Nuovo patto su migrazione e asilo: via libera del Pe

0
958
migrazione e asilo

Dopo l’accordo dei Governi Ue di dicembre, il Parlamento europeo ha approvato ieri 10 testi legislativi che riformano migrazione e asilo

 

Nella giornata di ieri l’Europarlamento ha approvato il nuovo patto dell’Unione europea per la migrazione e asilo con 322 voti favorevoli, 266 contrari e 31 astensioni. La Camera unica Ue, riunita in plenaria a Bruxelles, ha approvato il nuovo pacchetto: comprende dieci progetti di legge che aggiornano le norme dell’Ue in materia e introducono il principio della solidarietà tra Stati membri. L’obiettivo è migliorare la cooperazione tra i Paesi e la risposta dell’Unione in caso di crisi. Il patto prevede una più equa ripartizione delle responsabilità e aggiorna le norme sui criteri per determinare lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale (precedentemente regolati dalla Convenzione di Dublino). Gli Stati dell’Ue potranno scegliere se trasferire i richiedenti asilo nel loro territorio, versare contributi finanziari o sostenere gli altri Stati sottoposti a maggiori pressioni migratorie.

Ultimo iter l’approvazione del Consiglio

Via libera dunque alla nuova procedura del patto di migrazione e asilo, la cosiddetta “border procedure” che prevede un iter accelerato, con diverse eccezioni per i minori e le donne, per i migranti con un basso grado di accettazione della protezione. Il via libera per questo specifico testo è arrivato con 301 voti favorevoli, 269 contrari e 51 astensioni. Via libera anche alla tessera legislativa che comprende la solidarietà obbligatoria sui migranti. Ora la legge passerà al Consiglio europeo per l’ok definitivo (voto a maggioranza, ndr). Si prevede che le norme approvate saranno formalmente adottate, quindi, entro giugno del 2024, prima cioè che si chiuda la legislatura comunitaria.

migrazione e asiloCentri di detenzione ai confini, più rimpatri e meno diritti umani. Con qualche divisione a sorpresa l’Europarlamento vara il patto migrazione e asilo. Le norme prevedono un trattamento più rapido delle domande e aggiornano le regole per determinare lo Stato competente. Ursula von der Leyen ha lodato l’accordo come un “traguardo enorme”, definendo la giornata come «storica: ora nessuno è solo sui migranti». Ma ci sono anche molte critiche per presunti compromessi sui diritti umani. In rivolta in particolare le Ong, per le quali «ci sarà solo più sofferenza». Il centrodestra italiano si spacca, il Pd ci ripensa. Il voto sul patto di migrazione e asilo, a ridosso delle elezioni europee, mette a nudo la confusione e l’opportunismo di quasi tutte le forze politiche.

Polonia e Ungheria votano no

L’Eurocamera ha dato il via libera finale, portando così a compimento un lavoro che, di fatto, è durato dieci anni, anche se fine di un percorso legislativo iniziato quattro anni fa. A poco meno di due mesi dal voto per le Europee La Commissione ha portato a casa uno dei dossier cruciali di questa legislatura. Le politiche migratorie, in effetti, hanno diviso Paesi membri e mandato in frantumi alleanze. Per la presidente Roberta Metsola su X: «Abbiamo fatto la storia, abbiamo creato un solido quadro legislativo per gestire migrazione e asilo nell’Ue. Sono passati più di dieci anni di lavoro. Ma abbiamo mantenuto la parola data, e trovato un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea».

A opporsi fermamente fin dall’inizio delle proposte di legge Polonia (che nel frattempo ha cambiato linea politica governativa, ma mantiene la posizione contraria) e Ungheria. Per il premier polacco Donald Tusk la posizione è chiara: «Proteggeremo la Polonia dal meccanismo di ricollocazione. […] Ho alcune possibilità per costruire alleanze e il meccanismo di ricollocazione o di pagamento per non accogliere (migranti, ndr). Non si applicherà certamente alla Polonia». Sulla stessa linea il premier magiaro Viktor Orbán su X: «Il MigrationPact è un altro chiodo sulla bara dell’Ue. L’unità è morta, i confini sicuri non esistono più. L’Ungheria non cederà mai alla frenesia migratoria di massa! Abbiamo bisogno di un cambiamento a Bruxelles per fermare la migrazione!”.

Le diverse posizioni italiane all’approvazione del “pacchetto” a Bruxelles

Il centrodestra

La folta delegazione della Lega all’Eurocamera derivante dalle elezioni del 2019 non ha sostenuto la maggioranza degli atti legislativi del patto di migrazione e asilo, votando favorevolmente solo in tre delle dieci votazioni. Gli eurodeputati leghisti hanno votato sei volte, bocciando in particolare il meccanismo di solidarietà, le nuove regole per lo screening e la direttive sulle condizioni di accoglienza dei migranti. Astensione, infine, sulla gestione delle crisi migratoria, sulla quale invece FdI ha votato a favore. Fratelli d’Italia all’Eurocamera ha votato a favore in sette votazioni su dieci sui testi del patto esprimendosi in maniera contraria solo sul regolamento sull’asilo e la migrazione – l’unico oltretutto appoggiato dal PD – che prevede la solidarietà obbligatoria dei Paesi membri. Netta soddisfazione, a quanto apprende l’Agenzia Ansa da fonti del gruppo, tra i Popolari europei per il voto di Fdi.

Forza Italia, in linea con il Ppe, ha votato a favore dell’intero pacchetto. «È un passo importante, si supera la stagione di Dublino. Era il miglior compromesso possibile e Forza Italia ha votato a favore del pacchetto. Mi sembra un risultato positivo che vede l’Europa finalmente protagonista con proposte concrete e positive per affrontare l’immigrazione legale e di chi ha diritto all’asilo. Una visione complessiva che ha permesso di fare un passo avanti e in cui l’Italia ha avuto ruolo importante, così come la mia parte politica», ha dichiarato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Il centrosinistra

Dal punto di vista delle opposizioni parlamentari, in Italia e in Ue, esplicativo l’intervento in plenaria di Laura Ferrara, europarlamentare del MoVimento 5 Stelle. «Nel 2020 la presidente Von der Leyen diceva “aboliremo il sistema di Dublino”, mentre il vicepresidente Schinas e la commissaria Johansson promettevano che la solidarietà sarebbe stata obbligatoria. Dopo quasi dieci anni di lavori e negoziazioni ci ritroviamo oggi a votare un patto su migrazione e asilo che continua a prevedere il principio della responsabilità in capo al Paese di primo ingresso e continua a non prevedere una solidarietà obbligatoria né sanzioni per i Paesi che la rifiutano».

«Al contrario si introducono procedure di frontiera e screening obbligatorie con conseguente detenzione che non risparmierà i minori, una fictio iuris di dubbia legittimità e dunque possibili violazioni dei diritti fondamentali. Non possiamo sostenere questo Patto perché siamo europeisti e perché serve una risposta europea visto che questo accordo non rispetta quanto previsto dall’art 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea».

161 Organizzazioni non governative: non fermerà le morti in mare

«Le morti nel Mediterraneo continueranno e migliaia saranno private dei loro diritti nei prossimi decenni. Con la riforma, l’Ue legalizza le violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne». Questa la posizione di Giulia Messmer, portavoce di SeaWatch, sull’approvazione da parte del Parlamento europeo del nuovo patto per la migrazione e asilo. In una nota Sea-Watch ricorda di aver sottoscritto un appello insieme ad altre 160 organizzazioni della società civile, in cui si chiedeva ai parlamentari di votare contro la proposta, in quanto conterrebbe diverse criticità. Tra queste, le organizzazioni denunciano la detenzione di fatto alle frontiere anche di famiglie con bambini di tutte le età, procedure accelerate e inferiori agli standard per la valutazione delle richieste di asilo, tendenza a favorire procedure di rimpatrio anche per via dell’ampliamento dell’accezione del principio di “Paese terzo sicuro”.

Inoltre, in assenza di percorsi sicuri e regolari, le organizzazioni avvertono che «le persone in cerca di sicurezza o mezzi di sostentamento saranno costrette a intraprendere rotte sempre più pericolose, tanto che il 2023 si è configurato come l’anno più mortale mai registrato dal 2015: solo nel Mediterraneo, sono morte più di 2.500 persone». Infine, si avverte che il Patto «rappresenta un ulteriore passo avanti nell’uso delle nuove tecnologie per la sorveglianza di massa dei migranti e delle persone razzializzate, poiché tecnologie più intrusive verranno impiegate alle frontiere e nei centri di detenzione, i dati personali delle persone verranno raccolti in blocco e scambiati tra le forze di polizia in tutta l’Ue o l’identificazione biometrica i sistemi saranno utilizzati per tracciare i movimenti delle persone e aumentare il controllo dei migranti privi di documenti».

Unicef: garantire attuazione del superiore interesse dei minori

«L’Unicef accoglie con favore gli sforzi compiuti dagli Stati membri dell’Ue per lavorare a un sistema più prevedibile di gestione della migrazione. Mentre vanno verso un accordo finale sul Patto dell’Unione europea su migrazione e asilo, l’Unicef chiede che vengano rispettati i principi della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Se l’attuazione delle politiche delineate nel Patto si baserà sui diritti dell’infanzia e sul diritto europeo e internazionale, ci sarà l’opportunità di garantire un approccio omnicomprensivo e ben gestito per aiutare i bambini/e e adolescenti che arrivano in Europa in cerca di asilo, sicurezza e migliori opportunità». Così in un comunicato Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale e coordinatrice speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa.

«Per evitare l’erosione dei diritti dei minorenni, è necessaria chiarezza e trasparenza sull’attuazione delle disposizioni del patto e sul potenziale impatto sui minorenni. Ad esempio, i criteri per valutare i rischi inerenti la sicurezza in base ai quali i minori non accompagnati potrebbero essere sottoposti alla procedura di frontiera devono essere definiti in modo chiaro e preciso al fine di prevenire arbitrarietà. Allo stesso modo, è necessario fare chiarezza sulla disposizione proposta che consente agli Stati membri di utilizzare “un grado proporzionato di coercizione” nei confronti dei minorenni per garantire la loro conformità nel fornire i dati biometrici».

Amnesty: patto espone a rischi maggiori

Amnesty International nei giorni scorsi aveva espresso in una nota forti preoccupazioni circa le violazioni dei diritti umani che queste riforme rischiano di causare alle persone migranti. «È più che mai evidente che questo patto farà regredire di decenni la legislazione europea in materia di asilo, esponendo molte più persone, in ogni fase del loro viaggio, a grandi sofferenze e al rischio di violazioni dei propri diritti umani», ha dichiarato Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International. Geddie aggiunge: «Dal 2020, quando queste riforme sono state presentate, ogni fase di negoziazione ha ulteriormente peggiorato il risultato finale: indebolendo i sistemi di protezione e di accesso all’asilo per le persone migranti, prolungando la detenzione e il confinamento alle frontiere e trasferendo ulteriori responsabilità agli stati al di fuori dell’Europa. Il patto non contribuirà affatto a migliorare la risposta dell’Europa alle persone in cerca di protezione».

La Geddie osserva che «il Parlamento europeo deve stabilire standard più alti per una politica di asilo comune che sia rispettosa e sostenibile. Al contrario, questo pacchetto di proposte rischia vergognosamente di esporre molte più persone, comprese famiglie con bambini, al rischio di una detenzione de facto alle frontiere dell’Unione europea, negando una valutazione equa e completa delle loro richieste di asilo. La proposta farà da apripista a nuove misure emergenziali che metteranno un numero incalcolabile di persone a rischio di subire respingimenti e detenzioni arbitrarie e di vivere condizioni di indigenza e povertà alle frontiere europee».

 

Fiasha Van Dijk

Foto © China Daily, The Guardian, European Parliament, Le Monde

Articolo precedenteKazakistan, alluvione: 25.000 persone per operazioni di soccorso
Articolo successivoGlobal Compact: un modello da rilanciare
Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui