Pnrr, l’Italia passa l’esame di Bruxelles quasi a pieni voti. Unica “B” ai Costi

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Non manca il giudizio nella pagella italiana dove si sottolinea che “il piano contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente le raccomandazioni specifiche dell’Ue”

La valutazione della Commissione Ue del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) italiano vede tutte A, cioè il massimo voto, e una B alla vocecosti“. A quanto si apprende, in realtà, anche tutti gli altri piani approvati fino a ora riportano il medesimo risultato. Infatti, nessuno è riuscito a rispettare le rigide indicazioni sulla definizione dei costi delle misure. Di conseguenza le stime si sono perlopiù basate su costi di misure simili, come nel caso del Pnrr italiano.

Non manca il giudizio nella pagella italiana dove si sottolinea che “il piano contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente le raccomandazioni specifiche dell’Ue“. Il Pnrr italiano “rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale e contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni”. Inoltre “rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale e istituzionale“. A quanto si apprende, “le misure non arrecano danni a tutti gli obiettivi ambientali della Ue e contribuiscono in modo efficace sia alla transizione energetica che a quella digitale“. Avranno inoltre un “impatto duraturo sull’Italia che è anche riuscita ad assicurare un efficace monitoraggio dell’attuazione del piano. Il meccanismo di controllo anti-frodi è giudicato efficace. Infine, “tutte le misure del Pnrr sono coerenti”.

Von der Leyen a Roma

L’approvazione definitiva avverrà entro domani da parte di tutti i commissari e sarà Ursula von der Leyen a consegnarla al premier Draghi a Roma. La presidente, infatti, sta facendo un tour europeo in cui toccherà tutti i Paesi che hanno presentato e hanno ottenuto l’approvazione dei Pnrr.

Insomma, questo via libera al 13% di pre-finanziamento all’Italia dovrebbe, ormai, essere certo. Parliamo di circa 25 miliardi di euro, che è probabile arrivino in estate. La Commissione europea ha avviato la raccolta sul mercato dei 750 miliardi complessivi del Next Generation EU. Ne ha raccolti 20 a un tasso dello 0,06%. Certo, la richiesta è sette volte l’offerta (140 miliardi). Le risorse saranno distribuite in proporzione tra i Paesi promossi, il resto potrebbe arrivare a settembre.

Modalità di approvazione

La Commissione europea ha lanciato la cosiddetta “procedura scritta”, ovvero il metodo di approvazione che non prevede la riunione fisica del collegio dei commissari. Basta, quindi, solo (per così dire) l’ok dei gabinetti interessati. Atteso in serata il benestare del Pnrr italiano che non dovrebbe avere altri commenti data la metodologia utilizzata. Subito dopo al via le procedure per il versamento della tranche iniziale di 25 miliardi sotto forma di anticipazione.

Sono tre le valutazioni del piano – A, B o C – assegnate a seconda della conformità del Pnrr agli undici criteri stabiliti dal regolamento sul Dispositivo di ripresa a resilienza. Le valutazioni definiscono: la capacità del piano ad affrontare efficacemente le sfide individuate nel semestre europeo; il suo contributo a rafforzare il potenziale di crescita e la resilienza economica e sociale dello Stato membro; la capacità di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale; l’inclusione di misure rilevanti per le transizioni verde e digitale; la ragionevolezza e la plausibilità della stima dei costi fornita dallo Stato membro. Quest’ultimo criterio va anche commisurato all’impatto previsto sull’economia.

Criteri rispettati

PnrrIl piano italiano, fanno sapere da Bruxelles, rispetta i criteri decisi sulla transizione ecologica, che prevedevano un minimo di 37% di investimenti. Il Belpaese arriva al 38%. Quindi parliamo di ben 59,33 miliardi di cui: 5,27 all’agricoltura sostenibile ed economia circolare; 23,78 alla transizione energetica e mobilità sostenibile; 15,22 all’efficienza energetica e riqualificante degli edifici (Superbonus); 15,06 alla tutela del territorio e risorse idriche. Da non dimenticare i 9,32 miliardi del Fondo complementare e 1 miliardo e 31 milioni del fondo React EU (coesione territoriale), per un totale di 69.96 miliardi.

Un altro 25% del Pnrr va al digitale che, ricordiamo, è tra le priorità strategiche del Next Generation EU, con tetto minimo del 20% di investimenti. E anche qui l’Italia si è fatta valere, con 40,73 miliardi di cui: 9,75 alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione; 24,30 alla digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo; 6,68 per turismo e cultura.

Ma l’Italia riuscirà a mantenere le promesse?

Secondo il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni mantenere gli impegni del Recovery Plan non sarà «affatto facile, ma Draghi è l’uomo giusto. L’Italia può farcela».

In pratica è abbastanza evidente che i 27 dell’Unione hanno delle perplessità e infatti, fanno sapere che l’Italia dovrà rispettare determinate scadenze, pena la mancata erogazione dei fondi. La Commissione, dunque, farà una verifica ogni 6 mesi fino al 2026. Che si annovera come l’anno entro cui vanno spesi tutti i soldi del Recovery Fund.

Il pensiero della presidente Bce

European Parliament«I Pnrr hanno avuto processi celeri, siamo in anticipo rispetto al calendario iniziale, va menzionato e dobbiamo rallegrarcene. È l’inizio di un lungo viaggio. 5 piani sono stati approvati. Il pacchetto Next Generation EU può sostenere una ripresa per una trasformazione. Nel medio periodo modernizzerà le economie europee rendendole più digitali, verdi, resilienti e produttive. Ora va incoraggiata l’applicazione del Pnrr, che sarà tappa critica. Sono progetti di un’iniziativa pioneristica, se non ben realizzata avrà un effetto boomerang anche sull’entusiasmo dei mercati». Queste le parole di Christine Lagarde, presidente Bce, all’Europarlamento.

 

Ginevra Larosa 

Foto © Italia a tavola, Governo, Mef,

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