Consegnati a Firenze i premi “Cittadino europeo”

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La Fondazione bresciana Assistenza Psicodisabili, Paola Scagnelli di Lodi, don Virginio Colmegna di Milano e Antonio Silvio Calò di Treviso hanno ricevuto l’onorificenza

Integrazione dei minori psicodisabili, lotta all’emarginazione degli albini in Africa, cittadinanza per i diseredati e accoglienza per i migranti: quattro storie di impegno civico sono andate in scena stamattina nella sede degli Archivi storici della Ue in occasione della consegna del premio Cittadino europeo 2018. Alla cerimonia, presentata dall’autrice e conduttrice Rai Metis Di Meo, hanno partecipato gli eurodeputati Brando Benifei e Remo Sernagiotto, il vicesindaco del capoluogo toscano Cristina Giachi, il sindaco di Fiesole Anna Ravoni, il direttore dell’Ufficio in Italia del Parlamento europeo Valeria Fiore, il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea Beatrice Covassi e il segretario generale dell’Istituto universitario europeo Vincenzo Grassi.

Il premio Cittadino europeo è stato lanciato dal Parlamento europeo nel 2008 come riconoscimento per i cittadini, associazioni e organizzazioni che con le loro attività si sono distinti per l’eccezionale impegno nell’agevolare la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell’Unione europea, promuovendo una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra gli abitanti degli Stati membri. Il premio è conferito anche per attività quotidiane che mettono in pratica i valori custoditi dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Per questa undicesima edizione sono cinquanta gli individui, le associazioni e le organizzazioni dei ventotto Stati membri ad aver ricevuto il riconoscimento a livello dell’intera Ue, tra loro quattro italiani.

La Fondazione bresciana Assistenza Psicodisabili, la dottoressa Paola Scagnelli di Lodi, il sacerdote don Virginio Colmegna di Milano e il professor Antonio Silvio Calò di Treviso sono i quattro vincitori italiani dell’edizione 2018 del premio: la cerimonia è stata ospitata dagli Archivi storici dell’Ue a Firenze. «È una grande gioia dovuta al renderci conto che qualcuno ci ha osservato, che qualcuno ha visto, e la speranza è che i minori con autismo e le loro famiglie possano avere sempre di più determinate risposte», ha affermato Maria Villa Allegri, vicepresidente della Fondazione Bap, che sostiene e promuove il Centro abilitativo per minori Francesco Faroni rivolto a ragazzi e bambini affetti da disturbo dello spettro autistico.

«Ricevere questo premio mi lusinga e mi onora» – ha dichiarato Paola Scagnelli, che durante le ferie svolge il suo operato di medico in Tanzania presso una casa famiglia che si occupa di bambini albini i quali rischiano di essere venduti o uccisi per la loro pelle – «e mi fa molto piacere se attraverso questo premio riusciamo a dare una grande visibilità a questo problema, che è la cosa fondamentale perché non si può risolvere un problema se non se ne ha conoscenza».

«La casa della carità»- ha spiegato il suo presidente, don Virginio Colmegna – «ci ha insegnato il valore della cittadinanza perché aiutiamo le persone non perché sono dei poveri e dei diseredati, ma perché sono dei cittadini, quella che il cardinale Martini chiamava l’amicizia civica. Il premio è dato non a me ma a loro, ai nostri ospiti, a 140 persone da 92 Paesi diversi, è loro per tutto quello che ci stanno insegnando».

«La diversità è una ricchezza, vado in giro dicendo senza vergogna che sono diventato miliardario di umanità grazie ai miei ragazzi provenienti dall’Africa, questo l’ho fatto anche grazie a mia moglie e ai miei figli» – ha commentato Antonio Calò – «dobbiamo avere il coraggio, la forza e l’umiltà di guardare oltre il nostro naso: ho ospitato questi ragazzi perché ho immaginato che fossero i miei figli a scappare, a bussare alla mia porta. Fossero stati loro, avrei aperto, un gesto semplice che però cambia la vita».

 

Ludovico Stella

Foto © EUI, European Union

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