Le origini del Natale tra storia e leggenda

0
3518

Quando abbiamo iniziato a festeggiare la Natività e perché?

Il termine Natale deriva dal latino classico “natalem” natalizio (da “natus” nato), participio passato di nascere. La nascita più conosciuta a cui fa riferimento questa festa è quella di Gesù, dunque sembrerebbe che l’origine del Natale sia totalmente cristiana, in realtà non è del tutto esatto. Come altre feste del calendario religioso, è stata “sovrapposta” a una precedente festa pagana.

Ce lo conferma Laura Bonato, professoressa di antropologia all’Università degli Studi di Torino, studiosa ed esperta sull’argomento delle festività.

L’ipotesi più accreditata dell’origine del Natale è la festa del Natalis Solis Invicti, che l’imperatore Aureliano aveva indetto il 25 dicembre. In prossimità del solstizio d’inverno che è il 21 dicembre, ossia il giorno più corto dell’anno. Ciò significa che dal 22 dicembre i minuti di sole delle nostre giornate iniziano ad aumentare di nuovo. Dopo tanto buio la luce comincia a riguadagnare il suo primato.

«La chiesa romana era molto preoccupata dalla diffusione di questi culti solari. Per questo decide di celebrare in quello stesso giorno il natale di Cristo». Nel vangelo infatti non c’è nessuna indicazione circa la data di nascita di Gesù, si tratta ovviamente di una data convenzionale.

La storia della nascita

«Nel cronografo, una specie di almanacco, che risale al IV Secolo d.C. viene riportato quello che è il più antico calendario liturgico cristiano, in cui si fa riferimento al 25 dicembre come nascita di Gesù. È interessante perché fino a quel momento i cristiani non avevano mai festeggiato il 25 dicembre, non avevano dato molta importanza alla nascita di Cristo. Nello stesso documento è riportato anche un calendario civile che al 25 dicembre segnava N. Invitto (Natalis Solis Invicti). Che era appunto la divinità introdotta da Aureliano, a cui era stato dedicato anche un tempio, che si trovava nell’attuale piazza San Silvestro».

La piazza che, non a caso, prese il nome dalla  omonima chiesa sorta nell’VIII Secolo. Del tempio del sole – eretto da Aureliano intorno all’anno 275 – che sorgeva in quello stesso luogo, all’epoca Campus Agrippae, è rimasta traccia solo nei libri.

Come ci fa notare la professoressa l’elemento comune tra la festa pagana e quella cristiana è la centralità della luce, infatti Gesù nelle sacre scritture si definisce e viene definito molto spesso come luce.

La doppia vita del Natale

Nel corso dei Secoli, tramite la Chiesa, la celebrazione del Natale si è arricchita di simboli e personaggi religiosi come le sacre rappresentazioni della natività. La professoressa ci riferisce che «sono di origine piuttosto recente, risalgono al XVII Secolo. In parte sono opera del clero (dei Gesuiti in particolare) che intendeva indottrinare le classi popolari. La natività venivae vienecelebrata in presepi viventi».

L’origine del Natale come lo conosciamo oggi, è ancora più recente. Come ci dice Laura Bonato, risale all’Inghilterra vittoriana e all’America di Roosvelt. O meglio ad una loro specifica classe sociale. Infatti era «La borghesia di quel periodo che esaltava le virtù familiari e nasce una nuova considerazione della vita privata: la famiglia che si riunisce assume una funzione importante».

L’origine letteraria

«Secondo alcuni storici l’origine del Natale, come lo celebriamo oggi, è da attribuire a Charles Dickens». Non a caso un film del 2017 si intitola “Dickens – L’uomo che inventò il Natale”.

«Era un periodo in cui era molto diffuso questo sentimento di compassione per i bambini poveri, per i vagabondi, quelli che sono appunto i personaggi descritti dallo scrittore, ecco che questo diventa un momento costante del periodo natalizio».L'inventore del Natale

Dunque la diffusione deibuoni sentimenti” associati al Natale e della centralità della celebrazione in famiglia, hanno un’origine letteraria e borghese, non solo religiosa. Infatti «È la borghesia di quell’epoca che decide di assegnare a questa festa un posto centrale nel ciclo festivo calendariale».

L’ albero di natale: protagonista dalle origini incerte

L’albero diventa un grande protagonista nelle case, ma anche nelle città.
Sulle origini dell’albero di Natale ci sono diverse leggende, ma nessuna certezza. Sicuramente in epoca pagana c’era il culto degli alberi, ma questo retaggio è molto distante dall’odierno albero natalizio.

origine dell'albero di natale

  • Una leggenda vuole che il primo sia stato a Tallinn, in Estonia nel 1441, attorno ad un grande abete giovani uomini e donne, si incontravano e ballavano in cerca dell’anima gemella. Ma non si fa alcun riferimento ad addobbi e anzi il contesto e il significato fanno pensare che non abbia molto in comune con quello odierno.
  • Secondo un’altra leggenda il primo vero albero di Natale risale al 1611, in Germania dove  nobil donna che dopo aver decorato il suo castello per celebrare il Natale. Ad un certo punto però nota che in una delle sale era rimasto un angolo completamente spoglio così decise di adornarlo con un abete del suo giardino, appositamente trapiantato in un vaso.
  • Pare che ci sia una cronaca di Brema del 1570, che racconta di un albero che venne decorato con noci, mele, fiori di carta e datteri.
  • C’è poi la città di Riga in Lettonia, che si autoproclama sede del primo albero di Natale. In piazza del Municipio c’è uno stemma in terracotta proprio nel punto in cui fu eretto il primo albero di Natale nel 1510. Si sostiene che fosse decorato con addobbi di carta e che venne poi bruciato come buon augurio per l’arrivo dell’inverno.

Controversie sull’origine e ipotesi del significato

Nel 2010 quando in Lettonia si festeggiavano i 500 anni dell’albero di Natale c’è stato un contenzioso natalizio in cui «Estonia e Lettonia si stanno contendendo a colpi di inchieste giornalistiche e schermaglie istituzionali l’origine dell’albero di Natale».

Ci sono diverse leggende che cercano di rintracciare la genesi del primo albero di Natale come lo conosciamo. Sappiamo che, quello originale è un abete, anche se a volte può essere anche un pino, in ogni caso un albero sempreverde.

Secondo la prof.ssa Bonato «non è un caso che l’albero di Natale sia un abete, infatti è un abete in tutta Europa, forse perché è un albero maestoso e un po’ si ricollega all’albero della vita, l’albero cosmico…l’albero della vita che era nell’Eden da cui Adamo ed Eva potevano nutrirsi».

La storia di Babbo Natale

Su questo personaggio sono state formulate diverse teorie. «Una storia raccontata fin dal IX Secolo, vuole che Babbo Natale sia un personaggio realmente esistito». Questa è la storia che ci riferisce la Prof.ssa Bonato, e che riconosce Babbo Natale in San Nicola, santo molto venerato nel Medioevo.

Storia di Babbo NataleSan Nicola era vescovo di Myra nel IV Secolo d.C., meglio conosciuto in Italia come San Nicola di Bari (giacché in questa città giacciono le sue reliquie). Prima di diventare vescovo si trovò ad aiutare 3 sorelle di una famiglia nobile caduta in povertà. Il padre delle fanciulle non potendo dare la dote alle figlie pensava di avviarle alla prostituzione. «San Nicola, commosso dalla situazione disperata, interviene tre volte lasciando all’interno della casa un sacchetto d’oro. Ma la terza notte trova la finestra chiusa, così si arrampica sul tetto e getta il sacchetto dal camino dove erano appese le calze ad asciugare».

Sembra che in buona parte dell’Europa (in particolare in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera, Slovenia, e alcune parti dell’Italia) Babbo Natale venga ancora rappresentato con abiti vescovili.

La storia celtica

Alcuni trovano tracce di Babbo Natale nel dio Odino, una figura mitologica del folklore celtico rappresentato con una lunga barba bianca e il suo fedele cavallo volante. Si racconta che durante la festa di Yule (del solstizio d’inverno) Odino organizzava una grande caccia accompagnato da altri dei. Per questo i bambini riempivano le loro scarpe di fieno, carote o zuccherini cosicché, Sleipnir, così si chiamava il cavallo volante, si potesse rifocillare durante la caccia e in cambio il suo padrone avrebbe lasciato loro regali o dolci.

La storia dell’iconografia: Babbo Natale diventa famoso

Secondo alcuni l’immagine moderna di Santa Claus, come viene chiamato nei Paesi anglofoni, ha un’origine letteraria nella poesia Una visita da San Nicola, pubblicata nel 1823 in forma anonima su un giornale di New York e poi attribuita a Clement Clarke Moore. Descrive la notte prima di Natale, in una casa: silenzio, i bambini dormono le calze vuote appese al camino. Anche i genitori si accingono ad andare a letto, ma un frastuono in giardino richiama l’attenzione del padre. Vede San Nicola sulla slitta trainata da otto renne. Poi si cala nel camino con un sacco pieno di doni e con tutte le caratteristiche che ancora oggi sono nell’immaginario collettivo.

La slitta di Babbo Natale

Secondo una leggenda metropolitana la Coca Cola ha inventato il Babbo Natale che conosciamo oggi. Infatti lo vediamo protagonista di una campagna pubblicitaria del 1930, con i tratti tipici che noi conosciamo. Ottima immagine per incrementare le vendite nel periodo invernale.

«Babbo Natale per quel che ne sappiamo noi» , ci dice la professoressa Bonato « è arrivato dagli Stati Uniti, ma i diversi nomi che vengono attribuiti a questo personaggio, che ha il compito di distribuire i giocattoli ai bambini, dimostrano che si tratta di un fenomeno di convergenza e non di un prototipo antico conservato ovunque. E questo lo sostiene anche uno dei più grandi antropologi che è Lévi-Strauss»

Origine del Natale

I regali sono indissolubilmente legati a Babbo Natale. Sappiamo da Laura Bonato che lo scambio di strenne era già praticato nelle comunità tradizionali in tutta Italia. La strenna era un dono religioso che si scambiavano gli antichi Romani nei giorni di festa.

Il regalo implica lo scambio, una reciprocità che crea un legame. «I genitori fanno i doni ai bambini, ma dato che il dono implica sempre l’azione del ricambiare, forse per liberare i bambini da questo obbligo ecco che interviene, Babbo Natale a fare da intermediario».

Cosa rende unico il Natale e cosa lo rende uguale ad altre feste

Quel che rende unico il Natale, così come è stato reinventato in epoca vittoriana, è la centralità della sfera privata, della celebrazione familiare. Conoscendo anche la più antica origine del Natale, ricordiamo la centralità della luce, come nascita di Gesù o del sole. La luce in questo periodo è maggiore: dal solstizio d’inverno (21 dicembre) ricomincia ad aumentare. Le giornate si allungano e le notti si accorciano. La luce, che in questo periodo aumenta anche di notte tramite le luminarie natalizie.

Invece professoressa cosa accomuna il Natale alle altre feste?
«
Ogni festa, che sia tradizionale o di recente istituzione, si caratterizza per essere un momento di forte socialità e aggregazione». Mentre «In passato le feste erano soprattutto un modo per domesticare il tempo, segnavano la distinzione tra il momento del lavoro e quello del riposo». 

Cosa rappresenta per lei il Natale?
«Se smetto gli abiti della studiosa, affermo che Natale è l’occasione per ricordare, a volte anche solo con un piccolo pensiero, la gentilezza, la disponibilità, la collaborazione e l’affetto di molte persone».

 

 

Caterina Allegrini

Foto © Wikimedia Commons , Pexels e pixabay

Video © Eurocomunicazione

Articolo precedenteIl giorno di Natale arriva Soul, in esclusiva su Disney+
Articolo successivoParte il “Vax-day” europeo, altri Paesi hanno già iniziato

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui