I primi venticinque anni di euro

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Euro

I vertici dell’Unione europea in una lettera aperta pubblicata sui media dei 20 Paesi che oggi usano la moneta unica, ne decantano le molte virtù

 

L’euro compie 25 anni. Nata il primo gennaio del 1999, giorno in cui 11 Paesi dell’Ue fissarono i propri tassi di cambio, accettarono di seguire una politica monetaria unica affidata alla Banca centrale europea e lanciarono la loro nuova valuta comune sui mercati finanziari mondiali. Per i primi tempi fu solo una valuta virtuale utilizzata per scopi contabili e per i pagamenti elettronici. Tre anni più tardi, nel 2002, arrivarono le monete e le banconote. Oggi l’euro è una delle valute più importanti al Mondo, utilizzata ogni giorno da circa 350 milioni di persone.

All’inizio viene adottato da undici Paesi sui quindici che allora facevano parte dell’Unione europea: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna. La Grecia adotterà l’euro il 1° gennaio 2001: il dodicesimo Paese. Con gli anni la Ue si allarga e aumenta anche il numero degli Stati che entrano nell’Eurozona. L’ultimo ad aver aderito alla zona euro è la Croazia, che ha introdotto la moneta comune il 1º gennaio 2023.

I cittadini guardano all’Europa per trovare risposte

I vertici dell’Unione europea in una lettera aperta pubblicata sui media dei 20 Paesi che oggi usano la moneta unica, ne decantano le molte virtù. “L’euro è diventato una parte indispensabile della nostra vita quotidiana, regalandoci semplicità, stabilità e sovranità. La ragion d’essere dell’Europa si è sempre basata sulla soluzione di problemi che i Paesi non potevano affrontare da soli”, sostengono nel messaggio Charles Michel (presidente del Consiglio europeo), Paschal Donohoe (presidente dell’Eurogruppo), Christine Lagarde (presidente della Banca centrale europea), Roberta Metsola (presidente del Parlamento europeo) e Ursula von der Leyen (presidente della Commissione europea).

“Ogni volta abbiamo trovato le risposte giuste, come il sistema armonizzato di vigilanza e risoluzione delle crisi bancarie o il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)”, notano ancora. “E oggi il sostegno alla moneta unica da parte dei cittadini dell’area dell’euro è vicino a livelli record. Ma il nostro lavoro non è finito. Perché ci troviamo di fronte a nuove sfide che i Paesi Ue non possono affrontare da soli e i cittadini guardano all’Europa per trovare risposte”.

Il cammino italiano

L’Italia iniziò il percorso di entrata nell’euro nel luglio 1996, con la decisione di accelerare i tempi del risanamento del deficit per centrare i parametri del trattato di Maastricht. Nel 1998 venne stabilito il tasso di conversione in euro della lira italiana: un euro equivaleva a 1.936,27 lire. Dal 1° gennaio del 1999 e per i successivi tre anni l’euro verrà usato per le forme di pagamento non fisiche, mentre le valute dei Paesi aderenti alla moneta unica vengono bloccate a un tasso di conversione prefissato.

I vantaggi dell’euro

L’euro ha eliminato i costi delle fluttuazioni dei tassi di cambio, proteggendo i consumatori e le imprese della zona euro da costose oscillazioni dei mercati valutari che, in alcuni Paesi, erano solite minare la fiducia, scoraggiare gli investimenti e causare instabilità economica. Per quel che riguarda i prezzi che, secondo la propaganda degli euroscettici sarebbero aumentati per colpa dell’euro, vale la pena ricordare che dagli anni ’70 agli anni ’90 l’Italia registrava in media tassi di inflazione dell’11,5% all’anno, con punte superiori al 20%. Con l’arrivo dell’euro l’inflazione è crollata, malgrado alcune categorie abbiano approfittato del passaggio lira-euro per ritoccare al rialzo i prezzi, e fino al 2020 sembrava essere sparita.

Malgrado negli ultimi due anni l’inflazione sia tornata a crescere, prima con la pandemia e poi con le guerre, e la politica delle banche centrali per controllare i prezzi non si sia sempre rivelata efficace, l’inflazione italiana non è mai più arrivata a quei livelli.

La Bce

Il 1o giugno 1998 fu istituita anche la Bce (Banca centrale europea), per introdurre Eurol’euro, salvaguardarne il valore e con il chiaro mandato di mantenere la stabilità dei prezzi. «L’euro è più che una moneta», dichiara l’attuale presidente Christine Lagarde. «È la forma più forte dell’integrazione europea e simboleggia un’Europa unita che sa collaborare, a tutela e beneficio di tutti i suoi cittadini. La Bce sarà sempre un cardine di questo sforzo. In tempi di cambiamento in Europa e nel Mondo, la moneta unica ci ha offerto stabilità, sovranità e solidarietà. Spetta a tutti noi, cittadini europei, scrivere il prossimo capitolo della storia dell’euro».

L’euro attraverso le crisi

Quando nacque l’euro nessuno avrebbe potuto immaginare le difficoltà future. Il primo presidente della Bce, Wim Duisenberg, affrontò l’11 settembre e la crisi delle dotcom. Il suo successore, Jean-Claude Trichet, si trovò a fronteggiare la crisi finanziaria globale e gli inizi della crisi del debito sovrano, ereditata poi da Mario Draghi che dovette superare i timori per il futuro dell’area dell’euro e, in seguito, un periodo prolungato di inflazione troppo bassa. L’attuale presidenza annovera già la pandemia e la chiusura delle attività economiche, la brutale invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e il ritorno di un’inflazione troppo elevata.

Futuro

«Questo successo non significa che il nostro lavoro sia finito», afferma ancora la Lagarde. «Significa che ora siamo in condizione di compiere le scelte migliori per la nostra unione monetaria, invece che per avere un’unione. È giunto il momento di scrivere il prossimo capitolo della storia dell’euro. E questo dipenderà dalle azioni che noi, come europei, attueremo. La priorità assoluta e immediata della Bce è riportare tempestivamente l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%. E lo faremo».

«Tuttavia, come ho affermato di recente, a fronte dei mutamenti geopolitici, della trasformazione digitale e della minaccia derivante dai cambiamenti climatici, le sfide che la Bce dovrà affrontare saranno più numerose. Dobbiamo continuare ad assicurare stabilità in un Mondo tutt’altro che stabile. Contiamo che altri responsabili delle politiche facciano la loro parte. Un’unione monetaria non è un traguardo, è un processo costante di unificazione. Ogni generazione di leader deve continuare questo processo. L’Unione dovrebbe essere molteplice e includere tre dimensioni: fiscale, finanziaria e bancaria, per sviluppare un elevato grado di integrazione, soprattutto se vogliamo consolidare lo status internazionale dell’euro», conclude la presidente.

 

Ginevra Larosa

Foto © Aria Mediterranea, X, Investire.biz

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