Italia, il punto sulla legge di bilancio

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legge di bilancio

Arrivato oggi il via libera da Bruxelles, seppur con alcune riserve. Meloni esulta: «Il nostro lavoro paga»

La carta costituzionale repubblicana impone, attraverso una disposizione di legge specifica (espressa dall’art. 81 cost.), che la legge di bilancio dello Stato, per l’anno successivo a quello corrente, debba essere approvata da entrambi i rami del Parlamento entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno corrente. Se con ogni probabilità anche stavolta l’obiettivo sarà necessariamente adempiuto nei termini stabiliti, è pur vero che il ritardo nell’iter di approvazione è notevole, complici dei rallentamenti dovuti a vari fattori. In primis i dissidi interni nell’ambito della maggioranza di Governo, poi le polemiche con il fronte delle opposizioni che in varie commissioni si sono messe di traverso alzando le barricate. Non ha infine aiutato sicuramente anche la data nella quale si sono svolte le elezioni politiche nazionali. Mai in Italia fino al 2022, infatti, si erano tenute delle consultazioni elettorali valide per il rinnovo del Parlamento nel mese di settembre e, in generale, nel periodo autunnale.

Lasciapassare Ue

Ovviamente, aspetto ancor più rilevante, c’era da attendere l’ok definitivo di Bruxelles, dove lo scandalo del Qatargate tiene banco fra lo shock generale e ha stravolto anche parzialmente l’agenda politica dell’Unione. Ma alla fine il fatidico ok oggi è arrivato. Secondo la Commissione europea il piano di bilancio è basato suassunzioni macroeconomiche plausibili sia nel 2022 che nel 2023“. «L’opinione è complessivamente positiva con alcuni rilievi critici», ha dichiarato Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici. Il premier Meloni esprime compiacimento: «Soddisfatti, Ue conferma la bontà del nostro lavoro, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta. In questa direzione continueremo a lavorare nell’interesse dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese».

Quali sono stati i principali rilievi critici

Le note in cui sono state segnalate maggiori perplessità da parte dalla Commissione e più in generale una sollecitazione alla cautela, riguardano principalmente l’innalzamento del tetto alle transazioni in contante – che per volere dell’esecutivo passa da € 2.000 del 2022 a 5.000 a partire dal 1° gennaio 2023- e il limite istituito da Roma, fissato in 60 euro, sotto al quale l’esercente può rifiutarsi di accettare pagamenti digitali (che quindi richiedano l’uso del pos).

Consigli da Bruxelles

Un invito a compiere migliorie anche in merito alla misura che la Commissione definisce “equivalente a un condono”, cioè la cancellazione dei debiti fiscali per importi inferiori a 1.000 euro relativi al periodo 20002015. Questo provvedimento faceva parte del programma di Governo della coalizione di centrodestra, voluto in particolare fortemente dalla Lega di Matteo Salvini (ministro delle Infrastrutturee dal suo vice nel partito Giancarlo Giorgetti (ministro dell’Economia). Secondo i due importanti esponenti di Governo è una misura economica di fondamentale importanza, ribattezzata “pace fiscale”. E sarebbe necessaria da attuare in quanto, come confermato da un report della medesima Banca d’Italia, ci sono attualmente migliaia di cartelle esattoriali aperte ma ormai inesigibili, che attraverso questa norma di legge si potrebbero sbloccare.

Segnatamente coloro a carico dei quali c’è una sorta “conto in sospeso con il fisco” hanno la possibilità di estinguerlo pagando una percentuale dell’importo totale che dovrebbero versare allo Stato e consentendo allo stesso tempo all’Agenzia delle entrate di incassare e recuperare almeno un parte del gettito. Per il Governo italiano quindi era un provvedimento che esprimeva un duplice vantaggio, per il cittadino che non era riuscito a pagare interamente il suo debito e per lo Stato che in tal modo riesce a far crescere la voce “recupero dell’evasione”.

Sul pos pronta la marcia indietro

Per ora i 60 emendamenti annunciati come “super segnalati” dalla maggioranza non sono stati scelti e ognuno desidera far passare i propri temi chiave, mentre per quelli del Governo bisognerà aspettare ancora qualche giorno.legge di bilancio Lesecutivo comunque pare intenzionato a raccogliere i miti consigli proveniente dall’Europa, specie su quella che è invece una delle misure rivendicate maggiormente dal premier Meloni come lo stop all’obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito per cifre inferiori alla soglia dei 60 euro. Il vicepresidente della Camera e deputato di FI Giorgio Mulè ha reso noto che «in accordo con la Commissione», il Governo «sta ragionando sulla possibilità di portare da 60 a 40 euro la soglia». Così si ridurrebbe, almeno nei desiderata di Bruxelles, una più alta percentuale di transazioni sottratte alla tracciabilità nella lotta all’evasione fiscale.

PNRR e pos

Tuttavia permane quello che è un’evidente contrasto rispetto agli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) che prevedeva l’introduzione entro la prima metà del 2022 (realizzata dal Governo Draghi) di “efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto di accettare pagamenti elettronici”. Se come detto per il momento i numerosi emendamenti, 60 per l’esattezza, proposti dalle opposizioni e etichettati come “super segnalati” dalla maggioranza sono stati congelati, l’arrivo degli emendamenti del Governo invece sono annunciati per non prima di venerdì. Alle opposizioni, è stata chiesta una collaborazione costruttiva visti i tempi estremamente risicati, consistente cioè in una richiesta riduzione del numero delle loro proposte. A tal proposito si è appellato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Auspico che lo spirito del Teatro alla Scala ispiri tutte le forze politiche a impegnarsi per evitare di arrivare, malgrado i tempi brevissimi, all’esercizio provvisorio di bilancio».

Attacchi da sindacati

Intanto i sindacati sono sul piede di guerra con Maurizio Landini che va all’attacco: «I voucher? Paghiamoci i politici». È attesa poi in commissione Bilancio al Senato la riformulazione dell’esecutivo al decreto aiuti quater sul Superbonus. L’accordo pare ormai raggiunto in maggioranza e dovrebbe contenere la proroga, al 31 dicembre prossimo, del termine per la presentazione della Cilas per ottenere l’agevolazione al 110% e il décalage dal 1° di gennaio. Per quanto concerne, invece, la questione dello sbocco dei crediti già maturati la soluzione dovrebbe giungere con la garanzia Sace a prima chiamata.

E dalle opposizioni

Durissima la posizione del leader M5S, Giuseppe Conte. L’ex premier può essere considerato attualmente in Italia a tutti gli effetti quello che è il principale antagonista all’attuale presidente del Consiglio. Almeno rimanendo sul terreno dei toni politici e su quello delle intenzioni di voto degli italiani, con i sondaggi demoscopici che evidenziano come Conte sia il secondo leader politico più apprezzato dall’elettorato dietro solo a Meloni. E a proposito della manovra economica il grillino ci va giù pesante: «Oggi il problema della trojka è stato risolto, la trojka ce l’abbiamo qui in Italia e ha il volto del presidente Meloni e del ministro Giorgetti». E ancora: «Se non l’avessimo vista scritta nero su bianco non avremmo potuto credere a una manovra così misera. Sapevamo che le ricette della destra sono inadeguate ma non ci aspettavamo che un Governo politico proponesse una manovra così senza coraggio né visione e senza attenzione alcuna alle fasce fragili popolazioni, acuendo la distanza dei palazzi della politica rispetto alla realtà. Da chi si definisce patriota ci saremmo aspettati qualcosa di diverso». 

Il partito democratico invece, ancora senza una guida al vertice per il futuro, si esprime per voce del segretario dimissionario Enrico Letta: «Il messaggio veramente pessimo è sull’evasione fiscale. Questa è una legge di Bilancio che è un inno all’evasione fiscale, sia sul tema del contante sia sul tema del pos. Sostanzialmente dice agli italiani che hanno sempre pagato le tasse e che sono la maggioranza, l’agenda fiscale ce la facciamo dettare da coloro che evadono il fisco».

 

Giulio Catalucci

Foto @ Avvenire, Riformista, Altroconsumo, Fatto quotidiano

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Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

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