Don’t Worry Darling, niente è come sembra essere

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Don't Worry Darling

Il Golden man Harry Styles e una meravigliosa Florence Pugh nell’atteso thriller di Olivia Wilde

Un titolo che suona come una rassicurazione. Poche parole che raccontano una storia immaginata per mesi, anche grazie ai trailer diffusi. Esce al cinema Don’t Worry Darling, il film di Olivia Wilde con protagonisti Harry Styles e Florence Pugh. Nel cast recitano anche la stessa Olivia Wilde, Gemma Chan, Kiki Layne e Chris Pine.

Presentato in anteprima mondiale fuori Concorso al 79º Festival del cinema di Venezia e accompagnato da tante polemiche sui rapporti più o meno discrepanti tra la regista e la protagonista, Don’t Worry Darling approda in sala il 22 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

Don't Worry Darling

La lavorazione del film non è stata facile. Una produzione complicata vissuta durante la pandemia, sotto un’immensa pressione causata da un periodo storico travagliato e caotico che mai dimenticheremo.

La figura femminile, esaltata e al centro della storia

Cosa aspettarsi da un titolo tanto atteso? Don’t Worry Darling è un thriller psicologico, molto audace ma non tanto quanto ci si aspetta, o quantomeno non sotto i punti di vista finora messi in evidenza. Le tanto chiacchierate scene di sesso non sono assolutamente scandalose come si è ipotizzato, anzi. Rappresentano più un’esaltazione del piacere femminile, poco esposto nel cinema ma fortemente voluto dalla Wilde. Ed è proprio la figura della donna che assume qui una valenza del tutto significativa, va oltre gli schemi, le percezioni e ciò che gli viene imposto di credere come reale. Don’t Worry Darling ha una trama contorta, intricata, complessa, scandita da spunti narrativi interessanti. Indubbiamente è un film visivamente sbalorditivo.

Un viaggio emozionale tra ordine e caos

Basato su una storia di Carey Van Dyke & Shane Van Dyke e Katie Silberman che ne firma anche la sceneggiatura, Don’t Worry Darling è un film che ti catapulta in un apparente mondo ordinato e felice. Ma la realtà va oltre tutto questo. Se pensate di ottenere tutte le risposte alla fine delle due ore non sarete accontentati. Olivia Wilde, che firma anche la produzione insieme a Katie Silberman, Miri Yoon e Roy Lee, ci conduce in un viaggio emozionale e ci lascia sbirciare dalla serratura la vita apparentemente perfetta di una coppia giovane e innamorata. Qualcosa alla fine resta in sospeso e siamo noi a osservare i giusti punti di vista e trarne le conclusioni.

Possiamo realmente affermare di essere felici solo quando riusciamo ad avere tutto sotto controllo? Il caos è davvero nemico del progresso? E se ci fosse altro e ben oltre l’apparente benessere visibile agli occhi di tutti?

La storia

Alice (Pugh) e Jack (Styles) vivono nella comunità idealizzata di Victory, una città aziendale sperimentale. Qui gli uomini lavorano a un progetto top-secret e le mogli si godono il benessere e la tranquillità. L’ottimismo della società degli anni Cinquanta, propugnato dall’amministratore delegato Frank (Pine), visionario e life coach motivazionale, caratterizza ogni aspetto della vita quotidiana nell’affiatata utopia del deserto.

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Mentre i mariti trascorrono ogni giorno all’interno del quartier del Victory Project, lavorando allo sviluppo di materiali avanzati, le loro mogli, tra cui l’elegante compagna di Frank, Shelley (Chen), possono trascorrere il loro tempo godendosi la bellezza, il lusso e la dissolutezza della loro comunità. Una cosa viene chiesta in cambio: discrezione e impegno indiscusso per la causa di Victory.

Quando Alice inizia a farsi delle domande appaiono crepe nella vita idilliaca che la unisce a Jack.

Costruzioni dei personaggi

I temi provocatori e riconoscibili del progetto del film hanno sin dal principio suscitato l’interesse di Florence Pugh. «Racchiude dinamiche diverse: il controllo, la manipolazione, l’oppressione, le relazioni, le fantasie sessuali. Affronta l’interrogativo Come ti comporteresti se scoprissi che la vita che conduci e che reputi perfetta, invece non lo è affatto?», sottolinea la protagonista.

Il personaggio di Jack, rampante marito amorevole, è articolato più di quello che appare sin dalle prime scene, durante la visione del film se ne comprende l’impatto che ha sulla storia. «Penso che si tratti di relazioni, fiducia, tradimento, amore, passione, sesso, sole e… Palm Springs», spiega in poche parole Harry Styles.

Tutto parte del concept della storia nato dopo aver visionato vecchie pubblicità degli anni Cinquanta. «Molte dipingono una società patriarcale perfetta con le donne che servono i mariti sempre col sorriso sulle labbra. Il mondo raffigurato ci sembrava artificiale, difficile da credere che fosse reale. Pensando di tornare indietro nel tempo, il mondo rappresentato in quelle pubblicità nelle nostre menti è diventato un posto terrificante, specialmente per una donna e volevamo trovare un modo per esplorarlo attraverso la lente di un thriller», confessano i Van Dyke.

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Alice e Jack sono una meravigliosa coppia e follemente innamorati. Il film racconta una storia d’amore profonda e autentica, anche se potenzialmente malata e al tempo stesso reale e puro tanto da travolgere gli spettatori con la sua intensità.

Un Eden come set del film

Wilde e Silberman hanno immaginato una vita idilliaca e lussuosa, ispirandosi alla sontuosità e al fascino visivo degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta, puntando alla città californiana del deserto che è diventata sinonimo di relaxed glamour e indulgenza, Palm Springs.

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L’idea era di creare un luogo dove tutti i desideri venissero appagati. «Abbiamo deciso di costruire un mondo talmente meraviglioso che nessuna persona sana di mente penserebbe di distruggerlo», aggiunge la Wilde.

Victory è una città, sconosciuta, seducente e avvolta nel mistero. Splende sempre il sole, sotto ogni punto di vista. È un micro mondo creato e orchestrato dagli uomini, finché una donna non ne prende coscienza. E sta proprio qui il potenziale della trasposizione cinematografica.

Ammaliati dalla bellezza della tranquillità

«Se avessimo una vita idilliaca perché dovremmo distruggerla? Questo è ciò che tutti dobbiamo chiederci e chi si fa domande fa la differenza», sostiene la regista. Il coraggio è certamente il perno attorno al quale ruota la storia.

Una melodia misteriosa

Nel silenzio della tranquillità quotidiana la mente di Alice produce una melodia tanto dolce quanto inquietante e prominente. Poche note che riecheggiano in vari momenti della storia e ti entrano in testa subito. Note che squarciano pensieri, ricordi, frammenti di un presente o di un passato di Alice e Jack. Questa melodia è stata composta da Harry Styles in cinque minuti al pianoforte, come ha recentemente dichiarato il cantante a Variety «volevo che fosse dolce e allo stesso tempo inquietante, interamente indipendente dal contesto».

Alice, tra dolcezza e fermezza

La protagonista femminile è il perno della storia e lei è tutto tranne la tipica casalinga degli anni Cinquanta. Ciò che impatta sullo spettatore è quanto la sua relazione con il marito sia paritaria, appassionata e contemporanea.

«La differenza tra Alice e le altre mogli è che lei non è così vincolata e convenzionale. Penso sia dovuto al rapporto che ha con Jack, lascia che lei sia sé stessa, libera di indossare i vestiti che più le piacciono, sensuale e provocante.

Il marito le permette di essere essenzialmente più moderna. Tutto in lei è rilassato, dal modo in cui si muove e come balla durante il giorno», racconta Florence Pugh che ha dato nuovamente prova del suo talento in un’interpretazione eccellente e coinvolgente.

Jack Chambers, tra amore, dedizione e possesso

«La scelta di Jack è stata complicata, perché dovevamo trovare un degno partner di scena per Florence. Non volevamo il tipico uomo degli anni Cinquanta. Il loro legame doveva sembrare genuino, autentico e caloroso, speciale», confessa Wilde. La regista è rimasta colpita dalla performance di Harry Styles in Dunkirk di Christopher Nolan, film sulla seconda guerra mondiale nominato all’Oscar. «Ho pensato che avesse la giusta presenza scenica, intelligenza e impavidità», conclude.

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Il risultato è un’interpretazione in cui il cantante inglese emerge dando prova anche di doti attoriali degne di nota. Il protagonista maschile non è di facile comprensione fino alla fine della pellicola eppure lui ce lo mostra su diversi livelli, concedendoci la capacità di leggere oltre le sue espressioni e i suoi comportamenti.

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«Jack è un marito innamorato della moglie, che alla fine della giornata lavorativa è felice di tornare a casa e passare tempo insieme a lei. In un certo senso sembra un rapporto piuttosto banale, un matrimonio stereotipato, vecchio stile, perfetto. Credo che siano legati quasi in maniera ossessiva. Come dire noi contro il mondo», spiega Harry Styles.

L’amicizia femminile

Emerge un altro rapporto importante, quello tra Alice e la migliore amica Bunny interpretata dalla stessa Wilde. Bunny è una persona forte e sofisticata, con un’ironia tagliente. «Sono affascinata dall’amicizia femminile e da tutte le sue complessità», aggiunge Wilde.

Due anime British unite sul set

«È elettrizzante stabilire una connessione divertente con qualcuno e penso che forse sia stato anche il fatto che, essendo stata lontano da casa per così tanto tempo, mi sono ritrovata insieme a un collega inglese sul set. Sembrava di stare con un vecchio compagno di classe», rivela Florence Pugh.

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Complimento che è stato apprezzato da Styles. «Florence ha talento ed è stato facile lavorare con lei. Ha apportato tanta vitalità ad Alice. Il magnetismo che ha espresso in Alice ti fa piacere subito il personaggio. A lei non piace fare le cose a metà ed è stato davvero stimolante vederla lavorare e trarne insegnamento», sottolinea il cantante britannico dopo la sua seconda esperienza hollywoodiana.

Particolarità in evidenza

Ci sono delle piccole chicche che non passano inosservate. L’esibizione di Dita Von Teese con il suo spettacolo di burlesque in una sequenza caleidoscopica rilevante.

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Styles si è cimentato in un coinvolgente tip tap.  Il cantante/attore ha lavorato con la coreografa Denna Thomsen nelle settimane precedenti alle riprese della scena. «È stata come una sfida in più, oltre alla recitazione nel film, ed è stato fantastico provare qualcosa di diverso», precisa Styles.

L’uomo rivelazione

Il 2022 sarà sicuramente ricordato come il suo anno. Harry Styles negli ultimi anni è diventato una delle forze più influenti della cultura moderna nel mondo della musica, della moda e del cinema.

Dopo gli esordi a XFactor UK da 16enne, i successi mondiali con il gruppo One Direction, ha rischiato, osato, mostrato le sue capacità e oggi sta consolidando la sua fama, raggiungendo sempre nuovi picchi, in termini di creatività e successo. E non si risparmia niente, presenziando le premiere del film sia a Venezia che a New York, tra una data e l’altra del suo interminabile Love On Tour che lo sta portando in giro per il mondo da un anno e che proseguirà culminando il prossimo 22 luglio in Italia.

Ai vertici delle classifiche mondiali con una popolarità da record Styles rappresenta un vero e proprio fenomeno culturale. E concluderà l’anno con un altro atteso film, My Policeman, basato sul romanzo di Bethan Roberts.

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Il cantante british ha dato prova delle sue doti attoriali. Dopo la toccante interpretazione in Dunkirk si è unito all’Universo Cinematografico Marvel nel ruolo di Eros in Eternals. Le sue performance drammatiche hanno sorpreso il pubblico, soprattutto in contrapposizione con le battute comiche che lo caratterizzano. È una figura unica nella cultura pop, una star che combina un’arte innovativa con un’enorme popolarità; per tante persone la sua musica rappresenta una fonte di luce e speranza in questi tempi difficili. Ha sorpreso la sua  raffinatezza nel debutto da solista con l’album omonimo, Harry Styles, per poi aggiudicarsi un Grammy dopo il vendutissimo Fine Line. Ha ottenuto il plauso della critica con una popolarità senza precedenti grazie a Harry’s House, un mix perfetto di intimità e audacia che si evolve nell’esplorazione cantautoriale in identità, comunità e amore.

 

Alessandra Caputo

Foto ©2020 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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