Prossimo passo la colonizzazione del satellite della Terra. Sogno o realtà? Entro metà del 2021 primo lancio senza personale umano
«Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità». Con questa frase Neil Armstrong è passato alla storia come il primo uomo a mettere piede sul nostro satellite naturale, realizzando il sogno di J.F. Kennedy in un momento storico particolare: in piena Guerra Fredda.
La Nasa, con l’Agenzia spaziale europea (ESA, acronimo di European Space Agency), l’Agenzia spaziale giapponese (JAXA, Japan Aerospace Exploration Agency) e la Canadian space agency (CSA), sta progettando un nuovo allunaggio che dovrebbe porre le basi per la creazione di una stazione autosufficiente sul terreno lunare e in un prossimo futuro conquistare Marte. Anche rispondendo all’attività russa e cinese sul campo.
Prossima missione sulla Luna: Artemis
Inizialmente per il lancio della capsula Orion la Nasa prese in considerazione l’utilizzo del Falcon Heavy e del Delta IV Heavy come sistemi di lancio successivamente invece ha optato per l’utilizzo esclusivo dello Space Launch System: uno dei più mastodontici sistemi di lancio non riutilizzabili, paragonabile per dimensioni al Saturn V e in fase di sviluppo dal 2011.
Il primo lancio, che dovrebbe avvenire entro metà di questo anno non prevede personale umano.
Programma Artemis, il sogno continua
Fa sapere la Nasa che se il primo lancio andrà a buon fine, ne seguirà uno entro il 2023 con Artemis II e successivamente Artemis III in cui gli astronauti viaggeranno per circa 240.000 miglia fino a raggiungere l’orbita lunare.
Le tute spaziali che verranno utilizzate, saranno più flessibili rispetto a quelle utilizzate nelle precedenti missioni e faciliteranno la raccolta di campioni per studi scientifici.
L’equipaggio
Sono 18 gli astronauti selezionati per questa missione, ognuno dei quali specializzato in un settore specifico. «Il nostro obiettivo è di andare sulla Luna in modo sostenibile, capire come poter vivere e lavorare in un altro mondo» ha dichiarato l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine durante un meeting del National Space Council, annunciando i nomi degli astronauti selezionati per l’addestramento. Dei 18, la metà è costituito da donne, tra queste, Christina Koch che ha stabilito il record del volo più lungo, Kayla Barron, Jessica Watkins, Stephanie Wilson tutti aviatori di grande esperienza.
Ultimi test prima del lancio
Il 17 gennaio è stato effettuato uno dei test sul Core Stage dello Space Launch System. Un test fondamentale perché consiste in una simulazione di cosa accadrà nel momento effettivo del lancio.
«Verifichiamo che ogni singolo componente funzioni bene all’interno del sistema principale. È più che un test. È la prima volta che lo stage prenderà vita e sarà pienamente operativo dall’avionica nella parte superiore dello stage principale ai motori nella parte inferiore» ha dichiarato Lisa Bates SLS deputy stages manager.
Sfortunatamente però qualcosa non è andato come previsto, infatti i quattro motori si sono spenti poco dopo l’accensione.
Un rallentamento nel programma quindi ma che non scoraggia, dalla Nasa fanno sapere che «il futuro è luminoso, abbiamo imparato molto, già siamo arrivati al punto di accendere il razzo, che ricordiamo è il più grande mai realizzato. Facciamo i test per migliorare».
Il governo Biden investirà in questa corsa allo spazio?
Gianfranco Cannarozzo
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