Settimana clou per Conte. Salvini: «abbasseremo comunque le tasse»

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Eurogruppo e Ue compatti per la revisione dei conti italiani. Possibile nuovo vertice a tre prima dell’invio della lettera di risposta del governo a Bruxelles

Per il premier (e per l’Italia) sarà una settimana calda, e non solo dal punto di vista metereologico. Giuseppe Conte si è intestato in prima persona il negoziato con l’Europa per evitare la procedura di infrazione ma raggiungere l’obiettivo non sarà certo una passeggiata. La mediazione del presidente del Consiglio è duplice: da un parte c’è quella con Bruxelles, dall’altra quella con i due contraenti del contratto di governo.

Debiti governi Ue per Pil 2017/2018. Fonte: Eurostat

La speranza di disinnescare l’attacco per debito eccessivo da parte dell’Unione europea resta appesa alla lettera che il premier sta per inviare all’esecutivo comunitario per spiegare la posizione italiana nel dettaglio. Altre strade di dialogo alle viste non sembrano esserci soprattutto il giorno dopo l’esito di una due giorni a Lussemburgo di Ecofin e Eurogruppo che non pone grandi ostacoli all’avvio del sanzionamento a meno di impegni precisi per ridurre le spese in eccesso sul deficit già nel 2019 e la capacità di annullare le clausole di salvaguardia per il 2020.

Conte dovrà fare ricorso a tutto il suo savoir faire, cosa peraltro che gli viene dai più riconosciuta, anche perché sia a Palazzo Berlaymont – sede della Commissione europea – che dalle parti di Palazzo Chigi si attendono fatti concreti. L’opera di convincimento è iniziata già venerdì nel vertice dei Paesi Ue del Mediterraneo andato in scena a La Valletta, dove fra gli altri il premier ha parlato pure con il presidente francese Emmanuel Macron.

«Il governo ha soltanto 6 giorni di tempo per spiegare all’Europa dove troverà i 10 miliardi di euro richiesti da Bruxelles per adempiere agli obiettivi di deficit che non ha rispettato nel 2018 e non rispetterà nel 2019, per effetto dei 7 miliardi di buco di deficit lasciato nel 2018 e di quello da 3,5 miliardi che sarà lasciato nel 2019», spiega l’ex ministro Renato Brunetta (nell’immagine a sinistra), responsabile economico di Forza Italia.

Nell’Unione europea tanto i falchi quanto le colombe attendono, ma non troppo. In una settimana vogliono dall’Italia impegni seri a da attuare subito, sia per il 2019 che per il 2020. Conte cerca di prendere più tempo possibile per limare la lettera da spedire nella capitale Ue, ma il calendario gioca contro di lui. A Palazzo Chigi forse non siederanno tre governi, come dicono le malelingue, ma sull’approccio alla trattativa il premier, il M5S e la Lega sono dalla stessa parte della barricata solo dal punto di vista teorico.

                         Matteo Salvini

Nonostante gli impegni presi, ovvero trovare i 23 miliardi per neutralizzare l’aumento Iva e niente flat tax in deficit, oggi il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha ribadito come «il primo impegno che voglio mantenere nella manovra economica del prossimo inverno è tagliare le tasse a lavoratori e imprenditori italiani. Non c’è nessun braccio di ferro con l’Europa: ridurre le tasse è un nostro impegno e un nostro diritto, anzi un nostro dovere. Nessuno potrà impedirci di ridurre le tasse agli italiani».

Forte del successo alle urne Salvini, infatti, sa di aver promesso la flat tax, che la Commissione europea ma anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, vedono come il fumo negli occhi, e su questo punto non è disponibile a concessioni. Come se non bastasse la Lega, per bocca di Claudio Borghi, consigliere stretto di Matteo Salvini in materia di economia, rilancia anche sui minibot che: «sono nel contratto di governo», con buona pace di Tria.

     Dombrovskis, Moscovici e Tria

A questo punto e con queste premesse appare sempre più chiaro che la risposta da dare a Bruxelles entro l’ultimatum indicato potrà arrivare quasi certamente solo dopo l’ennesimo vertice tra il premier, il responsabile del Tesoro e i due vicepresidenti per allineare le posizioni. E questo summit dovrebbe avvenire prima della partenza di Conte per il Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì. Dopo le riunioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria con i commissari, Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis non è emerso alcun progresso sul negoziato.

Di “interventi necessari” sui conti italiani ha parlato anche l’Eurogruppo che, dopo aver ascoltato le proposte dell’esecutivo comunitario sull’Italia ha detto di sostenere la richiesta di «prendere le misure necessarie per rispettare le regole di bilancio». Perché, ridabiamo, il problema non è solo il buco 2018 che si trascina sul 2019, e per il quale Bruxelles vorrebbe che il governo italiano individuasse risparmi da fare qualora i dati positivi di Tria non si materializzassero. La questione è anche dare a questo punto rassicurazioni sul 2020, indicare le risorse per non aumentare l’Iva ed evitare l’introduzione della flat tax, anche di importo e platea limitata, in deficit.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © BBC,

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