L’Europa torna a scuola, tra mascherine e distanziamento

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Regno Unito, Francia e Spagna in classe con la paura della richiusura. L’esperienza della Germania, dove da inizio agosto si è ripartiti

Gli edifici scolastici si stanno ripopolando di studenti in gran parte dei Paesi europei. E, come in Italia, bambini e ragazzi tornano tra i banchi tra numerose incognite e i timori di insegnanti e genitori, a partire dalle incertezze sulla contagiosità dei più piccoli. La Germania lo ha già sperimentato, e si è trovata costretta a richiudere decine di istituti dopo l’emergere di nuovi focolai di coronavirus. In questa settimana ripartono le lezioni anche in Francia (domani, circa 12,4 milioni di allievi) e nel Regno Unito, mentre in Spagna si tornerà sui banchi a partire dal 7 settembre. Con misure e precauzioni che variano da Paese a Paese.

Non tutti riusciranno probabilmente a fare come la Danimarca, uno dei primi Stati occidentali a riaprire le sue scuole, ad aprile. Copenhagen ha separato gli alunni in micro-bolle di massimo 12 bambini, con orari di inizio delle lezioni sfalsati e banchi monoposto a 2 metri di distanza, tanto da rendere superflue le mascherine. La cui adozione è stata invece ritenuta necessaria altrove nel Vecchio Continente. A Parigi, ad esempio, dove si punta a un rientro in classe che sia «il più normale possibile», ha assicurato il ministro dell’Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer. In un video postato su Instagram, il presidente francese Emmanuel Macron ha mandato il suo buon “rentre’e” agli allievi che domani tornano a scuola. Di solito il capo dello stato visita una classe il primo giorno di scuola, ma domani non sarà possibile perché sarà in viaggio a Beirut.

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L’attesissima ripresa scolastica del 1 settembre avverrà seguendo poche ma precise regole: mascherine in ogni circostanza per insegnanti e studenti dopo gli 11 anni e principio della non mescolanza tra i gruppi di allievi. In caso di contagi, si procederà a test e isolamento. Ma l’importante ora è ripartire, a dispetto delle diverse migliaia di nuove infezioni registrate ogni giorno in Francia: «Bisogna essere attenti, ma non dimenticare gli imperativi educativi e sociali». La stessa linea è seguita dalla Spagna dove il ministro dell’Istruzione, Isabel Celaa, si è dichiarata convinta che «i benefici della scuola superano di gran lunga i rischi» e che in ogni caso «non esiste il rischio zero».

Il governo di Madrid ha siglato venerdì con le comunità autonome il protocollo con cui punta a riaprire in sicurezza: previsto l’uso generalizzato delle mascherine per i bambini sopra i sei anni, oltre al mantenimento delle distanze. Milioni di ragazzini si preparano a tornare sui banchi in settimana anche in Inghilterra e nel Galles. Per i bambini dai 7 anni in su, oltre che per il personale, la mascherina potrà essere adottata a discrezione delle scuole, qualora non si riesca a mantenere il distanziamento. Anche se il governo, nelle sue linee guida, “non raccomanda” l’utilizzo universale di questi dispositivi. In caso di contagio l’equipe di protezione sanitaria consiglieranno alla scuola quanti alunni dovranno essere mandati a casa per un auto-isolamento di 14 giorni.

In una lettera aperta indirizzata ai genitori del Regno Unito, il ministro dell’Istruzione britannico, Gavin Williamson ha anche esortato a non tenere a casa i propri figli: «Rischiano di perdere molto di più di qualche mese di apprendimento, potrebbero essere intaccate enormemente le loro future opportunità di successo». Nei giorni scorsi le massime autorità sanitarie del Paese avevano sottolineato come “pochissimi, se non nessun bambino e adolescente”, subirebbero danni di lungo periodo dal Covid-19 solo frequentando la scuola. Si va verso la riapertura, dal 1 settembre, anche in Belgio, uno dei Paesi con il tasso di mortalità pro capite più alto al mondo: tutti gli allievi dai 12 anni in su e gli insegnanti saranno tenuti a indossare la mascherina. E in settimana si tornerà a scuola anche in Polonia, per la prima volta da metà marzo, nonostante un numero record di infezioni registrate quotidianamente nei giorni scorsi.

In Germania le scuole sono state riaperte a partire dal primo agosto – il primo Land è stato il Meclemburgo-Pomerania – e il nuovo anno è ripartito ormai quasi in tutte le regioni. Mancano all’appello soltanto Baviera e Baden-Wuerttenberg, che riapriranno nelle prime due settimane di settembre. Da fine luglio il Covid si sta diffondendo di nuovo e nelle ultime settimane si segnalano oltre 1.500 nuovi casi al giorno. Le scuole però, per ora, non costituirebbero l’epicentro dell’allarme, provocato per lo più dal ritorno dei vacanzieri all’estero: a Berlino fino al 21 agosto erano 37 le scuole colpite dal Covid (il 4,5% delle 825 presenti nella capitale), secondo il Berliner Zeitung, che riporta anche di 7 casi di asili toccati dal contagio su 2.700. Giorni fa hanno provocato un certo scalpore i dati provenienti dalla Renania Palatinato, con un centinaio di scuole colpite. Ma anche lì le chiusure sono state pochissime: si intervienechirurgicamente“, mettendo in quarantena classi e insegnanti. In Norderno-Vestfalia le scuole colpite dall’epidemia, e dunque da parziali chiusure erano 31 già tre giorni dopo la riapertura. In Assia su 1795 scuole ne sono state chiuse sei, e la percentuale dei ragazzi in quarantena sarebbe dello 0,3%, secondo quanto riporta il Frankfurter Rundschau.

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L’esperienza tedesca può essere incrociata anche con i recenti studi pubblicati in materia. Stando al Centro europeo per il controllo delle malattie, la riaperturanon è associata ad un aumento significativo della trasmissione del virus“. Mentre una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul British Medical Journal ha garantito che il contagio grave per ragazzi èraroe i casi di morteinfinitamente rari“. «L’Oms sostiene pienamente gli sforzi per riaprire le economie e le società. Vogliamo vedere i bambini tornare a scuola e le persone tornare al posto di lavoro, ma vogliamo che sia fatto in sicurezza». Lo ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel suo briefing di oggi sulla pandemia di Covid-19.

 

Sophia Ballarin

Foto © Medicalxpress

Video © Eurocomunicazione/Euronews

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