In un libro-guida, da leggere ma anche da vivere, i luoghi simbolo dell’esperienza filmica del grande regista romagnolo
Trascende i ristretti limiti della semplice guida il libro Fellini guarda il mare (Ciclovia dolcespiaggia 1), scritto a quattro mani da Anna Longo e Romano Puglisi. Un itinerario accattivante per tutti gli estimatori delle due ruote, ma anche un riferimento imprescindibile per gli amanti dell’universo filmico del grande regista romagnolo. Un omaggio pensato proprio in occasione dei 100 anni dalla sua nascita. La casa editrice è Dei Merangoli.
Grafica accattivante
Senza trascurare la sua vocazione pratica, testimoniata dai preziosi suggerimenti profusi a piene mani, il libro offre intarsi dedicati al cinema, identificati dal colore nero delle pagine, sulle quali risaltano con grande evidenza foto che faranno la gioia dei cinefili (come di consueto per questa casa editrice la veste grafica appare accattivante e raffinata). Ecco allora la gigantografia, autografata dal Maestro, che raffigura il set de La dolce vita sulla spiaggia di Passoscuro, esposta su una parete del Bondì Cafè. Qui venne girato l’enigmatico finale dell’opera, con Marcello Mastroianni a osservare la carcassa del misterioso mostro marino emerso dalle reti dei pescatori, e la fanciulla appena ritrovata le cui parole si perdono nel vento e nel magma marino. Come a indicare un universo senza possibilità di redenzione. Un luogo che, con le sue casette bianche e basse, veicolava in Tullio Kezich l’idea di un mondo dalla fascinazione arabeggiante.
Atmosfere orientali che, in altra maniera, costruiscono l’illusoria attrazione de Lo sceicco bianco, personaggio da fotoromanzo e in realtà squallido seduttore. La sua apparizione sull’altalena nella pineta di Fregene, luogo prediletto da Fellini, è consegnata alla storia del cinema. Lo stupore dell’ammiratrice venuta a cercarlo è la meraviglia di noi tutti di fronte alle invenzioni filmiche del regista.
In Giulietta degli spiriti la pineta diviene un luogo magico e incantato, come le fatate foreste shakespeariane. La bicicletta “Graziella” sulla quale la protagonista attraversa la vegetazione in compagnia dell’amica Suzy è un mezzo concreto e immaginario al tempo stesso, un simbolo del suo percorso interiore. Alla fine i fantasmi svaniscono, così come le ombre e le visioni evocate da un abile incantatore.
Luoghi e personaggi
Durante il percorso, libresco e reale, si incontrano numerose figure interessanti. C’è Ennio Flaiano, scrittore e sceneggiatore di numerose fatiche felliniane, la cui tomba si trova nel cimitero di Maccarese. “Un intellettuale di specie rara”, per usare la definizione di Oscar Iarussi. C’è ancora Antonio Cederna, giornalista e ambientalista, al quale è dedicato uno dei tratti più suggestivi del percorso.
Ci sono infine i luoghi, impossibili da riassumere in questa sede, dai casali ai castelli, dai resti romani alle necropoli, alle oasi WWF, sino alle testimonianze più insolite. I cicloamatori non vedranno l’ora di inforcare le loro due ruote, per vivere l’esperienza in prima persona. Ai lettori più pigri non resta invece che immergersi nelle pagine di questo libro, respirandone le atmosfere e l’aria salmastra che inevitabilmente esala dai suoi caratteri. Il lettore attento si troverà proiettato su quella strada che in realtà è la vita stessa, brulicante di una varia umanità con la sua forza e le sue debolezze, foriera di incontri che a volte sono sufficienti a cambiare la vita di un uomo.
Riccardo Cenci
Foto © dei Merangoli editore
Longo/Puglisi
Fellini guarda il mare
dei Merangoli editore
pg. 222 euro 16,00
