Roma Capitale, petizione in Parlamento per modificarne l’ordinamento

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Sergio Iacomoni detto Nerone, leader del Movimento Storico Romano: bisogna prendere esempio da altre capitali virtuose come Parigi e Lisbona

Torna alla ribalta il dibattito sull’ordinamento di Roma Capitale. O, meglio, di come riformare la Città Eterna per renderla efficiente, vivibile e governabile prendendo a esempio altre metropoli europee. Le novità arrivano dal Movimento Storico Romano, attivo sia nell’azione di denuncia del degrado e dei guasti dell’Urbe, non solo storica, sia nelle proposte di tutela; con il fine ultimo  di migliorare e valorizzare il presente, prendendo spunto dai valori del passato.

Sergio Iacomoni, detto Nerone

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Sergio Iacomoni, detto Nerone: così si chiama il leader del Movimento Storico Romano, di cui fanno parte grandi cultori della storia di Roma, fra cui diversi professori universitari. «Ho presentato una petizione urgente a Camera e Senato, assieme ai sei coordinatori del Movimento» – ha annunciato Iacomoni – «per modificare l’ordinamento di Roma Capitale. L’obiettivo è quello di garantire più peso ai 15 Municipi, in cui è articolato il territorio, nelle scelte politiche del Campidoglio». Oggi, infatti, i 48 consiglieri che siedono nell’aula Giulio Cesare possono essere eletti anche con duecento voti – cioè nulla per una metropoli di circa 2 milioni e 800mila abitanti, con una estensione superiore a Parigi e a New York – a fronte delle decine di migliaia di preferenze ottenute dai presidenti di Municipio.

La petizione presentata alla Camera dei Deputati e al Senato

Con la petizione inviata alle due Camere, il Movimento Storico Romano chiede che i consiglieri eletti con le preferenze scendano da 48 a 33, e che i seggi mancanti vengano assegnati ai 15 presidenti municipali. «La nostra proposta non altera minimamente la stabilità di governo in Campidoglio, assicurata dal premio di coalizione spettante al Sindaco, visto che per i Municipi si vota in contemporanea con il Comune», ha spiegato Sergio Iacomoni.

Il risparmio per le tasche dei contribuenti

«Dobbiamo prendere esempio da quanto avviene in alcune capitali virtuose, come Parigi e Lisbona», ha aggiunto il presidente del Movimento Storico Romano. C’è di più. Da parte loro, cittadini risparmierebbero diversi milioni di euro. Nello specifico, si tratta di una cifra pari agli esborsi per 15 consiglieri, moltiplicati per 5 anni di mandato nell’Aula Giulio Cesare, tra gettoni di presenza e altri rimborsi e spese per collaboratori; assodato che i presidenti di Municipio hanno già una loro indennità di carica, oltre a dei loro uffici a disposizione. Ergo, la riforma potrà rivelarsi efficace, anche dal punto di vista economico, per i romani.

Lo sguardo al passato

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Roma nasce dalla fusione di tre popoli: inventa il federalismo, quello sociale con le XII Tavole e quello territoriale con il Foedus Cassianum; dà impulso a istituzioni come i comizi curiati e tributi, ai vici e ai rioni (regiones) con Augusto. Nel medioevo i caporioni acquisirono, in alcuni momenti, grande autonomia. «Dobbiamo solo ripassare la gloriosa storia della nostra città e apprendere da essa per costruire un futuro migliore», ha sottolineato Sergio Iacomoni.

L’appello al Parlamento

Il dado è tratto. E ora bisogna sbrigarsi. «Auspico che la petizione venga recepita dai parlamentari, i quali potranno così impegnare il Governo, con un atto di indirizzo, a modificare con la massima celerità l’ordinamento di Roma Capitale», ha concluso Sergio Iacomoni.

 

Leo Agabiti

 

 

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