Danimarca, nuova legge: il sesso senza consenso è stupro

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In Italia, Amnesty International ha lanciato la campagna “Io lo chiedo” per ottenere che sia modificata le legislazione in materia di violenza sessuale

La Danimarca ha deciso di approvare una legge che stabilisce che un rapporto sessuale privo di consenso è da considerarsi stupro. Sembra scontato, forse, ma purtroppo non lo è.

Cosa prevede

La cosiddetta “legge sul consensoentrerà in vigore dal primo gennaio 2021. Approvata il 17 dicembre dal Folketing, il Parlamento unicamerale danese, con 96 voti a favore e nessun contrario. Un’importante evoluzione dato che fino a ora per costituire una violenza sessuale era necessaria la presenza di minacce, violenza o costrizione. La differenza può sembrare sottile ma le conseguenze sono notevoli.

«D’ora in poi il sesso sarà qualcosa che richiede il consenso di entrambe le parti, o di più parti, se è il caso», ha dichiarato Kristian Hegaard, portavoce per la giustizia del Partito Social Liberale. «So che sembra una cosa ovvia, ma non è così che la legge è stata concepita fino a oggi».

12 anni per arrivare alla normativa

L’associazione Amnesty International nel 2008 ha documentato come in Danimarca pochissimi stupri venissero condannati e solo 4 denunce su 10 finissero di fronte a un giudice. Nel 2013 venne approvata una legge che considerava come stupro la costrizione di una vittima indifesa, ma che ancora si concentrava sulla violenza e non sul consenso. Prima ancora in Danimarca non veniva giudicato come stupro un rapporto in cui la vittima non poteva opporre resistenza perché incosciente.

La ricercatrice sui diritti delle donne dell’associazione, Anna Bluś, ha affermato: «una legge sul consenso conforme ai diritti umani rende la Danimarca un esempio per altri Paesi in Europa che hanno a cuore l’accesso alla giustizia per le vittime di stupro e la vera parità di genere».

Secondo dati del ministero della Giustizia della Danimarca ogni anno nel Paese circa 11.400 donne sono sottoposte a stupro o a tentato stupro. Una ricerca dell’Università della Danimarca del Sud stima che il numero reale possa essere oltre il doppio. Ciò nonostante, nel 2019 vi sono state soltanto 1017 denunce di stupro, che hanno dato luogo a neanche 80 condanne.

Italia

Secondo il codice penale italiano, infatti, la violenza sessuale si configura solo quando una persona “con violenza o minaccia o mediante l’abuso di autoritàne costringe un’altraa compiere o a subire atti sessuali“. Oppure nel caso in cui il soggetto abusi “delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto”. O anche “traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona”. Insomma, l‘ordinamento non comprende il consenso che non viene nemmeno nominato. Dà, invece, rilevanza ad altri fattori come la costrizione, l’uso della forza, la minaccia o l’inganno che però non sempre sono presenti o così facili da dimostrare.

In Italia, Amnesty International ha lanciato la campagnaIo lo chiedo” per ottenere che sia modificata le legislazione in materia di stupro.

«Come stabilito dalla Convenzione di Istanbul, lo stupro è un “rapporto sessuale senza consenso“. L’articolo 36, paragrafo 2, della Convenzione specifica che il consensodeve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto“. Per questi motivi chiediamo al ministro della Giustizia la revisione dell’articolo 609-bis del codice penale, in linea con gli impegni presi nel 2013, affinché qualsiasi atto sessuale non consensuale sia punibile».

Sperando in un futuro diverso

Le recenti sentenze della Cassazione si stanno spostando sempre più verso un approccioconsensualistico“. In molti casi hanno sottolineato che il consenso alle pratiche sessuali deve essere presente sempre e senza soluzione di continuità. Manca però una legge che lo dica chiaro e tondo come quella introdotta dalla Danimarca.

L’Europa

Sono tre i diversi approcci normativi alla violenza sessuale: il modello consensuale, quello consensuale limitato e quello vincolato.

  • Il primo che considera reato qualsiasi rapporto sessuale privo di consenso è proprio quello scelto dalla Danimarca. Presente anche in altri ordinamenti come nel Regno Unito o in Svezia.
  • Il secondo si focalizza più sul dissenso che sul consenso. Ossia prevede che sia necessaria un’effettiva e manifesta volontà contraria perché si possa parlare di violenza ed è presente, ad esempio, in Germania.
  • Il modello vincolato, invece, è quello italiano che, stabilisce delle caratteristiche specifiche dell’atto (minaccia, violenza ecc.) per poterlo considerare reato.

 

Ginevra Larosa

Foto © Amnesty International, Netpublikationer, Italia Star, 123Rf

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