Biden convince Andrew Cuomo a dimettersi

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Cuomo

Molestie sessuali e abuso di potere gli costeranno l’impeachment?

Andrew Cuomo, governatore di New York, qualche giorno fa diceva, facendo da eco ai sentimenti di molti concittadini: «Voglio andare in un ristorante e sentirmi sicuro. Voglio andare a teatro, o in un pub, e sentirmi sicuro».

Ora le sue parole – riferite allora alla necessità di imporre nuove restrizioni per contenere il virus, inarrestabile – risultano quanto mai stonate, quasi beffarde.

Lo scandalo arriva in una settimana particolarmente difficile per gli Stati Uniti

Impennata di casi di Covid, campagna vaccinale in vacanza e divisione sul tema dei colossi tecnologici della Silicon Valley. I ricoveri per coronavirus negli Usa hanno recentemente raggiunto i livelli dell’estate 2020, con oltre 50.000 americani ricoverati, per la maggior parte non vaccinati. La variante Delta continua a diffondersi, e colpisce – pur senza effetti gravi – anche le persone immunizzate.

E poi ci sono gli incendi boschivi, l’inflazione, le nuove sconcertanti dichiarazioni di Trump, l’uccisione dell’ufficiale di polizia del Pentagono George Gonzalez.

Ma Mister Cuomo, figlio d’arte, il padre è Mario Cuomo – governatore di New York per tre mandati – prende tutte le prime pagine.

Pedina blasonata nello scacchiere politico nazionale, è diventato una vera star politica attraverso briefing giornalieri televisivi durante i primi mesi della pandemia. Offuscata dapprima dalle accuse di aver riportato erroneamente il numero di morti nelle case di cura, e ora da ombre che, nell’America che conosciamo, non spariranno alla luce del sole.

Sicurezza

Il senso di sicurezza che egli rivendicava per sé e per la collettività sembra sia stato negato a molte donne che, a diverso titolo, hanno avuto a che fare con lui.

Il governatore di New York ha negato per mesi le molteplici accuse di molestie sessuali a suo carico. Martedì l’ufficio del procuratore generale della città ha però pubblicato un rapporto di 165 pagine che corrobora le accuse rese pubbliche nell’ultimo anno.

Facendo cadere, così sembra, un viscido castello di carte.

Indagini

Secondo un’indagine indipendente, infatti, egli ha molestato sessualmente almeno 11 donne, e ha violato sia la legge statale che quella federale.

Letitia James, procuratore generale di New York, stella nascente Dem, ha voluto affidare l’inchiesta a Joon Kim, ex procuratore federale, e Anne Clark, una delle più note avvocate in diritto di lavoro. Partendo con il piede giusto, per evitare così ogni possibile sospetto di interferenze politiche. È però lei a esporre i risultati delle indagini – penali – in una conferenza stampa.

Le molestie

Il copioso plico descrive nel dettaglio come il governatore si sia più volte prodigato in palpeggiamenti, baci e abbracci indesiderati e abbia fatto commenti inappropriati – sessualmente allusivi – a 11 donne, di cui 9 dipendenti o ex dipendenti statali. Altre donne avrebbero invece sopportato, mantenendo il silenzio, anni di comportamenti indesiderati mentre lavoravano con il governatore.

Cuomo sostiene che l’indagine indipendente sia imperfetta e politicamente motivata, e nega le accuse. Affermando di «non aver mai toccato nessuno in modo inappropriato». «Questo non è quello che sono, e non è quello che sono mai stato». Affermazioni respinte con forza dal procuratore James.

Le accuse

Undici donne hanno accusato il governatore di New York di molestie e gli investigatori affermano che le loro deposizioni sono coerenti, dettagliate e veritiere. Le indagini hanno portato all’ascolto di 179 testimoni, 41 dei quali hanno deposto sotto giuramento. Migliaia i documenti raccolti e messi agli atti come prove, schiaccianti e spesso esplicite.

Cuomo, padre divorziato con tre figlie adulte, si è limitato a dirsi dispiaciuto se il suo comportamento è stato frainteso dai suoi accusatori.

Presa di posizione

Cuomo Joe Biden ha affermato di ritenere che Cuomo, visto il risultato delle indagini, dovrebbe dimettersi. Il presidente già lo scorso marzo si era espresso in maniera netta: qualora fossero state confermate le accuse, l’unica scelta sarebbe stata dare le dimissioni immediate.

Quando gli è stato chiesto ieri, mentre parlava dalla Casa Bianca, se Cuomo dovesse effettivamente dimettersi, Biden ha risposto semplicemente, in maniera laconica: «sì».

«Non ho letto il rapporto. Non ne conosco i dettagli. Tutto quello che so è il risultato finale». Jen Psaki, segretario stampa della Casa Bianca, interrogata oggi dai giornalisti durante il consueto briefing quotidiano circa le comunicazioni intercorse tra il presidente e il governatore, ha risposto di “non essere a conoscenza” di alcuna conversazione tra lo staff di Cuomo e i funzionari dell’amministrazione.

Tanto basta. D’altro canto Biden, fatto il giro di boa del primo semestre alla guida del Paese con un segno positivo nei sondaggi, non può permettersi errori o distrazioni.

Alla sbarra

Ricordiamo che la struttura del sistema legale statunitense è basata sulla presenza di diversi tribunali che intendono assicurare l’amministrazione di una giustizia imparziale, sia in ambito civile che penale. Sussiste comunque la presunzione di innocenza dell’imputato e l’accusa deve provare la sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.

E il “fino a prova contraria” adesso sembra già rovesciarsi

Il governatore rischia anche l’impeachment – ipotizzato dagli stessi Democratici – per aver molestato diverse collaboratrici e favorito una cultura del lavoro tossica e ostile. Pervasa da paura e intimidazione. E la possibile corsa alla Casa Bianca è una fumata nera.

Testimonianze chiave

Non tutte le donne molestate hanno consentivo la divulgazione della propria esperienza associata ai dati personali. Il nome compare solo a fianco di alcune testimonianze, altre riportano un generico profilo: Assistente di direzione n. 1, Soldatessa n. 1. Ciò evidentemente a significare non solo il timore del boomerang mediatico, ma anche la vergogna. Quella che intimamente può insinuarsi nelle donne – e in generale nelle persone – vittime di molestie. Il numero posto accanto al mestiere/mansione fa poi pensare al fatto che vi siano altre assistenti e soldatesse con accanto il numero 2, 3, 4. Eccetera.

Qualcuna tra loro ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco la propria esperienza.

Boylan, dirigente

Lindsey Boylan, ex dirigente dell’Empire State Development Corporation (ESD) e vice segretario per lo sviluppo economico, è stata la prima donna a denunciare Cuomo a dicembre.

Gli investigatori sono stati in grado di provare le accuse pubbliche di Boylan, che ha scalato i ranghi dell’agenzia fino alle sue dimissioni nel 2018. Molteplici gli episodi di contatto e commenti inappropriati subiti mentre lavorava con il potente governatore.

Secondo il rapporto, Cuomo ha spesso commentato le apparizioni di Boylan e le ha toccato casualmente la vita, le gambe e la schiena. Dal momento che gli ricordava un’ex fidanzata, a volte la chiamava con il suo nome.

Boylan descrive uno dei tanti incidenti «profondamente umilianti» in cui, dopo un incontro faccia a faccia con il governatore, gli passò accanto per andarsene e lui si avvicinò e la baciò sulle labbra.

Ritorsioni

Il rapporto descrive anche ritorsioni contro Boylan da parte dell’ufficio del governatore, inclusa la divulgazione alla stampa di documenti interni riservati. Che ritraevano Lindsey Boylan come una cattiva impiegata.

Andrew Cuomo e il suo ufficio hanno anche fatto circolare tra i dipendenti un editoriale, mai pubblicato, che denigrava la professionista. Che commenta: «ovviamente questo è successo alle giovani donne che non hanno potere». Fa poi una considerazione amara: «ho lavorato tutta la mia vita per arrivare a un punto in cui sarei stata presa sul serio, e non ero presa sul serio». «Ho lavorato così duramente per essere una bambola per il governatore di New York», conclude.

Bennett, assistente esecutivo

Charlotte Bennett, seconda donna a rendere pubbliche le accuse contro il governatore a febbraio, ha lavorato per Cuomo fino allo scorso autunno. Anche nel suo caso, i fatti sono provati.

All’inizio della collaborazione, Charlotte guardava a Cuomo come a una figura paterna. Che in seguito ha iniziato a farle domande personali e commenti scomodi. Inadeguate le interazioni, allusive e pressanti le conversazioni.

Non turbare il governatore

CuomoIl governatore si lamentò un giorno di quanto tempo fosse passato da quando aveva abbracciato qualcuno.

Bennett rispose che poteva abbracciare le sue figlie, ma lui disse che era solo e voleva una ragazza, desideravaun vero abbraccio“.

Le chiese dapprima se fosse mai stata con uomini più anziani e se pensava che l’età fosse significativa nelle relazioni. Per affermare poi alla giovane, che all’epoca aveva 25 anni, che avrebbe avuto volentieri una relazione con qualcuno che aveva dai “22 anni in su”. Nelle note si legge il disagio della donna, la paura di turbare il politico.

Nell’intervista esclusiva rilasciata ieri a Norah O’Donnell per il CBS Evening News ha dichiarato che «abbiamo un rapporto, abbiamo i fatti. E se non è disposto a dimettersi, allora abbiamo la responsabilità di agire e metterlo sotto accusa».

Assistente di direzione n. 1, anonimato

Un attuale assistente del governatore, il cui nome non è stato reso pubblico e che viene indicato come “assistente esecutivo n. 1” nel rapporto, ha raccontato agli investigatori di molteplici incidenti. Occasioni in cui Cuomo l’ha toccata in modo inappropriato, stringendola in abbracci in cui le faceva scorrere le mani su e giù per la schiena. Riportati nel dossier accanto a commenti sulle relazioni personali e a battute piccanti.

Non solo allusioni

Palpeggiata su seno e glutei durante un selfie e un abbraccio imposto, l’assistente afferma che il contatto la rendeva stressata e nervosa. Tanto da avere manifestazioni cutanee come una fastidiosa orticaria sul collo.

Turba la sensazione della donna: ha l’idea che il suo nervosismo incoraggiasse in qualche modo le azioni del governatore.

Tacere

L’assistente ha detto che originariamente aveva pianificato di non fare mai cenno ai fatti accaduti, ma di volerli “portare nella tomba”. Quando Cuomo, a marzo, ha candidamente dichiarato in una conferenza stampa di non aver mai “toccato nessuno in modo inappropriato”, ha rotto il patto fatto con se stessa deponendo la denuncia formale all’ufficio della procura generale.

Dichiarazioni senza nome

Il rapporto include due incidenti mai precedentemente segnalati. Uno coinvolse una dipendente del dipartimento della salute dello Stato che subì commenti sessualmente allusivi mentre stava eseguendo un test nasale Covid-19 sul governatore.

Il secondo riguarda un’altra dipendente rimasta nell’anonimato, indicata come “soldatessa n. 1” , che – dopo il primo incontro con Cuomo – è stata assunta per unirsi all’Unità dei servizi di protezione dello Stato. Subendo molteplici incidenti.

L’età

Durante l’estate del 2019, Cuomo si è avvicinato al soldato e l’ha baciata sulla guancia. Ha chiacchierato attorno all’annoso tema della differenza d’età, chiedendole quanti anni avesse. Sentita la risposta, la giovane ne aveva venti, ha affermato: «sei troppo vecchia per me».

Kaitlin

Il governatore ha incontrato Kaitlin, il cui cognome non è stato reso pubblico, a un evento di raccolta fondi. La donna si è presentata al governatore, che le ha subito prospettato – mentre la stringeva durante uno scatto fotografico, la possibilità di un lavoro.

Nove giorni dopo, Kaitlin ricevette un messaggio vocale dall’ufficio di Cuomo. La invitavano, su richiesta del governatore, a candidarsi per un impiego. Cosa che lei fece.

Cuomo creò da subito e più volte occasioni per avere un contatto fisico. Quotidiani i soliti commenti sull’aspetto fisico suo e delle altre donne. Al centro della morbosa attenzione del politico sono il trucco e l’abbigliamento.

Oh, America!

Paese dalle mille contraddizioni, benpensante e con lo sguardo allargato alla persona e a tutte le sue propaggini. Andrew Cuomo non è solo figlio d’arte, ma anche fratello di Chris, giornalista della CNN. Che nel maggio scorso, le acque già mosse, condivise in onda una riflessione. «Essere un giornalista e il fratello di un politico è… una sfida unica e ho la responsabilità unica di bilanciare quei ruoli».

CuomoNBC News cita una serie di prove che portano a una parola: connivenza. Chris ha svolto un ruolo costante nel consigliare il fratello dopo le accuse. A maggio, egli ammise di aver avuto colloqui inappropriati con suo fratello e ha promesso di evitare la copertura della rete sul governatore. Il rapporto del procuratore generale del 3 agosto ha suggerito la profondità di quelle consultazioni strategiche.

In questo momento, entrambi gli uomini sono in piedi sotto un riflettore abbagliante. Non c’è relazione simile in politica o nei media: una coppia di fratelli, uno che governa il quarto Stato più grande del Paese, l’altro che ospita uno dei programmi più importanti della TV via cavo. Chris non ha parlato dello scandalo a “Cuomo Prime Time” ieri sera. E piovono commenti sull’etica e la deontologia professionale.

Tutti gli altri ne parlano, però. La tempesta politica intorno al governatore Cuomo è stata la protagonista di tutti i telegiornali notturni. E la copertura della CNN sulla vicenda è stata feroce per tutto il pomeriggio e l’intera serata.

Questa mattina è apparso su tutte e 12 le testate della Gannett Corporation, tra cui USA Today, un editoriale in prima pagina. Il contenuto è la richiesta indirizzata a Cuomo: dimettiti, proprio come hanno fatto innumerevoli funzionari eletti in situazioni simili. L’editoriale recita: «ribadiamo l’appello che abbiamo fatto all’inizio di marzo – che per il buon governo e per la dignità delle donne ovunque, Cuomo deve lasciare il suo incarico. Ora, diciamo che deve andarsene subito».

Per Katie Glueck, collega del NYT «gli eventi potrebbero evolversi rapidamente: una persona che ha familiarità con il processo ha affermato che potrebbe volerci solo un mese per completare l’inchiesta e redigere gli articoli di impeachment».

Il processo al Senato dello Stato potrebbe iniziare a fine settembre o all’inizio di ottobre.

Quasi 6 newyorkesi su 10 ritengono che Cuomo dovrebbe andarsene

I sondaggi anticipano il pensiero comune di tutta l’opinione pubblica statunitense?

Secondo la survey Marist il 59% dei newyorkesi, incluso il 52% dei democratici registrati, afferma – in sintonia con la parole del presidente Biden che ritiene che «Cuomo debba fare la cosa giusta» – che il governatore deve lasciare l’incarico. Un numero identico di newyorkesi, il 59%, sostiene l’Assemblea dello Stato: bisogna mettere sotto accusa Cuomo se rifiuta di dimettersi.

 

Chiara Francesca Caraffa

Foto © Eurocomunicazione, BBC, The Daily Beast, Kevin Mazur/Getty Images, Eduardo Munoz/Reuters

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Chiara Francesca Caraffa
Impegnata da sempre nel sociale, è Manager del Terzo Settore in Italia, ove ricopre ruoli istituzionali in differenti Organizzazioni Non Profit. Collabora con ETS in Europa e negli Stati Uniti, dove promuove iniziative per la diffusione della consapevolezza dei diritti della persona, con particolare attenzione all'ambito socio-sanitario. Insegna all'International School of Europe (Milan), dove cura il modulo di Educazione alla salute. Cultrice di Storia della Medicina e della Croce Rossa Internazionale ed esperta di antiquariato, ha pubblicato diversi volumi per Silvana Editoriale e per FrancoAngeli.

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