Kyenge: «L’immigrazione, se gestita bene, è una ricchezza, non un problema»

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Intervista all’euroedeputato Pd, alla vigilia dell’apertura del semestre italiano di Presidenza dell’Unione europea

Onorevole Kyenge, cosa si aspetta domani dal discorso di Matteo Renzi?

«Siamo tutti in attesa. È l’inizio del semestre di Presidenza italiana e quindi noi dovremo portare il cambiamento anche in Europa, son sicura che il nostro premier porterà questa novità con i punti che sono usciti fuori in maniera forte anche dalle conclusioni del Consiglio del 26 e 27. Sono fiduciosa, ognuno di noi deve portare all’interno di questo Parlamento la sua competenza e professionalità: io porterò avanti anche i temi su cui mi sono battuta e per cui ho sempre lottato anche dentro il Parlamento».

L’onorevole Toti di Forza Italia ha detto che ci vorrebbe un commissario per l’immigrazione e sarebbe giusto che questa Commissione spettasse all’Italia lei è d’accordo?

«Io credo che dobbiamo mettere l’accento sull’immigrazione, ma lo dobbiamo fare tutti insieme in Europa. Credo che la priorità sia proprio quella di risvegliare l’interesse dell’Europa su questo, ma non per “risolvere un problema”, perché credo che proprio questo distingua la destra dalla sinistra, un approccio diverso. Per noi l’immigrazione, se gestita bene, governata bene, costituisce una ricchezza e quindi non è un problema da risolvere ma un fenomeno da gestire e governare».

Lei fa parte di un governo che ha varato l’operazione Mare Nostrum, secondo lei, cosa non ha funzionato?

«Mare nostrum lo considero un valore aggiunto, in questo momento ha fatto vedere la differenza: l’Italia ha fatto la sua parte. Sappiamo tutti che il problema non è che non ha funzionato Mare Nostrum, ma che Mare Nostrum deve essere consegnato in Europa, al Parlamento europeo, che deve avere una politica comunitaria della gestione di asilo e continuare con lo stesso approccio, ma all’interno dell’Europa. La questione non deve essere lasciata al singolo Paese, perché qui parliamo di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità finanziarie ma anche umanitarie».

Le sembra più forte l’Italia in Europa, vista dall’interno, anche se solo da poche ore?

«In questo momento siamo una delle delegazioni più numerose, e anche con una composizione di persone che hanno professionalità, competenze, che sono utili per fare un cambiamento in Europa. E su questo ciascuno di noi si impegnerà al massimo».

 

Tommaso Cinquemani

Foto © European Union, 2014

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Tommaso Cinquemani
Milanese, classe 1986. Appassionato di giornalismo e viaggi. Ha riempito la sua 'cassetta degli attrezzi' alla scuola di giornalismo Walter Tobagi. Preso il tesserino, si fa le ossa scrivendo di politica ed esteri. Intanto trova il tempo per qualche viaggio in Africa, dove prendono vita reportage e documentari. Poi un viaggio a Strasburgo accende la scintilla e scoppia l'interesse per tutto quello che riguarda l'Unione europea.

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