I talebani parlano di un Governo inclusivo per le donne e in accordo con l’Occidente, ma per ora la realtà è un’altra
È continuo il tentativo da parte degli afghani di provare a scappare da una terra ormai conquistata dai dissidenti. I talebani seguitano a promettere a parole di voler raggiungere accordi, ma di fatto sparano sulla folla che tenta di salire sugli aerei diretti in qualsiasi direzione. Fuoco anche sui manifestanti che provano a ribellarsi al cambio di bandiera e soprattutto continuano le violenze fisiche e psicologiche sulle donne. Insomma si è tornati a 20 anni fa in Afghanistan. Tutti i progressi si sono vanificati in un soffio di vento. E le immagini delle bambine che dopo la pausa estiva vanno a scuola con l’hijab sono l’espressione dei passi indietro fatti.
Si cerca di portare via più persone possibili
Tutte le Nazioni stanno cercando di riportare a casa i propri connazionali che vivono in Afghanistan e che vogliono tornare. Ma anche gli afghani che cercano di scappare. Nei giorni scorsi erano molti i video pubblicati in cui alcune persone attaccate anche ai carrelli degli aerei sono precipitate nel vuoto. Immancabili i ricordi di chi quell’11 settembre si è lanciato dalle finestre delle Torri Gemelle nel tentativo di salvarsi. Situazioni di disperazione che dopo 20 anni nessuno si aspettava di vedere.
Le autorità afghane hanno confermato che una delle vittime che hanno perso la vita tentando di salire su un aereo militare americano per fuggire da Kabul era un giovane calciatore afgano. Il 19enne Zaki Anwari, che ha giocato anche nella Nazionale minore del Paese. Anche le forze aeree americane hanno confermato che sono stati trovati dei resti umani nel carrello di atterraggio in uno degli aerei arrivati in Qatar.
I caccia americani sorvegliano l’aeroporto di Kabul e volano sopra la città nel tentativo garantire un’evacuazione sicura dei cittadini americani, alleati e afgani. Lo ha reso noto il Pentagono. Si tratta di “sorveglianza” e non passaggi a bassa quota, ha precisato il portavoce John F. Kirby: «Useremo tutti gli strumenti nel nostro arsenale per ottenere il risultato».
Accoglienza a Fiumicino
Il velivolo dell’Aeronautica militare con a bordo 194 passeggeri di nazionalità afghana evacuati, è atterrato all’aeroporto Fiumicino intorno alle 00:50. Il volo proveniva dal Kuwait dopo il trasferimento da Kabul. Si tratta del quarto volo arrivato in Italia nell’ambito del ponte aereo predisposto dalla Difesa. Così come avvenuto per l’arrivo di tutti gli altri profughi afghani giunti nei giorni scorsi. Dopo lo sbarco avrà inizio la procedura di profilassi sanitaria anti Covid-19, che si svolgerà direttamente all’interno dell’aeroporto di Fiumicino al Terminal 5. Un’area decentrata rispetto alle altre aerostazioni, sempre sotto stretta sorveglianza dalle forze dell’ordine. Nella notte altri due aerei C130J decolleranno dal Kuwait per Kabul. Successivamente le persone evacuate saranno trasferite in Italia con un più capiente KC767 nella giornata di oggi. La Difesa in quattro giorni è riuscita a evacuare già 600 afghani. Un lavoro svolto in collaborazione con i ministeri degli Esteri e degli Interni.
Gli Usa tentano di raggiungere tutti
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha dichiarato alla CBS e alla NBC che gli Stati Uniti non conoscono il numero complessivo degli americani in Afghanistan, ma l’amministrazione conferma che evacuerà tutti coloro che vorranno lasciare il Paese. «Non abbiamo una risposta precisa. Questo perché chiediamo a ogni americano che si reca in Afghanistan di registrarsi presso l’ambasciata Usa. Ma» – ha spiegato Sullivan – «quando le persone partono spesso non comunicano di non essere più presenti oppure c’è anche chi non si è mai registrato all’arrivo».
Il consigliere ha spiegato che le autorità stanno cercando di raggiungere tutti gli americani presenti in diversi database e tramite differenti mezzi di comunicazione. «Porteremo qualunque americano che voglia all’aeroporto e chiunque dica che vuole andare via. Faremo in modo che accada. Gli Usa possono trasportare migliaia di persone al giorno da oggi a fine mese. Stiamo lavorando per trasferire americani e afghani a rischio in aeroporto per minimizzare i rischi e massimizzare le persone sui voli».
Blinken – Stoltenberg
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Lo ha reso noto il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price. “Il segretario Blinken e il segretario generale Stoltenberg attendono con impazienza una riunione virtuale dei ministri degli Esteri della Nato venerdì 20 agosto“, si legge nella relativa nota ufficiale. “La riunione vedrà presenti gli alleati per discutere gli sviluppi in Afghanistan e gli sforzi della Nato per garantire l’evacuazione sicura e ordinata del personale alleato e dei nostri partner afghani“, prosegue il comunicato. Le parti hanno sottolineato che “uno stretto coordinamento con i nostri alleati e partner è essenziale in questa impresa, nonché per pianificare il percorso della Nato in avanti per impegnarsi in Afghanistan”, conclude la nota.
Lo stesso segretario ha commentato il colloquio con un messaggio su Twitter: “Abbiamo discusso dei preparativi per la riunione virtuale dei ministri degli esteri della Nato del 20 agosto sull’Afghanistan. Abbiamo anche sottolineato l’importanza di uno stretto coordinamento per l’evacuazione sicura e ordinata di alleati e dei nostri partner afghani”.
Draghi – Putin
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con l’omonimo russo, Vladimir Putin, che ha offerto l’occasione per un’analisi articolata della situazione sul terreno in Afghanistan e delle sue implicazioni regionali. Lo rende noto palazzo Chigi.
Nel corso del colloquio, si legge in una nota, sono stati discussi gli indirizzi che potranno informare l’azione della Comunità internazionale nei diversi contesti diretta a ricostruire la stabilità dell’Afghanistan, a contrastare il terrorismo e i traffici illeciti e a difendere i diritti delle donne. I due presidenti hanno sottolineato l’importanza di prevenire una catastrofe umanitaria e garantire la sicurezza dei residenti del Paese. È stata rilevata la necessità di combattere ulteriormente la diffusione dell’ideologia terroristica e la minaccia della droga proveniente dal territorio dell’Afghanistan.
Riunione straordinaria del G7
Blinken, ha interloquito oggi con i ministri degli Esteri del G7 di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito e con l’Alto rappresentante dell’Unione europea Josepp Borrell. Ovviamente l’argomento è la situazione in Afghanistan. In una nota del dipartimento di Stato si legge che tutti i leader hanno sottolineato l’imperativo di un passaggio sicuro per coloro che desiderano lasciare l’Afghanistan. E la necessità di una risoluzione politica inclusiva che protegga i diritti umani fondamentali di tutti gli afgani. I leader hanno convenuto che il rapporto della comunità internazionale con i talebani dipenderà dalle loro azioni, non dalle loro parole. Le parti hanno anche scambiato opinioni su antiterrorismo, sforzi umanitari e flussi di rifugiati, concordando di rimanere in stretto contatto su tutti i fronti. Blinken ha ringraziato le sue controparti per il loro fermo impegno a sostenere il popolo afghano.
Solidarietà da tutto il Mondo
Oltre 6 milioni di dollari in due giorni: è quanto ha raccolto una petizione lanciata su GofundMe per consentire l’evacuazione d’urgenza di più di 300 civili afghani presentati come “obiettivi” dei talebani. «Le persone in questione sono dei bersagli di grande valore per i fondamentalisti e corrono il rischio di essere uccise dai talebani insieme ai loro familiari”, ha spiegato il creatore della pagina, Tommy Marcus. Il quale dice di aver lavorato a fianco di organizzazioni umanitarie, di veterani e di militanti a Kabul.
Attesa per la formazione del nuovo Governo
È atteso l’annuncio dei talebani sulla forma di Governo scelta per l’Afghanistan. Ma uno dei leader del movimento Wahidullah Hashemi ha spiegato a Tolonews quali potrebbero essere gli elementi di questa struttura. Previsto un Consiglio sotto l’autorità del mullah Hibatullah Akhundzada, il leader talebano. «Non ci sono stati ancora confronti su come sarà, forse creeremo un consiglio», ha detto Hashemi. Il mullah Akhundzada ha guidato i talebani dal maggio 2016 e si occupa degli affari politici, militari e religiosi. Una figura che potrebbe cercare un ruolo di leadership è quella del mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei talebani nel 1994 e che ha partecipato ai negoziati di Doha con gli Usa.
Ginevra Larosa
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