Ungheria, giro di vite sui diritti Lgbtq+

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LGBTQ+

L’attuazione della legge dipenderà dalla vigilanza dei tribunali e dei pubblici ministeri

Ungheria, diritti, Lgbtq+. Quale parola in queste ore sembra l’intrusa?

Le prossime elezioni parlamentari ungheresi nell’aprile 2022 saranno un grande banco di prova per Viktor Orban. Primo ministro dal 2010, ha vinto tre elezioni nazionali di fila, e ora intende porre alcune pietre miliari.

Governo in corsa

Il Governo nazionalistaconservatore ungherese, accusato più volte di minare la democrazia del Paese, si è scontrato più volte con i funzionari dell’Ue su questioni riguardanti lo stato di diritto. Orban adesso risponde che “il Parlamento Ue si è rivelato un vicolo cieco in termini di rispetto dei criteri della democrazia europea”.

Tutto questo avviene nelle ore in cui il premier conservatore del partito di Governo Fidesz, di destra e populista, ribadisce ostilità verso il fenomeno migratorio. Ma accanto a questo, che definisce un “maleorganizzato, se ne presenta un altro, di portata inaudita.

Lgbtq+

La comunità Lgbtq+ ungherese è per Orban un pericolo di prim’ordine, tanto da meritare una legge ad hoc. Stranezza vuole che questa, approvata recentemente dal Parlamento ungherese con 157 voti a favore e uno contrario, sia denominata “legge sulla pedofilia“. Essa, infatti, istituisce misure più severe contro i pedofili e la pedofilia, cui di fatto associa – con una serie di emendamenti – le persone Lgbtq+.

LGBTQ+

«Oggi è una giornata nera per i diritti della comunità Lgbtq+ e di tutta l’Ungheria» ha dichiarato David Vig, direttore generale della sezione magiara di Amnesty International.

Háttér Society, organizzazione per i diritti Lgbtq+ ha risposto al disegno di legge affermando che “la maggior parte degli studenti Lgbtq+ è stata molestata verbalmente a causa del proprio orientamento sessuale o dell’espressione di sé”.

Normative e diritti dell’individuo in antitesi?

La legge, ultimo strumento politico del primo ministro per consolidare il sostegno in vista di elezioni importanti, mina ulteriormente i diritti di molti cittadini.

Sposarsi, adottare bambini e ottenere il riconoscimento legale di genere per le persone transgender, è ora proibito. E non solo: il collegamento alla pedofilia non giova al processo di accettazione di quella che per alcuni è diversità, per molti altri normalità.

Seguendo l’esempio della legge russa sullapropaganda gay” del 2013, il Governo infatti oggi accomuna – quasi appaia – l’omosessualità con la pedofilia. Lo fa con efficacia e proibisce la diffusione di contenuti che il governo considera volti a promuovere la segregazione di genere, la riassegnazione di genere o l’omosessualità.

Fidesz, secondo chi contrasta la legge, ha aderito alle clausole omofobe, facendo un copia/incolla della legislazione russa anti-Lgbtq+.

La costituzione

La costituzione ungherese fa già riferimento alla identità di genere. Vi troviamo scritto: “L’Ungheria protegge il diritto dei bambini all’identità personale in base al loro sesso di nascita e garantisce un’istruzione in conformità con i valori basati sull’identità costituzionale e sulla cultura cristiana dell’Ungheria“.

La nuova legislazione si aggiunge a questo quadro, affermando che l’insegnamento della cultura sessuale, della vita sessuale, dell’orientamento sessuale e dello sviluppo sessuale dovrebbe essere allineato alla costituzione.

Questa è la quarta legge introdotta per limitare i diritti Lgbtq+ dal 2018. Nel 2020, il Parlamento ungherese ha modificato la sua costituzione per inserire che “il padre è un uomo e la madre è una donna”. Si tratta del nono emendamento alla costituzione dalla sua completa rielaborazione avvenuta nel 2012. In Ungheria famiglia significa solo il matrimonio tra un uomo e una donna.

Secondo i dati del sondaggio più recente, tuttavia il 46% degli ungheresi sostiene il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il 56% sostiene i diritti di adozione per le coppie dello stesso sesso.

Un passo della normativa

Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni

Il membro di Fidesz e presidente dell’Assemblea nazionale ungherese, László Kövér, commenta che «moralmente, non c’è differenza» tra le coppie dello stesso sesso che desiderano adottare o sposarsi e i pedofili. «Dobbiamo combattere contro queste idee occidentali e mantenere i valori cristiani», ha poi voluto aggiungere.

La legge impatterà sull’educazione sessuale nelle scuole

In Ungheria le campagne scolastiche e i programmi educativi sono stati fondamentali per aumentare la consapevolezza sull’uguaglianza. Si teme che la nuova legislazione ponga fine a tutto questo, limitando al contempo i diritti umani fondamentali come la libertà di parola e di espressione.

Mentre oltre 10.000 persone sfilano a Budapest a sostegno dei diritti di ciascuno, si apprende che la lotta alla devianza colpirà – con la censura – anche la cultura.

Pellicole come Harry Potter, Billy Elliot, Il diario di Bridget Jones – per noi acqua fresca – saranno banditi.

Così come ogni manifestazione educativa, formativa e culturale che dia ossigeno alla comunità distinta dai colori dell’arcobaleno.

Il vecchio continente vive realtà diverse

Quanto avviene in Ungheria è molto lontano dalla realtà vissuta dall’Italia, dove si discute da mesi sull’approvazione del Decreto di Legge Zan (nome del suo relatore). Il provvedimento, contro l’omofobia, si propone di prevenire e contrastare la discriminazione e la violenza. Si vuole difatti agire in termini di «prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità». Cosa si intende per “sesso”? Il riferimento è al sesso biologico o anagrafico (quello con cui si nasce). Con “genere”, invece, si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona, che sia “conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”. Leggasi: tutela della libera espressione individuale, a prescindere dalle aspettative della società.

Stonewall

Tutto iniziò ufficialmente a Stonewall (Inn), bar gay nel Greenwich Village, distretto di Manhattan, New York.

I moti di Stonewall, serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e polizia, iniziati la notte del 27 giugno 1969, diedero i natali al movimento di liberazione gay. Da allora il 28 giugno, e in generale il mese di giugno, è stato scelto dal movimento Lgbt come data della “giornata mondiale dell’orgoglio Lgbt” o Gay pride.

Stonewall è ora una organizzazione. Fondata il 24 maggio 1989, un anno dopo il giorno in cui la Sezione 28 è diventata legge. La sezione 28 vietava la “promozione dell’omosessualità” da parte di scuole e consigli in tutto il Regno Unito e portava a una soppressione totale delle identità Lgbtq+ nelle scuole.

Il (controverso) ente di beneficenza Lgbtq+ chiede agli insegnanti di smettere di usare i termini “ragazzo” e “ragazza” e usare invece la parola “studente”. Mentre esorta le scuole ad abbandonare tutte le lingue e le uniformi di genere. Oggi Stonewall rappresenta le persone Lgbtq+ ovunque. Immagina infine un mondo in cui tutte le persone Lgbtq+ siano libere di essere loro stesse e possano vivere appieno le loro vite.

Parlavamo delle aspettative che, tanto più sono grandi, tanto più possono discriminare e fare paura.

Edoné – La sindrome di Eva

Ne parla, ora nei cinema, EdonéLa sindrome di Eva film italiano scritto, diretto e interpretato da ragazzə fra i 18 e 24 anni ed è dedicato aə studentə delle scuole superiori. La pellicola affronta temi cari ai giovan*: consenso, identità sessuale, poliamore, omosessualità, sexting, Bdsm, diritto al piacere e l’erotismo nell’arte.

«Vorrei che ci raccontassero le verità scientifiche che nessuno ci dice. Che ci raccontassero quanto è bella e meravigliosa la sessualità e non solo quanto è pericolosa».

La trama. Cinque adolescenti di oggi, una festa proibita, l’arrivo della polizia, la fuga in un bosco sospeso nel tempo, una strana casa che sembra uscita dagli anni ’70 della rivoluzione sessuale. E poi un diario misterioso, un segreto di famiglia dimenticato da anni: una storia d’avventura, amicizia e scoperta, un viaggio senza tabù nel mondo dell’erotismo e del piacere. Il sesso di solito non ha età, questa volta sì.

Il vecchio continente fatica a trovare una linea comune

Mentre Orban agisce con mano ferma contro alcuni diritti a favore di altri, Stonewall spariglia le carte. Facendo tremare i polsi di un considerevole numero di persone. Consiglia infatti (tra l’altro) al personale scolastico di “evitare di dividere gli studenti per genere che attraverso l’uniforme, le attività sportive o altri aspetti della vita scolastica. Altrimenti potremmo dividerli arbitrariamente anche per colore preferito, mese di nascita o altro”.

Urge un confronto di comunità. Tra nazioni, culture e generazioni.

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © The Conversation, Olga-B-WBFO, Affari internazionali, The New York Times

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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