La Giornata mondiale del donatore di sangue ha i colori della nostra bandiera

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Donatore sangue

Italia, ospite della manifestazione, fa un appello ai giovani

Il Belpaese ospiterà la celebrazione annuale dedicata al donatore di sangue attraverso il proprio centro nazionale Sangue. Istituita nel 2005 dall’Oms, si celebra nel genetliaco di Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh.

E se l’evento globale si svolge il 14 giugno a Roma, il 15 giugno 2021 vedrà un interessante convegno internazionale. “Give blood and keep the world beating”, tema e insieme messaggio della campagna, mira a sensibilizzare la popolazione mondiale sul tema della disponibilità e della sicurezza del sangue.

L’importanza dei donatori e del loro contributo per far sì che il cuore del pianeta continui a battere, salvando vite e migliorando la salute degli altri, è il primo aspetto che si intende sottolineare. Cui si unisce un appello globale: il numero di donatori, disposti a donare sangue regolarmente apportando così un beneficio alla salute di tutti, deve aumentare!

La sensibilizzazione e il reclutamento dei giovani è fondamentale.

In diverse nazioni i giovani donatori, indispensabile risorsa, sono stati i protagonisti di attività e di iniziative volte a raccogliere sangue sicuro mobilitando i donatori volontari non remunerati.

I dati mondiali della donazione

Ogni anno nel Mondo si contano in media 118,5 milioni di donazioni di sangue, il 40% delle quali raccolte nei Paesi ad alto reddito, dove risiede solo il 16% della popolazione. Sono 79 le Nazioni che raccolgono il sangue prevalentemente tramite donazioni volontarie e non remunerate, garanzia di maggiore sicurezza sia del prodotto sangue che delle scelte etiche che sono alla base della donazione.

In 56 Paesi, invece, più del 50% del totale della raccolta avviene tramite donazioni familiari o remunerate.

Una buona notizia: le donazioni volontarie e non remunerate sono tuttavia aumentate di 7,8 milioni nel quinquennio 2013 – 2018.

L’intervista

Per comprendere quale sia la situazione sangue in Italia abbiamo incontrato Massimo Ferrarini, neo eletto presidente di AvisComunale Milano.

Ha recentemente iniziato una nuova avventura in Avis – Comunale di Milano. Dopo molti anni da donatore, ora governa infatti la sede che ha visto i natali dell’Associazione italiana volontari del sangue.

Come si è avvicinato a questa istituzione, fondata proprio a Milano il 27 maggio 1927?

«Sono donatore da oltre 20 anni, mi sono avvicinato ad Avis Milano dopo aver conosciuto l’attuale direttore generale, Sergio Casartelli. Con la mia azienda forniamo le colazioni dei donatori a prezzi calmierati, annualmente doniamo strumentazione medica richiesta e accogliamo l’unita mobile 2/3 volte l’anno in azienda, coinvolgendo donatori anche delle aziende a noi vicine».

«Nella nostra comunità di oltre 5.000 clienti contribuiamo a diffondere la cultura del dono. Tutti i nostri collaboratori e dipendenti vestono una divisa che, oltre al logo aziendale, mette in mostra il logo “Avis Milano” presente in tutta la nostra comunicazione».

La Giornata mondiale del donatore di sangue 2021 ha i colori della nostra bandiera, qual è il messaggio principale di questa edizione?

donatore sangueLo slogan scelto dall’Oms per le celebrazioni di quest’anno è “Give blood and keep the world beating”. Un modo per celebrare il ruolo dei donatori che, con la loro scelta etica, volontaria e non remunerata, periodicamente contribuiscono a salvare vite umane e ad assicurare terapie salvavita per tanti pazienti.

Donare durante la pandemia

Il mese scorso il direttore del centro nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis, ha ricordato che: «Il risultato degli sforzi che abbiamo messo in campo insieme alle strutture regionali di coordinamento e alle Associazioni e Federazioni del Civis – di cui fanno parte Avis, Cri, Fidas e Fratres – è che la donazione rimane una procedura assolutamente sicura». Concludendo che «non si hanno notizie di focolai tra i donatori o gli operatori dei centri di raccolta. I donatori non rappresentano quindi una categoria più a rischio di contrarre il virus».

Presiedere Avis comunale di Milano oggi significa (anche) affrontare il difficile percorso di ripresa dopo la pandemia. Quali sono state, e sono ancora, le maggiori criticità cui fare fronte?

«L’Associazione oggi deve fare i conti con la penuria di medici e infermieri precettati per la vaccinazione di massa. Questo è un serio problema che rischia di prolungarsi per una possibile terza dose di vaccino anti Covid-19. È paradossale il fatto che le unità mobili di raccolta – UdR non riescano a recarsi presso le aziende, i cui dipendenti e collaboratori si sono resi disponibili alla donazione, per mancanza di personale medico e infermieristico».

Vi sono altre criticità?

«Sì. Pur trovandoci in una situazione di autosufficienza di sangue, dobbiamo inoltre fare i conti con la compatibilità del gruppo sanguigno. Spesso ci troviamo con scorte purtroppo non utilizzabili, mentre mancano quelle necessarie per mancanza di compatibilità. Dobbiamo e possiamo fare di più, In Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti, 30 milioni potrebbero essere donatori. Oggi purtroppo i donatori sono meno di tre milioni: dobbiamo diffondere una maggiore cultura sociale».

Ringraziare i donatori e motivarli

In una pubblicazione sull’impegno dell’Associazione durante la guerra e la resistenza di diversi anni fa, troviamo queste righe:

“Questa è una storia raccontata da coloro che l’hanno vissuta, uomini e donne che, in tempi drammatici per il nostro Paese, hanno trovato il coraggio e la generosità di pensare anche agli altri”.

Presidente, potrebbero essere le sue parole di ringraziamento e attestazione di stima da indirizzare ai volontari in occasione della Giornata mondiale del donatore?

«Sicuramente l’anno che ci lasciamo alle spalle è stato un anno drammatico, da molti punti di vista. Il lockdown, la paura, l’incertezza, le aziende e le scuole chiuse hanno colpito duramente il mondo delle donazioni di sangue. Il volontario, donatore di sangue, è mosso da un grande senso di solidarietà e condivisione. Lo dice bene lo slogan di quest’anno dona sangue e permetti al Mondo di continuare a battere. Oggi più che mai i volontari dimostrano di essere persone coraggiose, degne di tutta la nostra stima e che dovrebbero essere ringraziate quotidianamente per quello che fanno».

I valori sottesi alla donazione di sangue

Donare il sangue è molto più di un gesto: per farlo con costanza occorre seguire regole comportamentali ben delineate. Potremmo definire il dono del sangue come uno stile di vita?

«È vero che donando si fa anche del bene a se stessi. Il sistema sanitario ha però la necessità di ricevere un prodotto, un’unità di sangue con i parametri corretti e che si possa trasfondere. Il donatore quindi viene sottoposto ai primi controlli per ottenere l’idoneità a donare.

Giornata Donatore Sangue

Questo è il minimo sindacale. Il donatore ben controllato dona una sacca di sangue utilizzabile per la trasfusione. Avis ha il dovere di preoccuparsi della sua salute e di accompagnarlo nel corso della sua vita, tutelando e monitorando il suo stato di salute per quanto nelle nostre possibilità».

Avis – Comunale Milano si impegna a prendersi carico della salute del donatore e del suo stile di vita.

Questi agisce con gratuità, il suo dono è anonimo e non retribuito. È così in ogni parte del Mondo?

«Nel Mondo ci sono tre modalità di raccolta del sangue: donazioni volontarie, la famiglia del malato, un pagamento. Puntare ad avere un sistema volontario e non retribuito, come in Italia, è uno degli obiettivi dell’Oms, perché in questo modo il volontario si reca per spirito solidaristico e lo fa con regolarità, dando seguito a un’analisi della salute periodica e garantendo così standard di sicurezza elevatissimi».

Positività emotiva per il benessere della collettività

Quali sono i valori che entrano in gioco nel donatore di sangue?

«Donando sangue si salvano vite, va tutelato il sistema trasfusionale italiano e i pazienti che necessitano di terapie trasfusionali. Donare è un gesto semplice, che ti fa stare bene, ti fa stare dalla parte giusta, ti gratifica, perché non farlo? Spesso si incontrano persone affrante, perché non idonee alla donazione. È confortante vedere come queste, probabilmente afflitte da un senso di colpa per la loro innocente inidoneità, si prodighino nel cercare persone loro vicine, spingendole a diventare donatori.

Diamoci da fare, coinvolgiamo amici, parenti, conoscenti a compiere un atto che costa poco, ma vale tanto e in più ti educa ad uno stile di vita sano e perennemente sotto controllo medico in forma gratuita».

Bene prezioso, non riproducibile artificialmente

Il dono del sangue e degli emoderivati è un gesto semplice e generoso che getta le basi di un diritto che a molti esseri umani è ancora negato. Avere a disposizione sangue sicuro in caso di bisogno. Il sangue umano è un prodotto naturale, non riproducibile artificialmente e indispensabile alla vita. Il sangue e suoi componenti sono raccolti e stoccati secondo rigidi protocolli e norme di qualità e di sicurezza applicate nella loro raccolta, controllo, lavorazione, conservazione e distribuzione.

Essi sono essenziali nei servizi di primo soccorso, in chirurgia, in ostetricia. Così come nella cura di diverse malattie, tra le quali quelle oncologiche, quelle ereditarie del sangue, e nei trapianti. Ogni donazione può aiutare fino a 3 persone.

Quali sono gli scenari in cui la disponibilità di sangue puòletteralmente salvare la vita?

«Pensiamo al comune cittadino che vive con un familiare, diciamo un figlio, affetto da talassemia. Il cui fabbisogno è di due, tre sacche di sangue ogni 15 giorni. Il fatto di averle a disposizione per la trasfusione fa la differenza tra restare in vita oppure no».

La possibilità della cura, però, nasce dalla disponibilità del sangue e degli organi, che dipende a sua volta da scelte personali del singolo individuo. Scelte che passano dall’esempio – le famiglie i cui membri sono tutti donatori sono tutt’altro che rare – e dalla sensibilizzazione della collettività.

I giovani sono il presente, ma a loro spetta anche il compito di disegnare il futuro

Vuole fare un appello alle nuove generazioni?

«La circolarità è un concetto di moda. Ecco, applichiamolo anche alla donazione di sangue. Oggi devo donare, perché qualcuno ha bisogno del mio sangue, domani potrei essere io, o i miei familiari, a trovarmi nella stessa situazione. Senza questo bene prezioso, la sanità non potrebbe esistere così com’è. Dinanzi a un intervento chirurgico complesso, un’urgenza, un trapianto di organi, una certa tipologia di malattia cronica, non potrebbe esserci cura, senza le sacche di sangue».

Cosa auspica che avvenga in questo 2021?

«Veniamo tutti da un periodo di sofferenza, figlio della pandemia ancora in corso. Compiere una, o più buone azioni, aiuta a creare uno stato di positività emotiva nel periodo successivo all’azione. Facciamolo durare di più questo gesto, rendiamo contagioso il nostro benessere emotivo: gli altri e soprattutto i centri trasfusionali ci ringrazieranno».

Ringraziamo il presidente Ferrarini che, impegnato durante le celebrazioni nell’evento All you need is blood, lunedì 14 giugno raggiungerà il Comune di Milano in bicicletta dove consegnerà un vessillo al sindaco insieme ad altri donatori meneghini.

Il dono parla una lingua universale

Torniamo alle celebrazioni della Giornata mondiale del donatore di sangue che, grazie alla generosa collaborazione dell’Ente nazionale sordi, sarà interamente interpretata nella Lingua italiana dei segni.

Il 14 giugno aprirà l’appuntamento istituzionale un videomessaggio di Papa Francesco. Le massime autorità istituzionali d’Italia, i vertici dell’Oms e degli altri enti promotori dell’iniziativa uniranno poi la propria voce per ricordare l’importanza della donazione di sangue.

E lo faranno anche una serie di cantanti, che insieme ad Anggun, ambasciatrice 2021 del dono nel Mondo, parleranno in musica.  

Il simposio scientifico del 15 giugno approfondirà il tema della gestione dei donatori e della risorsa sangue, analizzando le principali insidie rappresentate da un’emergenza tanto globale quanto imprevista come la pandemia. L’incontro riunirà esponenti della comunità scientifica di cinque continenti, chiamati a confrontare le loro esperienze sul campo per fronteggiare una sfida che accomuna ogni angolo del Pianeta.

Solidale e sicuro

Il coinvolgimento e il supporto di ciascuno contribuirà a garantire un maggiore impatto della Giornata mondiale del Donatore di sangue 2021, aumentando il riconoscimento del valore del dono in tutto il Mondo. Donare il sangue è un atto di solidarietà che salva la vita!

La donazione, almeno in Italia, è e sarà sempre anonima, volontaria, periodica e non remunerata. Oltre che consapevole. Garanzia per la salute di chi riceve e di chi dona.

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Sangue, Avis – Comunale Milano, Eurocomunicazione

 

 

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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