Notti e Aurore: l’arte come trasfigurazione

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Nel suo ultimo libro, il critico, saggista e scrittore Mario dal Bello indaga il fenomeno estetico con afflato lirico e spiccata sensibilità spirituale

Nasce negli incerti territori fra la notte e il giorno l’ultimo libro di Mario Dal Bello Notti ed Aurore”, sorta di vagabondaggio spirituale all’interno del fatto artistico, inteso come universo dalle fattezze mistiche e dalle infinite suggestioni. Come in Novalis, l’immersione nella notte è indagine dei recessi più ignoti della psiche, trasfigurazione potente del reale. Dal Bello, profondo conoscitore della materia estetica, riesce nell’arduo compito di descriverla con prosa discreta e appassionata al tempo stesso, sempre incline a un toccante lirismo.

Dieci tele dedicate alla notte, altrettante all’aurora, le quali compongono un’alchimia fra luce e ombra densa di significato. Brevi citazioni poste alla fine di ogni testo, tratte da Leopardi, Dante, Pascoli e altri ancora, accrescono le suggestioni.

Come nel Tristan wagneriano, l’oscurità confina con i misteri più insondabili e attinge all’infinito, è luogo romantico per eccellenza, ma non solo. La notte è il tempo degli angeli, messaggeri del divino, nel Sogno di Costantino di Piero della Francesca, è occasione di conversazione spirituale nel Compianto del Beato Angelico, o ancora epifania dell’aldilà nella Maria orante del Tintoretto. La notte addita la trasfigurazione e la rinascita.

Con El Greco entriamo nella modernità. La Veduta di Toledo è una visione irreale talmente ardita da lasciare attoniti. Da qui ai vortici ipnotici e deliranti della Notte stellata di van Gogh il passo è breve. «Il naufragio dell’anima è davanti a noi», scrive in maniera significativa Dal Bello.

L’aurora è percezione dell’inudibile nel Cristo risorto ancora di Piero, ma è anche bellezza palpitante e fremente sensualità ne La nascita di Venere del Botticelli.

In Mare con il sole che sorge di Caspar Friedrich l’alba è teofania armoniosa che investe il cosmo, mentre nella Facciata della Cattedrale di Rouen di Claude Monet è vibrazione luministica, pulviscolo indistinto che sta per aprirsi allo splendore. Perchè l’autore riesce sempre a veicolare il senso di stupore di fronte al fatto artistico, l’emozione di fronte all’improvviso schiudersi del sublime.

 

Riccardo Cenci

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Mario Dal Bello

Notti ed Aurore

Nemapress Edizioni

Prefazione di Neria De Giovanni

pg. 96 € 15,00

 

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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