Pafos, la “Capitale europea della Cultura” che può abbattere i muri

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Ciprioti e turco-ciprioti insieme per provare che l’arte è senza confini. Oltre 3 milioni i turisti sull’isola nel 2016

Chissà che il 2017, l’anno di PafosCapitale europea della Cultura”, non possa accelerare la riunificazione di Cipro, diviso a Nord (36,2% del territorio della Repubblica di Cipro) dall’occupazione militare della Turchia del 1974!

«È arrivato il tempo per la riunificazione di Cipro, le due comunità stanno facendo un ottimo lavoro, spero si concluda in modo positivo» ha dichiarato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker a Malta dopo l’incontro con il premier Muscat. Nell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione Juncker ha indicato la soluzione della questione cipriota come «una delle priorità» dell’azione europea.

Cipro è membro dell’Unione europea dal 1° maggio 2004 e sforzi per riunificare la piccola isola del Mediterraneo sono incessanti. Anche la designazione a capitale della cultura «costituisce un’opportunità unica per unire le comunità e per promuovere, a livello locale, europeo e internazionale, solidi partenariati per il futuro», ha dichiarato il commissario Ue alla cultura Tibor Navracsics.

Dal 28 gennaio Pafos apre l’anno della Cultura con eventi e spettacoli di rilievo per lanciare all’Europa e al mondo il suo messaggio di cultura e di pace. Che nell’isola posta a ridosso del Medio Oriente con i suoi 9 mila chilometri quadrati può rappresentare una svolta nella storia di Cipro.

È la prima città dell’isola, dichiarata patrimonio mondiale dall’Unesco nel 1980, a fregiarsi del titolo di Capitale europea della Cultura.

Pafos come luogo di cultura, di pace, di laboratorio, il cui filo conduttore sarà «collegare i continenti, avvicinare le culture».

«Conoscere un Paese significa anche tuffarsi nel suo mare, sentire lo spessore dell’acqua, percepire la sua luminosità e limpidezza» ha scritto Claudio Magris. E proprio dal mare parte la storia di Pafos, da quel mare caro agli Dei, con la nascita di Afrodite dalla schiuma del mare «formatosi attorno al membro virile reciso di Urano».

Mare, siti archeologici, mosaici con scene mitologiche, chiese storiche, il mito e la religione che sono nel DNA di Pafos.

Uno dei siti più importanti è la casa di Dioniso, di epoca romana, con 22 stanze all’interno delle quali poter ammirare mosaici tra i più significativi del Mediterraneo. Poi le ville di Teseo, di Orfeo, Aion, residenze romane con mosaici sui pavimenti. La Tomba dei Re, ricca di colonne doriche con catacombe databili intorno al IV secolo a.C.

Pafos non è soltanto Afrodite, ville romane, mare, cultura religiosa, non si è adagiata sulla bellezza della sua eredita, ma è viva e pulsa gioia di vivere sul lungomare, nelle vie storiche della città.

Per un evento così importante, storico per la città e per Cipro, abbiamo voluto sentire Christos Tsiakas, direttore dell’Ente nazionale per il turismo di Cipro in Italia.

È un anno importante per Cipro con Pafos Capitale europea della Cultura: cosa rappresenta per Cipro e quali le prospettive turistiche?

«Una manifestazione di questa portata e di rilevanza internazionale come “Pafos2017” è una prestigiosa occasione di visibilità non solo per la nostra città, ma per tutta Cipro. La inserisce in una straordinaria rete di relazioni con le altre città capitali europee passate e future e valorizza una delle cose più importanti di Cipro: il suo patrimonio artistico-culturale. È estremamente importante negli anni in cui viviamo poter attualizzare e proiettare verso un futuro incentrato attorno al concetto di apertura il ruolo che Cipro ha avuto nella formazione della cultura europea. È importante simbolicamente, ma non solo. Lo è per l’Europa e lo è per Cipro.

Il fermento attorno a Pafos2017 sarà tale da far diventare la nostra mitica città (non va dimenticato che proprio qui sia nata Afrodite) in una nuova città-mito, proprio perché, per un anno, sarà il fulcro di una rete le cui parti saranno le decine e decine di espressioni artistiche articolate dai protagonisti di ogni appuntamento di Pafos2017. Ospiteremo artisti da tutto il mondo – Ute Lemper, Fanny Ardant, Charlotte Rampling, Goran Bregovic, Polydoros Vogiatzis, Jannis Kounelis e Berliner Philarmoniker sono solo alcuni dei nomi – e questa fantastica rete di respiro mondiale intreccerà i suoi fili con quelli tessuti dalla comunità locale, altro protagonista di primo piano di Pafos2017. Naturalmente, la manifestazione è un’ottima opportunità per il turismo dell’isola. Ci aspettiamo un incremento dei flussi che toccherà tutti i mesi dell’anno».

“Collegare i continenti, avvicinare le culture” è il motto di Pafos. Oltre ad avvicinare le culture, un avvenimento così importante nella vita culturale e sociale del Paese può svolgere anche un ruolo di pacificazione fra i Paesi, di riunificazione di Cipro.

«La cultura è sempre un’occasione per pensare alla pace, per noi e per tutti. In particolare, nella terza area tematica “Stages of the Future” – le altre due sono “Myth and Religion” e “World Travellers” – che tematizza in modi differenti come l’unica dimensione rilevante del tempo sia la continuità, avremo eventi come la mostra “RiskyTravels”, attiva dal 5 maggio al 4 giugno 2017, che è un lavoro a due mani, realizzato insieme dall’artista cipriota Andy Hadjiadamos e dall’artista turco-cipriota Baki Bogac, nell’intento di provare che l’arte è senza confini e che gli artisti possono andare oltre le divisioni, i confini e altri generi di ostacoli».

Pafos è soltanto Afrodite, mosaici splendidi riportati alla luce, resti archeologici o cosa altro?

«Pafos è senza dubbio tutto questo, ma Pafos è soprattutto viva e vitale. Nel senso che la città non si è fatta trarre in inganno in tutti questi anni dalla bellezza dalla sua eredità, considerandola qualcosa di eterno e come tale sufficiente in sé. E per questo si è immaginata in una prospettiva, appunto, dove la dimensione più importante del tempo è la continuità. Grazie a questa forza, nonostante le sue piccole dimensioni (per numero di abitanti, fino ad ora, è la più piccola città designata Capitale europea della Cultura), ha vinto il bando, convogliando numerosi benefici su di sé e su tutta l’isola e sulla sua rilevanza nell’ambito della scena culturale europea. Senza dimenticare lo sviluppo di nuove infrastrutture legate a questo evento che rafforzeranno la crescita culturale, sociale ed economica della città e indirettamente di tutta l’isola. Ed è incredibile ciò che è riuscita a fare, nonostante un budget estremamente limitato in confronto a quelli di altre città ospiti».

Flussi turistici 2016 per Cipro e Pafos

«L’andamento turistico è stato molto soddisfacente poiché, nonostante la crisi globale, la destinazione ha “tenuto bene”, e il numero totale degli arrivi a Cipro ha visto un incremento di oltre il 20% – periodo gennaio-novembre 2016 – rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, portando il numero totale dei turisti a Cipro oltre ai 3 milioni e 100.000. Segnali molto positivi anche dal mercato italiano che ha visto un incremento del 10%, sempre rispetto al 2015.

Siamo alquanto ottimisti per il 2017 in quanto c’è una notevole crescita d’interesse verso Cipro, essendo una destinazione sicura, vicina – a sole 3 ore di volo dall’Italia -, famigliare ma, allo stesso tempo, esotica grazie al clima mite tutto l’anno che ha tanto da offrire per tutti».

Quale il messaggio che parte da Pafos per questo inizio dell’anno per l’Europa, per il mondo?

«Il messaggio che parte da Pafos2017 è che la nostra eredità culturale è un insieme che supera la somma delle sue parti, nel senso che attraverso ciò che chiamiamo cultura passa un legame capace di connettere tutto il mondo, anche quando ci sembra di non vederlo e anche quando ci sembra che esso non esista, perché, spesso, ci si accontenta di dire che proprio per ragioni di diversità culturale non ci può incontrare. La multiculturalità di Pafos unita idealmente attorno al concetto di apertura vuole essere un “laboratorio a cielo aperto” non fine a se stesso o di celebrazione un po’ autocompiaciuta della cultura europea, ma di convivenza, di armonia, di intesa, di costruzione di una cultura comune. Quella della bellezza che si fa linguaggio universale a prescindere dai luoghi geografici di provenienza o approdo, quella in cui abita rinnovato il culto ellenico della kalokagathìa, in cui bello e virtuoso devono coesistere. Dove la cultura è appunto un ponte sconfinato. Nel senso che non si dà né limiti né confini ed è percorribile da chiunque desideri percorrerlo».

 

Enzo Di Giacomo

Foto Ente nazionale per il turismo Cipro

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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