Premio Sakharov 2020 all’opposizione bielorussa

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Dal 1988 il Parlamento europeo assegna il riconoscimento alla personalità o alle organizzazioni che dedicano la loro vita alla difesa dei diritti umani

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli ha annunciato la vittoria del prestigioso Premio Sakharov 2020 all’opposizione bielorussa al termine della riunione della Conferenza dei presidenti che ha selezionato i rappresentanti dell’opposizione di Minsk tra la rosa dei tre finalisti in cui erano insieme agli attivisti ambientali di Guapinol e Berta Cáceres in Honduras e all’arcivescovo di Mosul, Najeeb Michaeel.

Dal 1988 il Parlamento europeo assegna ogni anno il riconoscimento alla personalità o alle organizzazioni che dedicano la loro vita alla difesa dei diritti umani.

Sono trascorsi due mesi dall’inizio delle proteste in Bielorussia. Dal 9 agosto la societá civile bielorussa ha iniziato a scendere nelle strade per contestare il risultato elettorale che ha riconfermato Alexander Lukashenko alla guida del Paese.

Le proteste a Minsk hanno «commosso il mondo» ha dichiarato Sassoli. «È un onore annunciare che le donne e gli uomini dell’opposizione democratica in Bielorussia» ha proclamato – sono i vincitori del premio Sakharov 2020: hanno dalla loro parte qualcosa che la forza bruta non potrà mai sconfiggere, la verità. Non rinunciate alla lotta. Siamo al vostro fianco».

La cerimonia di premiazione si terrà il 16 dicembre, durante la sessione plenaria dell’Europarlamento.

In una risoluzione adottata il 17 settembre con 574 sì, 37 no e 82 astensioni, il Parlamento europeo ha infatti respinto i risultati ufficiali delle cosiddette “elezioni presidenziali” nel Paese dell’Est Europa.

Il Parlamento europeo ha dunque adottato un pacchetto di sanzioni nei confronti di 40 alti funzionari del regime di Lukashenko responsabili di brogli elettorali e violenze contro manifestanti pacifici.

“Una volta scaduto il prossimo 5 novembre «il mandato del leader autoritario uscente Alexander Lukashenko», si legge nel testo – il Parlamento non lo riconoscerà più come presidente del Paese”.

In questi mesi le forze di sicurezza hanno arrestato centinaia di persone, hanno usato idranti e bloccato con i mezzi pesanti gli accessi alle strade dove si svolgevano le manifestazioni. Eppure il popolo bielorusso non si é fermato.

La leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya proprio in questi giorni ha invitato le forze di sicurezza a schierarsi con il popolo entro il prossimo 25 ottobre, promettendo di evitare in futuro licenziamenti e cambi nei posti di comando. Lo scorso 13 ottobre aveva lanciato un ultimatum al presidente Lukashenko, chiedendo le sue dimissioni, la fine delle violenze nelle strade e la libertà per tutti i “prigionieri politici”. Ma Lukashenko ha altresí alzato i livelli di violenza: reprimendo le proteste e soffocando il dissenso del suo stesso popolo con tutti i mezzi possibili. Ignorando inoltre ogni monito da parte del Parlamento europeo.

Certamente la decisione di premiare proprio la Bielorussia con il Premio Sakharov è un ulteriore messaggio da parte dell’Unione europea a Lukashenko manifestando ancora una volta la vicinanza e la solidarietà al popolo bielorusso che sta dando da settimane lezioni di coesione, perseveranza e tenacia auspicando quella democrazia che nel Paese manca da anni.

https://www.facebook.com/Eurocomunicazione/posts/2741752176041234

In esclusiva per Eurocomunicazione abbiamo raggiunto la portavoce della comunitá bielorussi in Italia Ekaterina ZiuZiuk: «I bielorussi hanno vinto il premio Sakharov 2020. Non è l’opposizione democratica bielorussa, come riportano molte notizie di oggi. È proprio il popolo bielorusso ad averlo vinto. In Bielorussia l’opposizione non esiste, non solo perché il dittatore si è guardato bene a eliminarla. Adesso esiste il presidente illegittimo e il popolo che ha votato per un altro candidato.

Questo popolo continua a manifestare pacificamente dal 9 agosto, ogni giorno, nonostante le violenze delle forze dell’ordine, le repressioni, la pressione psicologica.

Continua a manifestare nonostante paura, pioggia, freddo, granate stordenti, proiettili di gomma, cannoni ad acqua e gas lacrimogeno. Usa i metodi non violenti contro i violenti. Perché ogni tentativo di ribellione porterebbe alle gravi perdite tra i manifestanti.

Il popolo bielorusso ha vinto un premio prestigioso. È un segno di riconoscimento, una conferma. Purtroppo non può guarire le ferite delle torture, non può liberare i prigionieri, non può far resuscitare chi ha perso la vita nella carneficina avviata dalle autorità il 9 agosto 2020. L’abbiamo pagato un caro prezzo, questo premio. E ancora non abbiamo vinto la libertà. Ma non possiamo fermarci, perché se ci fermiamo, il regime punirà a uno a uno tutti quelli che si sono esposti pubblicamente e tutti i sacrifici saranno vanificati.

Perciò i bielorussi vanno avanti per la loro strada verso la democrazia fino alla fine».

La Ziuziuk fa parte del Comitato nazionale per la democrazia in Bielorussia presentato il 13 ottobre 2020 presso la Camera dei Deputati. Il Comitato si propone di affrontare, discutere e sviluppare ogni iniziativa pubblica e politica utile a sostenere dall’Italia la protesta della società civile bielorussa. Condanna inoltre le violenze e la repressione praticate contro il popolo bielorusso dal regime di Lukashenko, e chiede la liberazione degli oppositori e delle oppositrici attualmente detenuti, lo svolgimento di elezioni libere e regolari, l’abolizione della pena di morte e il rispetto dei diritti civili, politici e umani in Bielorussia.

 

Tiziana Ciavardini

Foto © Dailymotion, France 24, Radio Free Europe

Video © Eurocomunicazione

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