Finlandia, discussioni nel governo e dilemmi internazionali

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Il ruolo del Paese Nordico è in crescita, mentre l’Artico si trova al centro dell’attenzione e la Federazione Russa sta avviando esercitazioni militari nel Mar Baltico

Il presidente della Repubblica finlandese, Sauli Niinistö, ha incontrato tra primavera ed estate i vertici istituzionali russi, giapponesi, cinesi, e a fine di settembre viaggerà negli Stati Uniti, dove il 28 agosto aveva già visitato il suo collega Donald Trump. Il National Coalition Party, di cui Niinistö è espressione, sostiene una politica multipolare, distante da quella Usa. Oggi, 14 settembre, Federazione Russa e Bielorussia avviano nel Mar Baltico le esercitazioni militari Zapad 2017 che dureranno fino al 20 settembre.

Il dispiegamento di forze dichiarato non supera le 13.000 unità che secondo le regole dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) rappresentano il limite oltre il quale occorre rendere ampiamente possibile agli altri Paesi l’osservazione delle operazioni. Ma il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che i soldati russi sono circa 100.000 secondo le stime dell’Alleanza Atlantica ed ha sottolineato che l’istituzione (dopo la crisi di Crimea del 2014) di quattro gruppi multinazionali dislocati in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia – formati da circa 4.500 militari – è un segnale preciso da parte della North Atlantic Treaty Organization che aggressioni a questi Stati comporterebbero contromisure da parte dell’intera alleanza. Ai tempi della contrapposizione Est-Ovest, il governo di Helsinki cooperava sia con l’Occidente che con l’allora Unione Sovietica, direttamente confinante, consolidando l’identità di “ponte” tra Europa occidentale e orientale: tra Varkaus e Savonlinna, sui Laghi Saimaa, tuttora la gente racconta che il legname, grazie alla rete navigabile di laghi e fiumi, veniva trasportato fino a San Pietroburgo.

Grazie alla posizione geografica, nella storia il Paese ebbe considerevole peso nell’impero svedese e più tardi divenne un laboratorio liberale in seno all’impero russo, il Granducato di Finlandia. Le istituzioni confidano oggi nella lunga esperienza, proseguita anche in seguito al Secondo Conflitto Mondiale, nel favorire il dialogo tra attori contrapposti in situazioni difficili. Il dibattito però si concentra anche sulla politica internamentre il governo (guidato dal Centre Party), sta rimandando al 2020 i tagli di 3 miliardi di euro a Sanità ed Enti locali.

L’esecutivo conta sull’appoggio del Finns Party, i cui consensi sono crollati all’8% (e poi l’ala di destra si è rafforzata nel gruppo, ma i deputati vicini al fondatore Timo Soini hanno rifiutato questa deriva, formando la lista Blue Reform). Nella maggioranza, il Centre Party – formato da moderati e ora poco sotto al 18% – sta mediando tra populisti (Finns Party) e liberali europeisti, che con il 21% sono primi nei sondaggi (National Coalition Party). Nel campo delle opposizioni, il Social Democratic Party è scavalcato dai Verdi, ora inarrestabili al 18%. I problemi più complicati restano quelli internazionali, il riscaldamento globale sta estendendo le aree navigabili ed Helsinki presiederà il Consiglio Artico fino al 2019. Il Nord del Mondo è incorniciato tra Federazione Russa, Canada, Stati Uniti, le sue risorse sono oggetto di una attenzione crescente. I bilanci della Difesa dei Paesi Scandinavi e Baltici registrano quindi aumenti a due cifre.

All’inizio di agosto, il ministero della Difesa finlandese ha reso noto che due Hornet F-18 spagnoli avevano violato lo spazio aereo (Finlandia e Svezia non sono parte della Nato, pur partecipando ad alcune iniziative della organizzazione). Poco prima, Federazione Russa e Cina completavano esercitazioni militari congiunte nel Mar Baltico. La neutralità di Helsinki viene messa sotto pressione da entrambi i lati dell’Atlantico e le richieste russe di autorizzare l’attracco, il prossimo 18-20 settembre, della nave da guerra Kruzenshtern a Mariehamn, nell’arcipelago delle Åland –demilitarizzato nei patti tra Finlandia e Svezia – sono state respinte dal governo, che nutre il forte dubbio che si tratti di tentativi di mettere alla prova le reazioni dei vicini.

 

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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