Simbiosi, mostra fotografica di Fabio Gambina

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Simbiosi

A ospitarla il museo Marino Marini come spazio di sperimentazione e ricerca per capire e interpretare la luce naturale

Si è aperta a Firenze nei giorni scorsi la mostra fotografica Simbiosi del fotografo e architetto Fabio Gambina presso il museo Marino Marini.

La luce naturale in primo piano

L’esposizione è realizzata nell’ambito di “metaluce”, il programma di iniziative pensato dal Visiting Director, Mario Nanni. Progettista e maestro della luce per istituzioni quali la Royal Academy of Arts di Londra e la Kunsthaus di Zurigo. Attualmente in mostra presso il Quirinale a Roma.

La rassegna, che coinvolge tre fotografi – Clara Melchiorre, con la mostra Lumen, Fabio Gambina e un terzo nome ancora da confermare – propone il museo Marino Marini come spazio di sperimentazione e ricerca per capire e interpretare la luce naturale.

Dal 21 ottobre 2021 fino al 17 gennaio 2022, Fabio Gambina presenterà 25 scatti ideati appositamente per lo spazio espositivo fiorentino che ne ritraggono gli interni.

Fabio Gambina dopo la laurea in architettura ha affrontato un dottorato di ricerca sul rapporto tra fotografia e design. Di sé racconta: «Fin da piccolo mi sono interessato alle arti figurative e alla lettura della storia dell’arte. Ho iniziato a dipingere per poi passare alla fotografia. Dopo gli studi in architettura ho affrontato un dottorato di ricerca sul rapporto tra fotografia e design. Queste sono le premesse culturali che mi hanno fornito la grammatica per potere leggere e affrontare i temi con i quali di volta in volta mi confronto».

Philippe Daverio ha scritto di lui: “nella sua produzione architetture e persone fisiche che negli spazi esistono, convivono in un minimalismo che è leggero e quindi poetico. Capace di dettagli che significano il tutto, anzi che sembrano suscettibili di interpretare il tutto e che si caricano di piccoli fiati, che sono in verità gli spiriti delle cose e degli uomini”.

Progetto Simbiosi

Riguardo il progetto Simbiosi, spiega Gambina, «nasce da una condivisione di intenti, di emozioni e di rappresentazione fotografica con Mario Nanni, sommo progettista a tutto tondo a partire dall’elemento luce, e Visiting Director nominato dalla presidente Patrizia Asproni del museo Marino Marini di Firenze».

Il concept della mostra è un’indagine intesa come meditativa sulla relazione tra scultura, pittura, architettura e arte sacra. “Nella luce e oltre la luce stessa“.

Assenza di colore

SimbiosiL’evocativo dialogo tra opere esposte e architettura nella “metaluce”, è amplificato dalla scelta di usare un formato quadrato, che ricorda gli scatti della 6×6 e il bianco e nero.

L’assenza di ogni elemento cromatico permette di dare il massimo risalto alla forma della luce. Sottolineandone l’essere materia artistica in dialogo con l’architettura e le opere. Tramite un processo di sottrazione è così possibile raggiungere essenzialità estetica e incisività di contenuto.

Il fotografo stesso ci illustra con entusiasmo il processo di realizzazione delle foto. «Ho trascorso un po’ di tempo da solo all’interno degli spazi del museo Marini per coglierne la luce, le forme, i contenuti e raggiungere una rappresentazione fotografica che ne potesse accogliere l’essenza. Il formato quadrato delle foto infatti non è casuale. È la sintesi di una lettura verticale degli spazi dell’antica chiesa di San Pancrazio che intercetta la lettura orizzontale di alcuni percorsi costruiti nel tempo all’interno del museo. Si tratta di un processo di sottrazione per giungere ad alcuni dettagli che contengono in sé un forte legame fra architettura e opere». Per saperne di più https://www.fabiogambina.com/bio

La storia del museo

Il museo Marino Marini è nato dalla volontà di Marino e Marina Marini che, alla fine degli anni Settanta del Novecento, individuarono l’ex chiesa di San Pancrazio di Firenze come luogo ideale al quale legare la donazione di opere che l’artista, poco prima di morire, aveva fatto alla città. La ristrutturazione della chiesa, recuperata dopo secoli e ridestinata a una funzione pubblica, è stata realizzata dagli architetti Lorenzo Papi e Bruno Sacchi. I quali, hanno saputo creare un allestimento a immagine e somiglianza di quel mondo così affascinante di Marino Marini. Uno dei personaggi più significativi della cultura figurativa del Novecento.

Il museo ospita 183 opere di Marino Marini: disegni, litografie, dipinti, sculture, tutte esposte al pubblico sui quattro livelli. Parte integrante del museo, recuperata alla visita del pubblico, dopo un lungo restauro, è una delle meraviglie del Rinascimento fiorentino: la Cappella Rucellai, capolavoro assoluto dell’architetto Leon Battista Alberti, con il Tempietto del Santo Sepolcro.

Per informazioni sul Museo e su giorni, orari e modalità di accesso: www.museomarinomarini.it

 

Cecilia Sandroni 

Foto © Fabio Gambina

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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