manifestano». Le parole di Tajani sono state accolte con apprezzamento dagli altri parlamentari presenti che si sono alzati in piedi e hanno cominciato ad applaudire. Si sono sentite anche delle persone gridare “assassini” all’indirizzo del governo di Maduro durante l’intervento del presidente del Pe.

 

Fiasha Van Dijk

Foto © European Union

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Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

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