Spagna, vincono i socialisti, ma non basta per il governo

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Male i popolari ma Psoe senza una maggioranza. Entra in Parlamento l’estrema destra di Vox. Saranno determinanti i voti degli indipendentisti catalani e baschi

Buone notizie dalla Spagna per l’Unione europea: è chiara la vittoria dei socialisti dell’attuale premier apprezzato dall’esecutivo comunitario, ma soprattutto la maggioranza uscente dal voto è schiacciante pro-Ue. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, «scriverà a Pedro Sánchez per congratularsi per il risultato, siamo fiduciosi che in accordo con il processo costituzionale spagnolo riuscirà a formare un governo stabile ed europeista che consentirà al Paese di continuare ad avere un ruolo importante nell’Ue come ha avuto sinora». Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, in conferenza stampa. «Il risultato mostra che la maggioranza schiacciante degli spagnoli ha scelto partiti politici chiaramente europeisti. Quanto schiacciante? Il 90%», ha aggiunto, sottolineando poi, a una domanda sul risultato dell’estrema destra nel voto e sui futuri scenari di governo: «La democrazia non ci fa mai paura».

I socialisti quindi vincono le elezioni in Spagna, ma è altrettanto vero che sarà difficile comporre una maggioranza di governo. La novità è data dalla presenza dell’ultradestra di Vox che entra per la prima volta in Parlamento con 24 seggi. Per il Partito popolare si è trattato di una vera debacle, pur confermandosi secondo partito nazionale, ma dimezzando le presenze rispetto all’ultimo voto (66 seggi contro 135), a seguire Ciudadanos di Albert Rivera (57) in netta ascesa alle urne. Questi ultimi tre, che in teoria avrebbero la maggioranza parlamentare, non ottengono quella necessaria di 176 seggi. D’altronde sarebbe incredibile un governo che tenesse fuori il primo partito uscito dalle elezioni, il Psoe di Sanchez. Le elezioni hanno fatto segnare una partecipazione molto alta, con circa 10 punti di affluenza in più rispetto al 2016. Un governo a sinistra potrebbe avere qualche chance in più, dalla somma di Psoe, Ciudadanos e degli indipendentisti. Ma anche qui l’intesa è tutta da costruire.

Dunque dalle elezioni spagnole non sembra delinearsi alcuna maggioranza. C’è da vedere come si schiereranno i populisti radicali di sinistra di Unidas Podemos, ma l’ago della bilancia saranno principalmente gli indipendentisti catalani di Erc, dopo mesi di difficile coabitazione e coi suoi leader ancora in prigione, e i baschi del Pnv. Sconfitta anche per JxCat dell’esule Puigdemont. Il premier uscente Pedro Sanchez, pur ottenendo un successo più chiaro di quello che ci si potesse aspettare, dovrà per forza imbarcare indipendentisti catalani e baschi se vuole governare. I risultati definitivi parlano di 123 seggi per il Psoe (pari al 28,7% dei voti) e di 42 per Podemos, che compongono l’attuale formazione di governo (con appoggio esterno). Escluso dal leader Rivera (ma anche dalla grande maggioranza degli elettori del Psoe) l’appoggio al governo di Ciudadanos. Per questo i socialisti rilanciano, e per voce dell’attuale vicepresidente del governo Carmen Calvo annunciano l’intenzione «di provare a formare un governo da soli» che comprenda anche «personalità indipendenti di riconosciuto prestigio». Anche la presidente del Psoe, Cristina Narbona, ha spiegato che la carta del governo di minoranza è al vaglio dei partito: «Non c’è alcuna fretta di decidere, ma la cosa imprescindibile è che dovrà trattarsi di un governo di sinistra. Sappiamo perfettamente che Podemos ci ha aiutato molto a rinforzare lo spirito progressista del precedente governo, ma pensiamo di poter anche proseguire con quest’altra formula monocolore».

Stesso concetto espresso dal leader Sanchez: «Abbiamo vinto le elezioni politiche, ringrazio profondamente milioni di spagnoli che ci hanno dato fiducia. Abbiamo dimostrato che questa è una grande democrazia, solida, di qualità. Abbiamo inviato un messaggio forte all’Europa: si può vincere contro gli autoritarismi». Queste le prime parole del premier uscente, che ha commentato così la vittoria elettorale, parlando con i sostenitori. «Gli spagnoli» – ha aggiunto Sanchez – «vogliono che il partito socialista guidi il Paese nei prossimi anni. Abbiamo vinto le elezioni e governeremo la Spagna. Dalle nostre idee di sinistra, dalla nostra posizione progressista tenderemo la mano a tutte le formazioni politiche. L’unica condizione che porremo è il rispetto della Costituzione e la giustizia sociale. Ci avevano detto che questo partito non aveva futuro ma qui stiamo rivendicando il presente e il futuro di un Paese che ha scelto il partito socialista. Vogliamo rafforzare e non denigrare l’Europa. Il governo che nascerà sarà un governo europeista».

 

Keiko Jiménez

Foto © Antena 3, Europa Press, El Periodico, La Vanguardia

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