Vertice a Bruxelles scongiura bail in per gli istituti veneti

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Per la Banca centrale europea le due casse di risparmio sono solvibili. Ma Montebelluna nel frattempo perde 1,5 miliardi di euro dopo i 1,9 di Vicenza

Svolta nel mondo economico europeo (e italiano) per quanto riguarda la trattativa sul salvataggio degli istituti di credito veneti. La Banca centrale europea (Bce) ha giudicato solvibili la Banca Popolare di Vicenza (Bpvi) e la Veneto Banca, riconoscendo la sussistenza di uno dei requisiti fondamentali per l’accesso agli aiuti di Stato, chiesti dalle due banche lo scorso 17 marzo per scongiurare il rischio di un bail in.

La vigilanza della Bce avrebbe anche determinato il fabbisogno di capitale degli istituti, calcolato in modo automatico sulla base dei risultati raggiunti nello scenario avverso dello stress test dello scorso luglio. Nella prova si testarono le capacità degli istituti di risparmio europei a reggere un eventuale peggioramento dell’economia reale nel prossimo biennio.

Il dato elaborato da Francoforte dovrebbe essere stato già comunicato a Bankitalia e al dipartimento del Tesoro (ministero dell’Economia e delle Finanze italiano) che provvederà a girarlo agli istituti bancari. Nel loro piano industriale, che prevede una fusione entro l’anno, Bpvi e Veneto Banca avevano calcolato un fabbisogno di capitale di 4,7 miliardi, che qualcuno non esclude lievitare poco sopra i cinque miliardi.

La svolta, dopo settimane trascorse nell’incertezza, è arrivata nel giorno dell’incontro a Bruxelles tra gli alti rappresentati dalla Dg Comp (Directorate-General for Competition), della Banca centrale europea, del dipartimento del Tesoro e di Bankitalia. «Sulla situazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono in corso discussioni costruttive» ha commentato un portavoce della Commissione. «Tutti sono seduti attorno al tavolo con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione comune che sia efficiente, sostenibile e nell’interesse della stabilità finanziaria. Siamo fiduciosi che una soluzione su queste basi possa essere trovata nelle prossime settimane».

Di riunione «molto costruttiva» hanno parlato anche fonti del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) italiano, fiduciose che in tempi rapidi possano superati tutti gli ostacoli che separano Veneto Banca e Bpvi dagli aiuti di Stato. Mentre una fonte a conoscenza della riunione, come ha diffuso l’Agenzia Ansa, l’ha definita «molto positiva e fruttuosa». «Il fatto stesso della riunione» – ha spiegato – «lascia presumere che, da parte di Francoforte, si sia ritenuto di poter andare avanti. Il prerequisito è, infatti, la solvibilità».

A questo punto il rischio bail in sembra scongiurato (anche il divieto di coprire perdite pregresse e prevedibili e l’esigenza di tutelare la stabilità finanziaria dovrebbero essere riconosciute) anche se le banche dovranno comunque mettere a punto con la Dg Comp un piano industriale che consenta il ritorno alla redditività e l’uscita dello Stato nel medio termine.

I due istituti, guidati nel percorso a ostacoli del salvataggio dall’A.d. della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, e da quello di Veneto Banca, Cristiano Carrus, e soprattutto le migliaia di dipendenti e le loro famiglie sembra dunque possano tirare un sospiro di sollievo, anche se la Commissione europea probabilmente detterà condizioni molto dure sul fronte del taglio dei costi.

La situazione delle banche è, infatti, critica: dopo gli 1,9 miliardi di rosso registrati dalla Bpvi la scorsa settimana, oggi è stata Veneto Banca ad approvare i conti 2016, chiusi con una perdita di 1,5 miliardi (quasi il doppio del 2015) e requisiti patrimoniali sotto la soglia Srep (Supervisory review and evaluation process, processo di revisione e valutazione prudenziale) della Bce. Anche per Montebelluna le incertezze sul salvataggio e gli scandali legati alle precedenti gestioni si sono tradotti in una fuga dei depositi (-17,8% la raccolta diretta nel 2016) e nella necessità di chiedere, dopo i 3,5 miliardi emessi a febbraio, nuovi bond garantiti dallo Stato italiano per 1,4 miliardi di euro allo scopo di fronteggiare l’ulteriore emorragia di depositi registrata a marzo.

 

Sophia Ballarin

Foto © Blastingnews.com, Movimentoconsumatori.it, European Union

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