Falastin Festival, intervista con Rania Hammad

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Falastin

Evento promosso dalla comunità per dare voce al popolo palestinese. Dal 16 al 19 settembre a Roma

Dal 16 al 19 settembre 2021 si svolgerà a Roma il Falastin Festival. Evento promosso dalla comunità palestinese di Roma e del Lazioè un festival di inclusione, intrattenimento e approfondimento. Un evento per dare voce al popolo palestineseper sensibilizzare su attualità e ricchezza culturale e per far conoscere gli italo-palestinesi al Mondo.

Falastin

Il Festival nasce dall’incontro di idee tra il direttivo della comunità palestinese, la responsabile culturale Rania Hammad l’organizzatrice di eventi italo-palestinese Nasmia Mallah a cui si riconosce l’idea di usare il nome arabo della Palestina e cioè Falastin.

L’intervista

Ne parliamo in dettaglio con l’organizzatrice, Rania Hammad. Laureata in Scienze Politiche a Roma, ha conseguito a Londra un master in Relazioni Internazionali, ha insegnato alla St. John’s University, attivista per i diritti umani della comunità palestinese e autrice dei libri Palestina nel cuore e Vita Tua Vita Mea.

• Quando e dove si svolgerà il Falastin Festival?

«L’anno scorso si è svolto a Roma nel giardino Verano, con il patrocinio del Municipio II. Quest’anno invece la sede sarà diversa, nei giardini del Circolo Arci Concetto Marchesi, vicino la fermata Metropolitana B Santa Maria del SoccorsoLa scelta di questo luogo si deve al fatto che storicamente è vicina al popolo palestinese e molti anni fa vi è stato piantato un ulivo, simbolo della Palestina e di fratellanza e solidarietà. Inoltre qui nascerà un nuovo centro culturale palestinese».

• Come è nata l’idea di creare il Festival della Palestina? 

Falastin«In Italia ci sono vari eventi importanti e molte associazioni – AssoPace Palestina di Luisa Morgantini e Cultura è Libertà di Alessandra Mecozzi – che svolgono un lavoro importante per la diffusione e conoscenza della cultura palestinese in ItaliaPerò è da molti anni che sentivamo il bisogno di creare un festival. Questo si è concretizzato grazie al lavoro svolto dalla comunità palestinese di Roma e del Lazio in collaborazione con le associazioni solidali e attive sul territorio, nonché dal gruppo responsabile per la promozione che vede, oltre alla mia partecipazione, quella di Nasmia Mallah e la responsabile comunicazione, Sara Alawia».

• Perché è importante questo evento

«L’intento è quello di far conoscere più aspetti: cucina, musica, danza, storia e situazione politica. Vogliamo parlare di Palestina come Paese, come Nazione, come popolo che ha una cultura molto forte e un ricco patrimonio culturale»

«La storia e la cultura non possono essere cancellatebisogna tramandarle alle future generazioniAllo stesso tempo sensibilizziamo adiritti umani dei palestinesi di vivere nella propria terra. Siamo persone che si interessano, come italiani di origine palestineseai diritti dei popoli, dal diritto del nostro popolo di vivere in pace sulla propria terra, al diritto dei siriani, iracheni, afghani. Tutti abbiamo diritti umani basilari e sacrosanti che devono essere tutelati contro le violazioni. Parlare del rispetto del diritto internazionale e della solidarietà, ecco perché è importante questo evento»

• Quale messaggio volete trasmettere?

«La cultura palestinese non può essere separata dalla sua politica attualeLa condizione del popolo palestinese è molto difficile. Abbiamo sofferto una grave ingiustizia storicadalla Nakba fino ai giorni nostri è tutt’ora in corso una pulizia etnica e vige uno stato di apartheid».

«Spesso, in maniera semplicistica, la Palestina viene associata a una religione specifica, ma la Palestina deve essere la terra della gente che ci viveLa terra non è né di una religione né necessariamente di una Nazione, è degli abitanti che sono lì da generazioni e generazioni, da sempre»

«Il Falastin Festival aiuta a rendere visibile un popolo che spesso è invisibile. Noi dobbiamo combattere su più fronti: non siamo come veniamo descritti dalle notizie e non siamo folclore, siamo un popolo antico con una ricchezza culturale fortissima, e identità che nessuno può negare. Lo si vede dai nostri grandi scrittori e poeti del secolo scorso e contemporanei come Susan AbulhawaSuad Amiry, Isabella Hammad, autrice de Il Parigino, oppure dai nostri storici Nur MasalhaRashid Khalidi e Salman Abu Sitta, e dai registi come Farah Nabulsi del film The Present e l’attore e regista Mohammad Bakri e ancora Hany Abu Assad dei film Paradise Now e Omar».

• Cosa dovremmo aspettarci dal prossimo Festival

«Favoriremo un Festival a impatto zero sull’ambiente, coinvolgendo un pubblico che ha a cuore l’ambienteLa città deve essere vivibile e noi facciamo parte della città e del tessuto sociale della città di Roma. Per essere coerenti e dare il buono esempio, la comunità del Falastin Festival si impegna a limitare plastica e carne, proponendo menù vegetariani tipici della cucina medio-orientale e a incoraggiare l’uso di mezzi di trasporto pubblico. Anche per questo abbiamo scelto un luogo ben collegato per il festival».

«Il parco sarà completamente risistemato, promuoveremo la raccolta differenziata e i nostri laboratori e attività formative saranno finalizzati a promuovere pratiche di recupero dei materiali e tessuti per creare arte, tipo il nostro laboratorio sul tatreez, il tipico ricamo palestinese.  Sarà dunque un festival sostenibile, accessibile e rispettoso dell’ambiente e delle persone»

• Qualche anticipazione sul programma di quest’anno?

«Avremo con noi degli attori famosi. Con noi presenterà lattrice italo-siriana Sara El Derbuch, l’attrice di teatro italo-palestinese Dalal Suleiman e anche Hanin Tarabay, un’attrice palestinese cittadina di Israele che parlerà anche degli ostacoli del cittadino palestinese con passaporto israeliano che non ha pari diritti del cittadino ebreo-israeliano. Hanin Tarabay è una storyteller e porterà le Hikayatuna eredità della narrativa orale, una tradizione palestinese lo proponiamo sia in lingua araba sia in italiano».

«Una festa sempre più inclusiva e partecipata, con amici della Palestina e persone interessate a conoscerci meglio. Il programma includerà tutte quelle questioni che sono per noi importanti e che riguardano anche altri popoli arabi e non. Come la situazione libanese, siriana e afghana. Il focus sarà sul tema della libertà dei popoli in quanto battaglia unica per i diritti umani, inscindibile dalla nostra»

«L’anno scorso siamo riusciti a dar vita al primo festival che è stato un grande successo grazie alla forte partecipazione della comunità palestinese e dei tanti volontari. Ci auguriamo che i prossimi saranno sempre più interessanti, ricchi come la prima edizione del festival»

«Il Falastin Festival nasce a Roma, ma l’obiettivo è creare un network di palestinesi della diaspora in Italia e Europa, così da poterlo promuovere anche in diverse città italiane e europee».

 

Cecilia Sandroni & Bianca Chellini

Foto © Matteo Nardone

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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