Cipro, l’unico Stato dell’Unione europea a essere diviso da un muro

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Cipro

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, annuncia un piano per la riapertura di una parte del quartiere abbandonato di Varosha nella città di Famagosta

Il 20 luglio del 1974 la Turchia invade Cipro occupandone circa il 40%. L’Isola da quel momento venne divisa da un muro, chiamato Linea verde, che, di fatto, separò le due comunità in Nord e Sud. Nel 2021 risulta essere l’unico Stato dell’Unione europea diviso.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, si trova, oggi 20 luglio 2021, a Nicosia in occasione del 47° anniversario dell’invasione del luglio 1974. La visita nell’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo da Ankara, è fortemente criticata dal Governo greco-cipriota e dall’Unione europea, che temono nuovi strappi ai precari equilibri dell’isola.

Storia dell’Isola

Il movimento per l’annessione alla Grecia (ènosis), sviluppatosi fra i greco-ciprioti a partire dagli anni 1930, si intensificò dopo la Seconda guerra mondiale. Entrarono, così, in conflitto da un lato con gli Inglesi, dall’altro con la minoranza turco-cipriota e la Turchia. Furono vari i negoziati tentati dai Governi di Regno Unito, Grecia e Turchia e i rappresentanti delle due comunità cipriote. Nel 1959 fu raggiunto un compromesso, che prevedeva l’indipendenza di Cipro e una serie di garanzie per la minoranza turca. L’indipendenza fu proclamata il 16 agosto 1960 ed entrò in vigore la Costituzione, che assicurava la rappresentanza di ambedue le comunità nei principali organi politici.

Nel 1960 Cipro entrò a far parte dell’Onu e nel 1961 del Commonwealth. Ma il compromesso non fu di facile applicazione e nel 1963 i turco-ciprioti si ritirarono dal Governo e dagli altri organi, dando vita nel 1967 a una propria amministrazione autonoma.

Il colpo di Stato

Nonostante l’invio a Cipro, fin dal marzo 1964, di una forza di pace dell’Onu (Unficyp), la tensione e gli scontri proseguirono. L’avvento della dittatura militare in Grecia (1967) aggravò ulteriormente la situazione. Nel 1974 un Golpe appoggiato da Atene rovesciò Makàrios, arcivescovo ortodosso e primo presidente della Repubblica di Cipro dopo l’indipendenza politica, e tentò di insediare un Governo che procedesse all’annessione alla Grecia. La Turchia reagì immediatamente occupando la parte settentrionale dell’isola, dove nel 1975 fu proclamato unilateralmente uno Stato federato turco di Cipro con una propria Costituzione, un presidente della Repubblica, Rauf Denktaș, e un’Assemblea legislativa. Vari furono i tentativi di appianare le divergenze. Ma nel 1983 proclamò l’indipendenza della Repubblica turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto dalla Turchia.

I tentativi dell’Onu

Neppure la mediazione condotta dall’Onu a partire dal 1985 portò a una conclusione pacifica. Il progetto era quello di uno Stato bifederale che prevedeva una larga autonomia per i turco-ciprioti. Ma tutto si arenò per il persistere di profondi contrasti fra le due comunità e il rifiuto della Turchia di ritirare le proprie truppe.

Nel 2004, il progetto di unificazione promosso dall’Onu, che prospettava la costituzione di uno Stato federale con la presidenza spettante a rotazione alle due comunità, fu bocciato per referendum dalla popolazione greco-cipriota. Lo stesso anno, la sola parte greco-cipriota, corrispondente alla Repubblica di Cipro, è entrata a far parte dell’Unione europea (dal 2008 anche nell’area euro).

Quindi Cipro risulta essere divisa tra Sud e Nord. Con “Sud” si indica la parte grecocipriota controllata dalla Repubblica di Cipro. Mentre con “Nord” ci si riferisce alla Repubblica turca di Cipro Nord. La linea verde segna tuttora un confine perennemente in tensione per gli scontri interetnici fra cittadini di origine greca e quelli di origine turca.

Nel 2021 la situazione non sembra volgere al cambiamento

Cipro«Un nuovo processo dei negoziati può essere condotto solamente tra due Stati. Siamo nel giusto e difenderemo i nostri diritti fino alla fine». Questo è ciò che ribadisce il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan intervenendo oggi, 20 luglio 2021, nella parte turca di Nicosia. Il presidente è in visita in occasione del 47° anniversario dell’invasione del luglio 1974.

Erdoğan annuncia, anche, un piano per la riapertura di una parte del quartiere abbandonato di Varosha, nella città di Famagosta. Parlando nel corso della sua visita, insieme all’attuale (dal 2020, ndr) leader turco cipriota Ersin Tatar, spiega che il piano consiste nel togliere lo status militare per una parte del quartiere della città, indicando che il 3,5% dell’area avrà uno status civile. Varosha, un tempo gioiello del turismo regionale, rimasto abbandonato dalla fuga dei residenti greci nel 1974 e da allora controllato militarmente dalla Turchia. Il quartiere risulta protetto dallo status concesso dalle successive risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu.

Erdogan ha inoltre attaccato “i nemici dei turco ciprioti” menzionando tra questi, secondo il quotidiano Kathimerini, il premier greco Kyriakos Mitsotakis. «Tutti questi oggi parleranno di Cipro. Li ascolteremo ma non ci interessa quello che dicono». Ha, poi, criticato l’Unione europea per aver rifiutato tale scenario. «Non seguiremo il loro consiglio. Faremo quello che dobbiamo fare».

Censure arrivano da Atene

Nikos Panagiotopoulos, ministro della Difesa greco, parteciperà oggi a un servizio commemorativo presso il cimitero militare di Makedonitissa a Cipro. All’evento, in memoria dei soldati greci e greco-ciprioti caduti, parteciperà anche il presidente di Cipro (Sud) Nicos Anastasiades.

Il ministero degli Esteri di Atene ha diffuso una nota per censurare i piani dei turco ciprioti sulla riapertura di una parte del quartiere di Varosha. Rappresenterebbe una violazione delle risoluzioni del Consiglio europeo e degli inviti della comunità internazionale. “La Turchia deve cessare immediatamente i suoi comportamenti provocatori e senza fondamento giuridico, in modo da rispettare il diritto internazionale“.

 

 

Ginevra Larosa

Foto © Wikipedia, Unficyp, Euronews

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