Energia: nel 2016 solare a +50% nel mondo, -20% in Europa

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Settore chiede nuovo quadro politico e obiettivi più ambiziosi. Anche perché gli investimenti globali crescono continuamente nel campo delle rinnovabili

Nel 2016 i Paesi europei hanno installato 6,9 gigawatt (GW) di energia solare, il 20% in meno rispetto agli 8,6 GW del 2015. Il dato, diffuso dall’organizzazione SolarPower Europe, l’associazione di settore comunitaria, stride con l’andamento globale, che ha visto il 2016 chiudersi con installazioni per 76,1 GW, il 49% in più dell’anno precedente.

Il mercato del solare, quindi, “risplende” nel resto del mondo, con l’Asia e l’America che corrono approfittando del calo dei prezzi per i pannelli fotovoltaici. In Europa, invece, il cielo sembra denso di nubi: il settore attende un nuovo quadro normativo che consenta di tornare a premere sull’acceleratore.

A trainare è la Cina che nel 2016 ha aggiunto 34,2 GW (+125%), seguita dagli Stati Uniti con 14 GW, il doppio rispetto ai 7,3 GW del 2015; al terzo posto il Giappone (8,6 GW), davanti all’India (4,5%), mentre il Vecchio Continente tira il freno a mano. «Una volta leader del solare, l’Ue rischia di essere eclissata dalle potenze asiatiche come la Cina», osserva l’associazione.

«Dopo aver ispirato molte regioni del mondo, l’Europa ha bisogno di ritrovare la sua ispirazione per guidare la transizione energetica. Aumentare il target 2030 sulle rinnovabili ad almeno il 35% manderebbe un segnale forte che l’Ue è tornata in pista». Il momento è favorevole: dal 2009, certifica l’Agenzia internazionale per le rinnovabili (Irena), il prezzo dei pannelli fotovoltaici è sceso dell’80%. Ma sfruttare il calo dei prezzi che sta rendendo il solare l’energia più economica, così da perseguire la decarbonizzazione del settore elettrico, «richiede il giusto quadro politico», evidenzia SolarPower.

In questo il Clean Energy Package recentemente presentato dalla Commissione europea «prevede leve molto concrete e attuabili, anche se c’è ancora margine di miglioramento». La contrazione dei prezzi, trainata dall’innovazione tecnologica, sta spingendo lo sviluppo non solo del solare ma di tutte le energie verdi, offrendo «una miriade di benefici socioeconomici», rimarca l’Irena.

Gli investimenti globali sono cresciuti a un ritmo sostenuto per oltre un decennio, da meno di 50 miliardi di dollari nel 2004 a oltre 300 miliardi nel 2015. E il calo registrato l’anno scorso (-18% secondo Bloomberg New Energy Finance) è proprio il riflesso del crollo dei prezzi, in primis del fotovoltaico, non un cambio di rotta sulle rinnovabili, necessarie a contrastare il cambiamento del clima. Fuori da un’Europa tiepida, nel mondo continuano a nascere nuovi impianti che sfruttano l’energia del sole e del vento.

 

Elodie Dubois

Foto © SolarPower Europe

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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