Covid-19, un anno dal lockdown che sconvolse tutti

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Covid-19

È il 9 marzo quando tutto il Belpaese diventa zona rossa. Il primo in Occidente ad adottare misure così drastiche per contrastare un virus del quale ancora si sa poco

Tutto ebbe inizio da una polmonite atipica nella Cina centrale, in una città non molto conosciuta. Una notizia considerata di poco conto all’inizio, ma che poi ha cambiato la vita delle persone di tutto il Mondo. Nuovi contagi in tutto il Continente da Covid-19. Morti, ospedali al collasso.

Alla fine di febbraio 2020 l’Italia scopre sulla propria pelle cos’è il Covid-19. Il Belpaese diventa il nuovo epicentro del virus. Partito dal Nord si espande a macchia d’olio in tutte le Regioni. E la vita degli italiani subì un cambiamento radicale che ormai dura da un anno.

La paura, la responsabilità e la speranza. Ma anche la solitudine e l’incertezza. Le strade vuote e le file ai supermercati, la resistenza dalle finestre con canti e applausi e gli striscioni con gli arcobaleni ottimisti sui balconi.

Le immagini di Bergamo rimarranno nella storia

Ebbene sì, è passato un anno da quando l’Italia piombava in uno dei momenti più tragici dal Dopoguerra. La parola lockdown diventata parte integrante del vocabolario di uso comune, e le strade iniziano a svuotarsi. 10 giorni dopo l’annuncio dell’allora premier Giuseppe Conte del decreto #iorestoacasa arrivano le prime terribili immagini. Tante resteranno il simbolo di quei mesi, ma nessuna eguaglierà mai il triste corteo di camion dell’esercito con il carico di bare lungo le strade di una buia e ferita Bergamo.

L’Italia zona rossa

È il 9 marzo quando tutto il Belpaese diventa zona rossa. Il primo in Occidente ad adottare misure così drastiche per contrastare un virus del quale ancora si sa poco. Iniziano a girare foto strazianti di medici e infermieri che portano i segni di mascherine e guanti indossati per turni estenuanti. Poi l’annuncio delle prime vittime anche tra di loro, con sconcerto da parte degli italiani. Perché senza di loro sarebbe stato impossibile pensare di uscire dalla pandemia.

I paesini sembrano abbandonati, le metropoli, invece, mostrarono immagini di città completamente vuote e soprattutto silenziose. Non c’è traccia umana se non le pattuglie delle forze dell’ordine o dell’esercito. L’unica a beneficiare del lockdown è la fauna. In alcuni casi si riappropia degli spazi occupati dagli umani. E così non è raro vedere un orso scendere in città o oche e rane camminare tranquillamente in fila indiana lungo quelle che una volta erano strade trafficatissime.

La speranza ai balconi

Covid-19Poi iniziarono a vedersi i cartelli alle finestre che recitavanoAndrà tutto bene” con disegni di arcobaleni a simboleggiare una speranza. Alle 18 gli italiani si ritrovavano sui balconi per lanciare un messaggio musicale di speranza. Prima l’Inno di Mameli, poi i brani più simbolici della musica del Paese.

Quasi in contemporanea, però, in tv la Protezione civile leggevail bollettino“. Per tutti prima della pandemia questa parola era sinonimo di varie cose, dal cedolino per il pagamento delle bollette al documento di rilascio per un ordine, ma adesso è diverso. Quando sentiamo quel termine la nostra mente va ai contagiati e ai morti provocati dal Covid-19.

C’è chi organizzò anche estemporanei scambi tennistici da un balcone all’altro per mantenersi in allenamento. Chi si improvvisò pizzaiolo e fornaio, tanto che farina e lievito registrano il “tutto esaurito“. Nei saloni e nelle camere si attrezzarono sale di allenamento, seguendo istruttori online o consigli di amici personal trainer. Uniche evasioni concesse: le passeggiate con il cane, qualche corsetta e passeggiate in bicicletta. C’è chi, pur di uscire, ha portato a passeggio conigli e tartarughe.

Il Belpaese si riscopre resistente, unito, solidale

Chi, per esempio, improvvisò servizi di volontariato per consegnare la spesa alle persone più anziane e più sole. I ragazzi, banditi dalla scuola e impegnati nella didattica a distanza, si affidarono alla tecnologia per sopperire alla mancanza di contatto con gli amici. Si iniziarono a festeggiare i compleanni rigorosamente da remoto. E anche le lauree. Per gli adulti, invece, ci fu la scoperta dello smart working.

Lockdown sempre in agguato

Oggi, a un anno da allora, l’Italia si trova ad affrontare nuove, e decisive, sfide. Il rischio di finire di nuovo in lockdown è più concreto che mai, complice l’estrema velocità di diffusione delle varianti, soprattutto tra i più giovani. Sicuramente anche Pasqua 2021 sarà sotto restrizioni.

L’immagine potente dell’Urbi et Orbi di Papa Francesco solo nell’immensa piazza San Pietro è ancora vivida nel ricordo degli italiani. Così come quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 25 aprile rese omaggio al Milite ignoto in una deserta piazza Venezia. Un anno di resistenza. E la guerra non è ancora finita. Anche se ora è arrivato l’alleato decisivo: il vaccino.

 

Ginevra Larosa

Foto © Il Cittadino Pescia, Nurse Times, Eurocomunicazione, Zoom
Video © Eurocomunicazione

 

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