A Città del gusto di Roma dal Gambero Rosso per gustare i piatti del quarto mercato asiatico per l’agroindustria del Belpaese dopo Giappone, Cina e Hong Kong
Da fruitori della cucina occidentale a promotore (ed esportatore) di una cucina ricca di sapori e di ingredienti sani, espressione del territorio e della tradizione. I consumatori coreani amano la gastronomia italiana, sinonimo di alta qualità in Corea, con oltre 700 ristoranti italiani o ispirati alla cucina italiana nella sola Seoul ed è la cucina straniera più presente in Corea insieme a quella giapponese. La Corea è il quarto mercato asiatico per l’agroindustria italiana dopo Giappone, Cina e Hong Kong.
La cucina coreana si propone sempre più sui mercati internazionali e anche in Italia dove si comincia ad apprezzarla, ma risente della fama di quella giapponese e cinese. Promoter della conoscenza e diffusione della cucina coreana (Hansik) in Italia è il Gambero Rosso, che già da qualche anno dedica particolare attenzione al cibo di quella porzione del continente asiatico e nella Città del gusto di Roma ha voluto proporre nuovamente una serata con showcooking e laboratori dedicati ai prodotti e i piatti tipici della tavola coreana in collaborazione con aT – Korea Agro-Fisheries & Food Trade Corporation.
I pasti coreani sono costituiti da 3 piatti principali: riso al vapore (bap), zuppa (guk) e contorni vari (banchan). Riso, fortissimamente riso, che è quello più utilizzato e che può essere cucinato insieme ad altri cereali come orzo, sorgo, fagioli, mais e semi. Numerosi i contorni, con il kimchi sempre presente: verdure fermentate (cavolo cinese, rafano, cetriolo, melanzane, zucchine, cipollotti) preparate con peperoncino rosso in polvere, salsa a base di pesce fermentato, aglio e zenzero.
A partire dagli Settanta del secolo scorso, la Corea del Sud ha avuto una sostenuta crescita economica e sociale fino a divenire la 12° potenza economica mondiale. Il reddito pro-capite è passato dai 79 dollari degli anni ‘60 del Novecento agli oltre 22 mila. Il PIL pro-capite sudcoreano è più alto della media Ue (31.750 dollari) e, grazie ai suoi principali “chaebol” (conglomerati industriali), il Paese è oggi al settimo posto mondiale per le esportazioni. (Fonte: Enit)
Enzo Di Giacomo
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