TTIP: l’impegno della Commissione per un accordo di libero scambio Usa-Ue equilibrato

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Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in questo secondo anno del mandato ha ribadito il suo impegno nel portare a compimento le dieci priorità indicate nei suoi orientamenti politici all’atto della sua elezione. Dieci ambiti di intervento sui quali lavorare per rendere l’Ue sempre più competitiva e migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini. Si tratta di sfide ambiziose che, tuttavia, grazie a un programma di lavoro concreto, possono essere vinte. Fra le dieci priorità della Commissione Juncker figura anche il partenariato transatlantico Usa-Ue per il commercio e gli investimenti (TTIP).

Le fasi negoziali
I negoziati per il TTIP stanno andando avanti e negli ultimi mesi la Commissione si è impegnata a rendere il processo quanto più possibile trasparente, attraverso la pubblicazione online di molti documenti relativi all’accordo e alle varie fasi di negoziazione.
I negoziati sono stati avviati nel 2013 dal presidente Barack Obama e da José Barroso, allora presidente della Commissione europea, al quale i governi degli Stati membri hanno conferito mandato di negoziazione. Si tratta di un processo lungo e complesso nel quale sono chiamate in causa diverse realtà all’interno dell’Ue: non solo il Parlamento, ma anche le imprese e i sindacati, fino all’opinione pubblica e ai consumatori. Una volta chiusa la fase negoziale, toccherà al Parlamento europeo, per quanto riguarda l’Ue, votare il trattato.

Obiettivi
Il TTIP coinvolge, oltre agli attuali 28 Paesi membri dell’Ue, anche i 50 Stati che fanno parte degli Usa, e si propone di creare una zona commerciale di libero scambio che interesserebbe circa ottocento milioni di consumatori. Gli accordi presi all’interno di questo trattato saranno decisivi non soltanto per le nazioni coinvolte, ma avranno un impatto significativo per la ridefinizione degli equilibri commerciali a livello mondiale. Secondo i dati diffusi dal Fondo monetario internazionale, infatti, Usa e Ue insieme producono il 45% del PIL mondiale (dati del 2013).
All’interno dell’accordo, gli obiettivi dell’Unione europea si focalizzano su tre principali questioni: l’accesso al mercato, attraverso una zona di libero scambio tra Ue e Usa; l’abbattimento delle “barriere non tariffarie”, cioè legislative e normative, e infine il miglioramento delle normative stesse, da parte di Stati Uniti e Ue.

Perché il TTIP fa discutere
Da quando sono iniziati i negoziati, il TTIP non ha smesso di far discutere, creando grandi spaccature all’interno dell’Ue fra coloro che vedono nell’accordo una grande opportunità e coloro che invece temono un livellamento al ribasso degli standard europei. Ciò che emerge chiaramente dalle polemiche nate intorno alle trattative sul TTIP è che, sulla questione, si rischia spesso di cavalcare l’onda emotiva. Proprio su quest’onda, negli ultimi mesi molti Paesi membri hanno visto sfilare centinaia di cortei di consumatori contrari all’accordo. Tra le principali paure, quelle legate al settore agroalimentare, agli standard di sicurezza e di igiene degli allevamenti.
Il presidente Juncker ha tuttavia sottolineato sin dall’inizio la sua «indisponibilità a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati o la nostra diversità culturale» e i negoziati stanno lavorando in questa direzione.

TTIP e mercato globale
Quando si parla di TTIP è necessario considerare la questione all’interno di una visione più ampia, ovvero quella del mercato globale: il commercio mondiale, infatti, negli ultimi vent’anni è notevolmente cambiato, sotto la spinta delle potenze asiatiche e latino-americane.
Gli accordi commerciali instaurati fra le varie potenze negli ultimi anni hanno modificato gli assetti economici e continuano a farlo. Di recente è stato siglato il TPP, Partenariato trans-pacifico fra gli Usa e 12 Paesi del Pacifico. Un accordo che, come riconosciuto dallo stesso Obama, rivaluta il ruolo degli Stati Uniti rispetto ad altre economie-guida, in primis la Cina, consentendogli di «scrivere le leggi che costituiranno la strada del XXI Secolo».
In uno scenario di questo tipo, è evidente che l’Unione europea non può tirarsi indietro. È auspicabile che il modello europeo, e i suoi standard produttivi vengano discussi e difesi all’interno di una trattativa negoziale nella quale l’Ue è uno degli attori principali, piuttosto che vederli fissati dalle potenze che si spartiscono il controllo delle aeree commerciali.
Non bisogna, infatti, dimenticare che il TTIP segnerebbe la creazione della più vasta area di scambio attualmente presente a livello mondiale e ciò costituirebbe un’enorme opportunità per le aziende degli Stati membri dell’Ue di acquisire una centralità strategica maggiore. Considerando lo specifico momento storico, segnato dalla crisi economica e finanziaria, ma anche dall’embargo russo (i cui contraccolpi si sono fatti sentire pesantemente sull’export dell’Ue), le potenzialità dell’accordo per l’economia dell’Unione appaiono di grande rilevanza.
In questa prospettiva, il TTIP potrebbe davvero, come accaduto per altri accordi commerciali e sostenuto da diversi studi, non soltanto aumentare il traffico delle merci, ma anche accrescere la concorrenza, con un’immediata conseguenza sull’aumento del reddito medio pro-capite e dunque dei consumi.

 

Valentina Ferraro

Foto © European Union

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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