Consiglio d’Europa, Italia protegga maggiormente Rom, Sinti e Camminanti

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Pubblicata la Quarta Opinione sul Belpaese, adottata lo scorso 19 novembre, con commenti scritti da parte delle Autorità nazionali

Il Comitato consultivo della Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali ha invitato l’Italia a predisporre misure urgenti per elaborare e adottare un quadro legislativo specifico, a livello nazionale, per la protezione delle comunità Rom, Sinti e Camminanti.

Nel suo quarto Parere sull’Italia, pubblicato ieri, corredato dai commenti del Governo, il Comitato esorta l’Italia a compiere sforzi più sostenuti ed efficaci per prevenire, contrastare e sanzionare le disuguaglianze e le discriminazioni di cui sono vittime Rom, Sinti e Camminanti e per migliorare le loro condizioni di vita, al fine di consentire ai residenti nei “campi nomadi” di trovare sistemazione in alloggi sociali adeguati.

I Rom, Sinti e Camminanti sono ancora emarginati sul piano sociale ed economico. Occorrono ugualmente misure risolute per lottare contro l’abbandono scolastico precoce e gli scarsi risultati a scuola, al fine di garantire a tutti i bambini il pieno accesso al sistema scolastico generale.

La Convenzione-quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali prevede un sistema di monitoraggio grazie al quale il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, assistito da un Comitato consultivo composto da esperti indipendenti, può valutare l’applicazione della Convenzione nei Paesi membri.

47743_001Il Comitato riconosce inoltre che l’Italia ha proseguito gli sforzi per tutelare le persone appartenenti alle minoranze nazionali, definite “minoranze linguistiche storiche” nell’ordinamento italiano. Nell’assetto decentrato della Repubblica italiana, si nota una forte asimmetria nella tutela e l’attuazione dei diritti delle minoranze sul territorio nazionale e non tutte le minoranze godono nello stesso modo dei diritti enunciati nella Convenzione-quadro. La tutela delle minoranze linguistiche storiche garantita dalla legge dello Stato italiano del 1999 è rafforzata in un certo numero di regioni, quali la Valle d’Aosta, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige/Tirolo del Sud tramite gli statuti di autonomia e altre disposizioni legislative regionali e nazionali.

Sebbene prevalga in Italia un clima generale di apertura e di tolleranza nei confronti delle persone appartenenti a minoranze linguistiche riconosciute e presenti da tempo, in questi ultimi anni si è constatato un notevole aumento della xenofobia e dell’antiziganismo all’interno della società. Mentre si è banalizzato l’uso di un linguaggio discriminatorio, intollerante e razzista nel discorso politico e in certi mass media, si sono verificati numerosi episodi di aggressioni verbali e fisiche violente contro centri di accoglienza per richiedenti asilo. D’altro canto, il mandato e lo statuto dell’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica (UNAR) non ne garantiscono l’indipendenza.

Il Comitato chiede infine alle autorità di adottare misure immediate per migliorare l’accesso a trasmissioni radiofoniche e televisive e alla stampa scritta nelle lingue delle minoranze linguistiche, nonché una connessione internet ad alta velocità nelle zone isolate.

 

Klivia Böhm

Foto © Consiglio d’Europa

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