Non è certo un caso che il presidente russo Vladimir è oggi uno dei leader più vicini al pontefice. Con le istituzioni italiane visione comune e prospettive anti-sanzioni
Un caldo insopportabile ha accolto il presidente russo Vladimir Putin giovedì 4 luglio a Roma. Sbarcato dall’aereo con 50 minuti di ritardo, Putin da Fiumicino si è diretto subito in Vaticano per la visita a Papa Francesco. In una capitale blindata con centinaia tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani che presidiavano la zona, il corteo di auto blindate è entrato nel più piccolo Stato della terra sorvegliato da droni ed elicotteri. È la terza volta che l’uomo forte di Mosca incontra il Santo Padre, il primo incontro fu il 25 novembre 2013 e il secondo il 10 giugno 2015, segno di una particolare attenzione del presidente russo alla “geopolitica della Santa Sede” e grande rispetto per Bergoglio.
I colloqui sono durati 55 minuti alla presenza degli interpreti. All’inizio qualche sorriso in attesa che fotografi e operatori concludessero il loro lavoro e uscissero dalla stanza, davanti a Putin era presente un blocchetto per appunti e una penna. Sul tavolo dei colloqui Medio Oriente, Venezuela e Ucraina. Per la Santa Sede aprirsi ai problemi dell’Oriente significa confrontarsi con il mondo ortodosso. Ricordiamo che nel 2016 Papa Francesco all’aeroporto di Cuba si era incontrato con il patriarca di Mosca Kirill, ciò ha dato inizio al riavvicinamento di quel grande scisma che nel 1054 divise la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa.
Il conflitto ucraino e la rottura religiosa fra Kiev e Mosca rischiano di rendere complicato il ricongiungimento tra i cristiani europei. Peraltro il governo russo ha apprezzato le indicazioni di Papa Francesco ai cattolici ucraini di non interferire nella crisi interna della ortodossia ucraina. Bergoglio già nel 2015 aveva invitato Putin a compiere ogni sforzo per raggiungere la pace in Ucraina. È probabile che si sia parlato della Siria in quanto il presidente russo sin dall’inizio del conflitto in questo martoriato Paese si è ritagliato il ruolo di protettore dei cristiani d’Oriente, ed è indubbio che il Vaticano vede nella Russia un attore importante per gli equilibri del Vicino e Medio Oriente.
Putin ha firmato un protocollo di intesa che riguarda la collaborazione tra l’Ospedale Bambino Gesù e gli Ospedali pediatrici della Federazione russa. Dopo l’incontro con Mattarella al Quirinale, è seguita una cena a Villa Madama con il presidente del Consiglio Conte, l’incontro con i due vice Di Maio e Salvini e il ministro degli Esteri Moavero Milanesi, notata anche la presenza curiosa de l’assaggiatore personale del presidente russo che controlla preventivamente i pasti. Particolare attenzione al colloquio informale tra Salvini e Putin, il presidente russo sarà certamente curioso di capire a che punto è l’esperimento “sovranista” nel Belpaese.
#ItaliaRussia #Putin @PalazzoChigi Il capo dello Stato russo Vladimir Putin ricevuto da @GiuseppeConteIT dopo essere stato da Papa Francesco e dal presidente Sergio Mattarella pic.twitter.com/jWypvEiKM6
— Eurocomunicazione (@Euro_comunica) July 4, 2019
Putin ha dichiarato di non aspettarsi un veto dell’Italia contro le sanzioni economiche che l’Unione europea ha imposto alla Russia, che purtroppo penalizzano il nostro Paese di ben un miliardo di euro di mancate esportazioni nel comparto agroalimentare. Il nostro governo cercherà però di attenuare le sanzioni della Ue per il Donbass. Ritornando al colloquio di Putin con Papa Francesco, quest’ultimo ha fatto dono del messaggio per la pace di quest’anno dicendogli: «l’ho firmato oggi per lei», e del documento di Abu Dhabi sulla fratellanza. Inoltre ha omaggiato il presidente russo di una acquaforte di Giuseppe Vasi, che rappresenta Piazza San Pietro commentando: «perché non si dimentichi di Roma».
A sua volta Vladimir Putin ha donato al Santo Padre una grande icona dei Santi Pietro e Paolo dicendo: «voi li festeggiate il 29 giugno, noi il 12», il libro fotografico in bianco e nero e il dvd del film “il Peccato”, girato su Michelangelo dal regista russo Andrej Konchalovskij di produzione italo-russa, film presentato al Cremlino lo scorso ottobre, che il regista ha consegnato a Putin chiedendogli espressamente di donarlo al Papa. «Spero che avrà qualche minuto per vederlo», ha concluso il presidente russo congedandosi.
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Giancarlo Cocco
Foto © Euronews, New York Times, Riccardo Angelo Ronconi, Tass, Eurocomunicazione