Yordan Kamdzhalov, direttore d’orchestra di fama internazionale

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Yordan Kamdzhalov

Ha lavorato presso più di 50 orchestre a Londra, Parigi, Zurigo, Helsikini, giungendo anche oltreoceano a Tokyo e Los Angeles

Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare Yordan Kamdzhalov, celebre maestro acclamato dalla stampa europea come “un filosofo tra i direttori d’orchestra”. Nato nel 1980, formatosi prima con sua madre – anch’ella musicista a Sofia – poi alla Hochschule für Musik Hanns Eisler а Berlino. Si perfeziona con maestri del calibro di Lorin Maazel, Bernard Haitink, Pierre Boulez, Simon Rattle, David Zinman e Daniel Barenboim.

Nel 2011, a soli 30 anni, viene eletto all’unanimità direttore musicale generale della città di Heidelberg. Ha lavorato presso più di 50 orchestre a Londra, Parigi, Zurigo, Helsinki, giungendo anche oltreoceano a Tokyo e Los Angeles. Data la passione per la scienza del maestro, nel 2014 la Nasa ha dato il nome del carismatico artista a un pianeta N. 52292 – pianeta Kamdzhalov. È  stato premiato nel 2017 con il più prestigioso premio musicale tedesco Echo Klassik insieme al Piano Duo Genova&Dimitrov e dal 2018 è direttore d’orchestra presso il Teatro nazionale di Rijeka – Capitale europea della Cultura 2020.

Attivo anche in campo sociale, nel 2009 fonda la Yordan Kamdhalov Foundation, associazione unica nel suo genere nella vita culturale bulgara. Attraverso l’attuazione di concorsi per giovani musicisti di talento, sostiene lo sviluppo artistico della Regione. Partito come progetto, nel 2014 è diventata una piattaforma culturale volta sia a favorire le condizioni per sviluppare lo scenario artistico bulgaro, che a imporsi come strumento per il miglioramento della vita sociale giovanile.

La musica è dovunque e da nessuna parte seguace di Peter Deunov, la sua visione dell’arte, della musica e della scienza come singola unità interconnessa, mostrano quanto la complessità d’animo del maestro si rispecchi nelle sue performances, celebrate in tutto il Mondo. Il maestro è difatti seguace della Fratellanza Bianca, movimento con il compito di guidare l’evoluzione della specie nel suo complesso, attraverso persone mosse da ideali di comunanza e fraternità, volte a favorire la crescita morale e culturale dell’umanità.

Lei è stato capace di rompere lo stereotipo dell’intellettuale nordico, focalizzandosi sul ruolo delle emozioni e del sentire. Penso che questo sia uno dei motivi per cui abbiamo davvero il piacere di apprezzarla in tutta Europa

«Penso che sia fondamentale saper fondere l’intelletto e il cuore dell’Oriente e dell’Occidente, e la musica e l’arte sono cruciali per comunicare questo, per toccare e riuscire a raccontare l’animo umano. Questo è l’obiettivo dell’arte. Altrimenti, perché ne avremmo bisogno? Ecco perché la musica esiste, poiché è lo strumento che realmente tocca l’anima. Non importa essere Tchaikovsky o Mozart, l’importante è saper veicolare il messaggio e avere la volontà di toccare le corde dell’animo umano».

Non pensa che proprio da loro si sia fatto scaturire questo messaggio?

«Per quanto sia importante il mittente, siamo noi ad avere la responsabilità di saper usare lo strumento della composizione. Non bisogna utilizzare la musica solo per puro intrattenimento, poiché essa, come l’arte sono il maggior veicolo per l’educazione, per aiutare l’animo umano che è addormentato. Noi abbiamo il compito di prepararlo per questo risveglio, poiché 7 miliardi di persone ad oggi stanno dormendo».

Perché pensa che così tanta gente stia dormendo?

Yordan Kamdzhalov«La colpa non è di nessuno, noi umani è come se fossimo dei bambini innocenti. Quali colpe si possono dare a dei bambini? Non c’è dubbio che da un lato siamo i distruttori del Pianeta, ma è anche vero che la Terra sia come un enorme asilo per bambini, e anche i peggiori criminali sono innocenti. È tutto un grande gioco che serve per guidare il vero viaggio dell’anima. Dunque, ora, senza accusarci, ma soltanto portando grande amore in tutta l’umanità, dovremo svegliarla. Svegliare qualcuno senza amore è davvero un crimine, si crea più dolore di prima. Quindi è essenziale utilizzare mezzi come l’arte, la musica, la poesia per risvegliare le anime assopite con grande delicatezza e attenzione. Questo è il senso di quello che faccio ogni giorno sul palco, tutto il resto è tempo sprecato».

Come sostiene il maestro: «Non mostriamo timore nel morire, ma lo abbiamo nel non essere liberi. Preferiamo vivere una settimana da uomini liberi che 20 anni in una prigione. Nel corso della storia siamo stati imprigionati, uccisi, ma non siamo stati abituati a vivere nella menzogna e nella simulazione della vita (…) Non vogliamo alcun infingimento, vogliamo vivere qui, ora. Non abbiamo bisogno di sicurezza, bramiamo la libertà, vogliamo essere al centro della vita, non ai margini, quando verrà il momento preferiremo morire ora, ma liberi».

Per maggiori informazioni su Yordan Kamdzhalov: https://kamdzhalov.com/

Fondazione Kamdzhalov: https://kamdzhalov-foundation.org/about/yordan-kamdzhalov-foundation/

 

Cecilia Sandroni

Foto © YordanKhadzhalov, Cecilia Sandroni

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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