Netanyahu non farà nessuna tregua per il Ramadan

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Nei giorni scorsi c’era stato l’annuncio della creazione di un corridoio umanitario marino tra Cipro e Gaza, ma la nave non è ancora partita

 

Un nuovo appello sul cessate il fuoco a Gaza arriva dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che afferma come un’operazione israeliana a Rafah (Città della Striscia di Gaza vicino al confine con l’Egitto dove si sono rifugiati moltissimi palestinesi) farebbe «precipitare la popolazione palestinese in un girone infernale ancora più profondo». Le sue parole arrivano nel primo giorno di Ramadan: «onorarlo facendo tacere le armi» nella Striscia. Ha poi chiesto il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e la rimozione di «tutti gli ostacoli per garantire l’invio di aiuti salvavita alla velocità e a livello massiccio necessario» a Gaza, dove le Nazioni Unite hanno avvertito che un quarto della popolazione è sull’orlo della carestia.

Oggi segna l’inizio del mese sacro, un periodo in cui i musulmani del Mondo intero celebrano e propagano i valori della pace, della riconciliazione e della solidarietà. Ma malgrado questo, le morti, i bombardamenti e la carneficina proseguono a Gaza”, ha affermato Guterres.

L’Egitto, in collaborazione con gli Emirati Arabi Uniti, ha intensificato i suoi decolli dall’aeroporto di Al-Arish con tonnellate di cibo e materiale medico. Assicurati aiuti via aerea, in questi giorni, anche dalla coalizione internazionale con base in Giordania.

Gli Stati Uniti hanno rilasciato oltre 27.600 equivalenti di pasti e 25.900 bottiglie d’acqua nel nord di Gaza, un’area di grande bisogno, consentendo l’accesso civile agli aiuti critici.

Tra stallo nei negoziati e carestia

Altri due bambini sono morti per malnutrizione nella Striscia di Gaza. Mentre i musulmani di tutto il Mondo all’alba hanno iniziato il digiuno, come da precetto islamico, molti palestinesi, da mesi nella morsa della fame, si sono svegliati sotto i bombardamenti, mentre prosegue lo stallo nei negoziati tra Hamas e Israele e dal premier, Benjamin Netanyahu, continuano ad arrivare indicazioni sulla volontà di non fermare le operazioni militari.

Nei giorni scorsi c’era stato l’annuncio della creazione di un corridoio umanitario marino tra Cipro e Gaza attraverso cui far arrivare rifornimenti quotidiani. Ma la nave di Open Arms con 200 tonnellate di aiuti a bordo – fornite dall’organizzazione benefica statunitense World Central Kitchen – che sarebbe dovuta salpare ieri sera ha rinviato la partenza. Il portavoce del Governo di Nicosia, Konstantinos Letymbiotis, ha parlato di “difficoltà tecniche”, sottolineando che in ogni caso la nave non salperà prima di stasera.

Usa – Israele

Domenica, 10 Marzo 2024, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di essere intenzionato a procedere con l’invasione di Rafah «Ci andremo», ha affermato, in risposta a un commento fatto dal presidente statunitense Joe Biden, che sabato aveva definito «il superamento di una linea rossa» la possibile invasione, invitando Israele a desistere. Il premier israeliano ha ripreso in modo diretto le parole del presidente americano: dichiarando di essere intenzionato a invadere Rafah, ha aggiunto che la sua «linea rossa» è «che il 7 ottobre non si ripeta».

Sul disaccordo percepito tra Usa e Israele, dopo le critiche del presidente americano Joe Biden e della vicepresidente Kamala Harris, Netanyahu afferma che «non aiuta a sconfiggere Hamas. L’essere d’accordo aiuta lo sforzo bellico e i nostri sforzi per ottenere la vittoria e ovviamente il rilascio degli ostaggi». I tentativi di imporre uno Stato palestinese a Israele vanno contro i desideri della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica israeliana: «Non sarebbe un problema con me, ma con l’intero popolo di Israele. È unito come mai prima d’ora, per distruggere Hamas e garantire che non ci sia un altro Stato terrorista palestinese come quello che abbiamo avuto a Gaza e che possa minacciare Israele».

Il primo ministro ha, anche, dichiarato «il presidente e io siamo d’accordo che dobbiamo distruggere Hamas. Non possiamo lasciare un quarto dell’esercito terroristico di Hamas a Rafah. Abbiamo accordi sugli obiettivi fondamentali, ma abbiamo anche disaccordi. Alla fine è Israele che deve decidere e, lasciare intatte le forze di Hamas lì, è quella la linea rossa. Non possiamo lasciare che Hamas sopravviva».

Obiettivo: distruggere

Israele ha ucciso il numero quattro di Hamas, Al-Arouri, in un attacco aereo su Beirut ha affermato il premier israeliano, riferendosi con molta probabilità al vice leader politico Netanyahudel gruppo terroristico Saleh al-Arouri, promettendo che l’esercito raggiungerà presto gli altri comandanti principali dell’organizzazione palestinese. Le parole arrivano mentre Israele sta indagando sulla sorte del numero tre di Hamas, Marwan Issa, vice capo dell’ala militare del gruppo terroristico, che, secondo quanto riferito, è stato preso di mira in un attacco aereo ieri mattina. «Siamo sulla strada verso la vittoria totale. Abbiamo già eliminato il numero quattro di Hamas. Tre, due e uno sono in arrivo. Sono tutti morti, li raggiungeremo tutti».

Il sostegno italiano

Imam moschea Magliana Roma: «No tregua per Ramadan, rischio radicalizzazione bimbi»

«Questo è un momento molto doloroso per i bambini, per le donne e per gli anziani in difficoltà. Non c’é coscienza umana, innocenti lasciati senza un bicchiere d’acqua o un pezzo di pane. Dobbiamo fermare questa guerra, non si può far morire senza acqua la popolazione civile e inerme. Ma non lo hanno un cuore? La guerra non ha mai ha risolto i problemi, anzi, porta solo a un disastro per tutti quanti. Noi preghiamo Allah affinché si depongano le armi, mentre interessi troppo più forti di noi soffiano sul fuoco alimentando le violenze». Sami Salem, Imam della Moschea sulla Magliana a Roma, commenta così la mancata tregua in Medio Oriente durante il Ramadan.

Genova accoglie tre piccoli palestinesi in condizioni critiche

A bordo del volo erano presenti in totale 45 persone di cui 14 bambini e 8 adulti bisognosi di cure e 23 accompagnatori. L’equipe sanitaria che si è occupata di garantire le cure intensive ai piccoli pazienti durante tutto il trasporto, così come delle attività di coordinamento sanitario per il triage e la destinazione dei bambini in Italia, su incarico del ministero della Salute, era composta da un dottore e un’infermiera dell’Ospedale Gaslini di Genova.

«Continua l’impegno del Gaslini nell’aiutare le prime vittime della guerra, i bambini e i ragazzi: per la Liguria è un vero orgoglio poter contare su un’eccellenza come questo ospedale», commentano il governatore Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola. «I piccoli arrivati oggi potranno contare su cure all’avanguardia, grazie al know how e l’esperienza dei professionisti dell’ospedale, e saranno accolti con la sensibilità e attenzione che chi lavora al Gaslini ha sempre dimostrato nei confronti dei propri giovanissimi pazienti. Un ringraziamento quindi a tutti i medici e agli operatori che hanno contribuito alla riuscita del trasferimento a Genova e all’accoglienza dei bambini e dei loro accompagnatori».

Ambasciatore italiano: «Con il Cairo collaborazione molto forte su aiuti a Gaza

Sugli aiuti alla popolazione di Gaza c’è «una collaborazione molto forte e proficua tra Italia ed Egitto». Lo sottolinea in un’intervista l’ambasciatore italiano al Cairo, Michele Quaroni, a pochi giorni dalla visita della premier Giorgia Meloni. «L’Italia» – rivendica – «è profondamente impegnata ad alleviare la crisi umanitaria della popolazione civile a Gaza. Abbiamo lavorato in piena collaborazione con le autorità egiziane per fornire assistenza umanitaria ed evacuare soprattutto donne e bambini in condizioni di vulnerabilità e portarli in Italia».

Due bimbi palestinesi al Meyer

Sono due i bambini provenienti da Gaza, tra i 14 arrivati ieri, che sono stati ricoverati all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Secondo quanto si apprende uno, nato nel 2023, ha schegge legate a esplosioni di guerra, probabilmente di bomba, in una gambina, nel braccio e nel cranio e dovrà subire un intervento. L’altro bambino, 7 anni, ha invece una malattia metabolica. Con i due bambini arrivato la notte scorsa al pediatrico fiorentino salgono a 14 i piccoli provenienti da Gaza e transitati al Meyer, di cui 11 per cure mediche, gli altri 3 erano a seguito di nuclei familiari con minori bisognosi di cure.

 

Ginevra Larosa

Foto © France 24, Yahoo, Asharq Al-Awsat, Firenze Today

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