Irlanda verso le elezioni, il Fianna Fáil torna a crescere

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Oggi una nuova iniziativa del partito centrista, che nei consensi sta tornando alla guida dell’opposizione. Sempre a difesa delle politiche sociali

Oggi, a Goatstown (quartiere nel Sud di Dublino), il maggior partito di opposizione, il Fianna Fáil, ha tenuto una conferenza sul cambiamento climatico, a presiedere l’evento del maggior partito d’opposizione è stata la senatrice  Mary White. L’incontro è stato uno dei tanti lanciati in queste settimane dal gruppo, politicamente centrista (e storicamente collocato nel centrodestra “sociale”). Circa un mese e mezzo fa (il 23 settembre), un altro incontro pubblico è stato organizzato sempre dal Fianna Fáil a Ballsbridge: in quella occasione il candidato Jim O’ Callaghan è intervenuto riguardo alle tasse di successione e alle imposte sul reddito. In Irlanda il FF ha formato maggioranze quasi ininterrottamente per decenni, autonomamente oppure con il supporto di deputati indipendenti e piccoli partiti, come è avvenuto negli anni della “Tigre Celtica”, quando i Progressive Democrats prima e i Verdi più tardi hanno fatto parte di esecutivi guidati dal partito centrista durante i mandati di Bertie Ahern e di Brian Cowen.

DSC_0212Una caratteristica costante del Fianna Fáil è la difesa delle politiche sociali: la ragione principale si trova nella storia del partito, emerso dallo sforzo per l’indipendenza degli anni tra 1919 e 1921, una parte dello Sinn Féin di allora (da non confondere con quello emerso in decenni recenti dalle vicende dell’Irlanda del Nord e oggi rappresentato anche nella Repubblica) si oppose al Trattato con il Regno Unito che fu all’origine della partizione e fu coinvolto nella guerra civile tra 1922 e 1923 contro gli elementi del partito che sostenevano il trattato e che infine prevalsero nel conflitto, raggruppandosi in quello che sarebbe più tardi diventato il Fine Gael. Lo sconfitto Sinn Féin anti-trattato sarebbe rimasto a lungo fuori dalle istituzioni, tranne la parte guidata da Eamon De Valera, che nel 1926 decise di entrare nel parlamento irlandese, per smantellare il trattato con mezzi istituzionali e trasformare lo Stato, allora ancora formalmente associato al Regno Unito, in Repubblica, obiettivo poi raggiunto nel 1949 – in realtà sostanzialmente già con la costituzione del 1937 – da questa parte moderata dei nazionalisti che si chiamò Fianna Fáil e dagli anni Trenta in poi governò quasi ininterrottamente (anche se ulteriore parte degli anti-trattatisti rifiutò di entrare nel FF e nel parlamento, testimoniando la propria opposizione alla partizione dell’isola, alcuni considerano tale gruppo all’origine dello Sinn Féin emerso più tardi in Irlanda del Nord, che nella Repubblica sarebbe rimasto avversario sia del Fianna Fáil che del Fine Gael).

DSC_0063Le istanze indipendentiste di un secolo fa erano quasi indistinguibili da quelle di emancipazione sociale, in un Paese agricolo di piccoli proprietari, perciò l’attenzione ai temi dell’uguaglianza sarebbe diventato uno dei tratti più riconoscibili del Fianna Fáil e da un punto di vista delle politiche economiche continua ancora oggi a confondere quanti ne leggono – sulla carta – la collocazione a destra. Nei decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre le motivazioni nazionali sfumavano, assieme alla diffidenza per il vicino britannico (posizione che allontanò spesso dal partito le fasce benestanti della società vicine ai commerci internazionali) i tratti pro-welfare del FF, associati al sostegno per la piccola impresa, sono tuttora evidenti.

Mentre negli anni della “Tigre Celtica”, la crescita degli investimenti diretti dall’estero e del prodotto interno lordo permisero al Fianna Fáil  di mantenere spese sociali molto alte contemporaneamente all’introduzione di incentivi fiscali per invogliare gli investimenti esteri, la scelta di affidarsi alle grandi imprese straniere per la continuazione della crescita economica è entrata in crisi per le difficoltà del bilancio pubblico dopo l’esplosione della bolla finanziaria e immobiliare del 2008, quando la necessità di sostenere un numero crescente di persone in condizioni di disagio economico incise sul deficit statale.

DSC_0461Di conseguenza il Fianna Fáil venne dimezzato nelle elezioni europee del 2009 e nelle politiche del 2011, (subendo una sconfitta particolarmente dura nella capitale Dublino, dove rimase quasi senza eletti in collegi che erano stati le sue roccaforti) ma durante l’attuale governo diretto da Fine Gael e Labour e nel contesto dei tagli implementati dal Taoiseach (Primo Ministro) Enda Kenny, il Fianna Fáil, oggi guidato da Micheál Martin, ha recuperato parte del suo consenso nelle elezioni locali e nelle Europee del 2014 si è manifestato nuovamente come una delle tre forze maggiori, nonostante il contemporaneo emergere dello Sinn Féin (cresciuto anche nel Sud come significativa forza di protesta, sulla base di una agenda sociale) e a dispetto della dispersione dei voti tra molti candidati indipendenti e partiti minori in crescita.

Nel dibattito organizzato da Jim O’ Callaghan il 23 settembre, il FF ha criticato le politiche di tassazione del governo, più alta per piccole imprese e fasce medie di reddito che per i grandi gruppi finanziari, e politiche – ad esempio le tasse di successione – che equiparano situazioni diverse tra loro (si guardi al caso di quanti, ereditando una casa dalla propria famiglia, pagano percentuali oggi maggiori per il valore crescente degli immobili). Il governo attuale, nell’opinione del Fianna Fáil, si avvale dell’accresciuto ammontare di risorse finanziarie derivante dall’aumento della valutazione delle case (e dell’introito fiscale a quello collegato) senza assicurare perciò la prevedibilità delle cifre da pagare al fisco e il FF lamenta che questo sistema non tiene conto delle effettive possibilità di pagare da parte del contribuente.

DSC_0059Jim O’ Callaghan ha chiesto come sia possibile che un contesto di sovrabbondanza di immobili possa trasformarsi in una situazione di scarsità di case disponibili, sottolineando che parte del problema risiede nella consapevolezza delle banche che più a lungo gli appartamenti rimangono fuori dal mercato più i prezzi salgono. Il Fianna Fáil  ha criticato anche la consuetudine, che considera un tratto dell’attuale governo di coalizione, di far sì che il settore pubblico paghi per le correzioni del budget statale, ad esempio con la riduzione delle pensioni. Alcuni sostenitori del FF che hanno partecipato al dibattito del 23 settembre hanno affermato che i dublinesi si sentono spremuti due volte, pagando di più per le loro case sul mercato e perchè a causa del valore di mercato pagano nuovamente attraverso la tassazione sulla proprietà basata su percentuali fissa. Alcuni membri del partito hanno chiesto un cambiamento della situazione che in alcuni casi permette alle multinazionali di pagare solo il due e mezzo per cento, rendendo impossibile finanziare sostegni all’alloggio per gruppi economicamente deboli e continuare ad assicurare l’equità sociale.

Aldo Ciummo

Foto © Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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