Il presidente della Commissione contro chi vorrebbe «un’Europa dei muri». Intanto la Merkel incontra Hollande per discutere la politica migratoria dell’Ue
La vera urgenza dell’Unione europea, in queste ore, continua ad essere l’immigrazione. Gli sbarchi vanno avanti senza interruzione: i Paesi maggiormente interessati, fra i quali l’Italia e la Grecia, non riescono più a far fronte all’emergenza e gestire la situazione diventa di ora in ora più difficile. I flussi migratori, provenienti soprattutto dalla Libia e dalla Turchia, non si arrestano e parallela a quella dell’immigrazione corre anche un’altra urgenza: quella del terrorismo.
L’episodio avvenuto sul treno Amsterdam-Parigi è solo l’ultimo in ordine cronologico, ma certo serve da monito a tutta l’Europa a non abbassare la guardia e ad agire in modo concreto e rapido. La questione immigrazione, dunque, è più che mai aperta ed urgente, ma il problema non è soltanto legato alle modalità con le quali l’Unione debba intervenire per arginarla, ma anche alla possibilità che questa venga strumentalizzata a fini politici. È infatti evidente come il problema dei flussi migratori si presti ad essere utilizzato per dare luogo a facili populismi, fornendo una sponda naturale agli estremismi politici.
È anche questa la preoccupazione che ha espresso il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel suo intervento apparso oggi su “Repubblica”: «Mi preoccupa – scrive il presidente – quando i politici di estrema destra e di estrema sinistra alimentano un populismo che produce astio soltanto e nessuna soluzione. Discorsi pieni di odio e esternazioni avventate che mettono a rischio una delle nostre maggiori conquiste – la libertà di circolazione nell’area Schengen e il superamento delle frontiere al suo interno. Non è questa l’Europa».
Nel suo intervento Juncker critica apertamente gli Stati che, sulla questione immigrazione, dimenticano di far prevalere i valori dell’inclusione e dell’accoglienza, per lasciare spazio all’odio, fomentando la paura dello straniero: «L’Europa fallisce – tuona Juncker – se la paura prende il sopravvento. L’Europa fallisce quando gli egoismi hanno più voce della solidarietà presente in ampie porzioni della nostra società».
E spiega: «Considero l’Europa una comunità di valori di cui possiamo andar fieri, ma raramente lo siamo. In Europa vantiamo i massimi standard mondiali di accoglienza dei profughi, mai rifiuteremmo asilo a chi necessita della nostra tutela, lo stabiliscono le nostre leggi e gli accordi stipulati. Mi preoccupa però il fatto che l’accoglienza sia sempre meno radicata nei nostri animi. Quando parliamo di migrazioni parliamo di esseri umani, come noi, solo che queste persone non possono vivere come noi perché non hanno avuto la fortuna di essere nati in una delle regioni più ricche e più stabili del mondo. Parliamo di persone costrette a fuggire dalla guerra in Siria, dal terrore dell’Is in Libia, o dalla dittatura in Eritrea».
Il presidente della Commissione Ue non dimentica però di citare, nel suo intervento, anche i casi esemplari di solidarietà e accoglienza, come il fornaio greco che ha distribuito pane agli immigrati o i pensionati di Calais che hanno messo a disposizione dei profughi i generatori per ricaricare i cellulari o semplicemente per ascoltare un po’ di musica.
Di certo, l’Unione europea ha davanti a sé una delle sue sfide più impegnative, ed ora deve dimostrare di essere in grado di gestirla. «L’Europa – scrive Juncker in conclusione del suo intervento – ha successo quando superiamo in maniera pragmatica e non burocratica le sfide del nostro tempo. Spero che assieme – gli Stati membri, le istituzioni e le agenzie Ue, le organizzazioni internazionali e i nostri vicini – riusciamo a dimostrare che siamo all’altezza delle sfide. Sono convinto che possiamo farcela».
Intanto, i singoli Stati continuano a cercare delle soluzioni: nel pomeriggio François Hollande incontrerà a Bruxelles Angela Merkel proprio per discutere le strategie politiche europee relative all’immigrazione e alla sicurezza. L’obiettivo è quello di dare forma ad una «iniziativa per una politica migratoria europea» che sarà poi valutata da tutti i partner durante un summit che si terrà a Parigi a ottobre.
Valentina Ferraro
Foto © European Commission