Emilio Cavallini, l’artista delle geometrie astratte

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Emilio Cavallini

Dall’immaginazione dei tessuti alla tridimensionalità. La sua intervista per Eurocomunicazione in collaborazione con ItaliensPR

Emilio Cavallini, San Miniato, classe 1945, l’uomo che ha reinventato la moda. Nella Firenze degli anni ’60 inizia a frequentare l’Università di Economia e Commercio ma, poco più che ventenne, decide di interrompere gli studi per dedicarsi alla moda e si trasferisce a Londra, dove inizia un’esperienza come stagista nel laboratorio della celebre stilista Mary Quant. Proprio per lei realizza i primi collant. Da questo momento acquisisce esperienza e notorietà nel mondo della moda arrivando negli anni ’80 a realizzare la sua linea di sola calzetteria con il marchio Emilio Cavallini, collaborando con i più importanti brand di moda. È in questo periodo che aprono le sue boutique a Firenze, Milano, Roma, Parigi, Düsseldorf, Londra, Hong Kong e Tokyo.

Parallelamente, si dedica alla produzione di creazioni artistiche, sfruttando le conoscenze di matematica e dell’immaginazione dei tessuti, acquisite nel corso degli anni. Le installazioni artistiche saranno esposte pubblicamente solo nel 2011 a La Triennale di Milano con la mostra “Trasfigurazione”, in occasione della quale uscirà anche il libro monografico “La Magnifica Ossessione.

Emilio CavalliniNel corso degli anni, Emilio Cavallini ha avuto numerosi riconoscimenti e le opere sono attualmente in vendita presso: Opera Gallery – Parigi, GR Gallery – New York, Valmore studio d’arte – Vicenza.

Abbiamo intervistato per Eurocomunicazione Emilio Cavallini dandogli la possibilità di raccontarsi.

Emilio, partendo dal principio, se dovesse identificare la scintilla che ha accesso la sua passione per la moda, quale sarebbe?

«La mia passione è nata frequentando Londra negli anni sessanta e vestendo i capi acquistati in Carnaby Street».

È proprio a Londra, nel laboratorio della celebre stilista Mary Quant, che realizzerà i primi collant, come si sviluppò il progetto iniziale?

«La mia prima idea nacque dalla visione del quadrato bianco e quadrato nero di Kazimir Severinovič Malevič, il pittore russo pioniere dell’astrattismo geometrico, a seguito della quale realizzai le mie prime calze bianche e nere a righe verticali e orizzontali».

Prima di trasferirsi a Londra, però, ha vissuto nella piccola realtà di San Miniato, quali sono le differenze più rilevanti tra la moda toscana e quella londinese dell’epoca?

«Innanzitutto non esisteva una moda toscana, al contrario, i giovani di allora seguivano proprio le mode di Londra, di Carnaby street e dei Beatles. Lì, i giovani si vestivano come volevano e non seguivano più gli stilisti famosi. Io mi inserii nella moda di contestazione con abiti molto differenti da quelli che proponevano tutti gli altri».

Dopo la sua esperienza presso lo studio della Quart, la sua bravura arrivò immediatamente ad avere un successo planetario, quale tra tutte è stata l’invenzione che le ha conferito la vera fama?

«Soprattutto le calze a collant perché fino al mio debutto esistevano solo calze fini con reggicalze, ma la minigonna esigeva calze che coprissero tutte le parti intime. Mi ispirai ai collant a danza e iniziai con quelli colorati pesanti e rigati per poi passare alle reti. Quindi tra tutte le mie invenzioni le calze restano il mio prodotto più conosciuto».

Punto di avvio della sua notorietà è stata anche la sua prima sfilata, avvenuta a Firenze in occasione di Pitti Uomo, cosa ha significato per lei questa prima esperienza? Ritiene che, in qualche modo, questo evento abbia contribuito ad accrescere la sua fama a livello internazionale?

«La prima sfilata a Pitti uomo fu l’inizio del marchio Emilio Cavallini nel Mondo del Pret a Porter del total look. Il mio nome era conosciuto fino allora solo per calze e intimo. Mi rimane ancora oggi il ricordo di essere riuscito a soddisfare il mio desiderio di essere considerato uno stilista completo».

È proprio da questo momento, infatti, che iniziò a vestire le gambe di artiste come Lady Gaga e Madonna, cosa ricorda di questa esperienza? E del modo di relazionarsi delle due celebrità? È stato difficile accontentare le loro esigenze?

«Vestire personaggi importanti nel mondo della musica o del cinema mi ha fatto conoscere a un grande pubblico specialmente giovanile. Essere chiamato da personaggi come Madonna mi riempiva di gioia ma anche soddisfazioni per il mio lavoro. Non è stato difficile accontentarli perché volevano già quello che stavo facendo, addirittura compravano nei miei negozi».

E quali erano i modelli che queste artiste prediligevano?

«Capi a rete che coprissero tutto il corpo, sia colori normali che lurex».

Facendo riferimento proprio ai capi a rete che coprono tutto il corpo, negli ultimi anni sono diventati una tendenza e stanno spopolando tra i giovani, come è nata l’idea?

Emilio Cavallini«Sono state le esigenze, specialmente di persone dello spettacolo, che indossavano due collant (uno sotto e uno sopra) che, facendo un’apertura della punta e tagliando una parte dello slip, le indossavano come maglietta. Ho pensato di fare un collant che coprisse tutto il corpo».

Emilio, le sue non sono delle semplici calze e per vestirle serve sicuramente sicurezza e confidenza. Come definirebbe le donne che vestono Emilio Cavallini?

«Coraggiose, prima di tutto, persone che vogliono dimostrare la loro personalità e indipendenza».

E, come accessorio, ci descrive cosa aggiungono le sue calze a un outfit?

«Le gambe rappresentano, se scoperte, il 30% della persona e un paio di calze importanti danno un grande valore a tutto l’abbigliamento».

La sua bravura è arrivata immediatamente ad avere un successo internazionale e insieme alla fama sono giunti anche i primi riconoscimenti a livello planetario. Ci parli del Leone d’Oro che ha ricevuto a Venezia per la moda.

«Alcuni registi famosi mi richiedevano capi per i loro personaggi a cominciare da Fellini. Fu notato nel mondo del cinema e i responsabili del festival pensarono di darmi un premio con nessun riferimento a un singolo film».

Dal 2011 si occupa totalmente d’arte e nel 2011 la triennale di Milano le ha dedicato una retrospettiva, ci racconti come è avvenuto il passaggio dalla moda all’arte? Cosa lo ha indotto a focalizzare la propria attenzione nella produzione di creazioni artistiche?

«Insieme alla moda, seguivo tutti gli artisti contemporanei e mi interessavo all’arte classica greco e romana, traducendo tutta questa conoscenza nella trasposizione di opere tridimensionali come Frattali e Biforcazioni».

Ha mai collezionato le opere degli artisti che ammirava maggiormente?

«Ho collezionato arte con i primi soldi guadagnati iniziando da pittori locali. Per arrivare a Marc Chagall e Basquiat nella mia permanenza a New York».

Da cosa prende ispirazione per la creazione delle sue opere artistiche?

«La mia arte si ispira al mondo dell’architettura e della tridimensionalità».

Per quale ragione prima del 2011, nonostante la sua notorietà, non mostrava i suoi lavori pubblicamente? Cosa lo ha spinto nel 2011 a pubblicarli?

«Prima del 2011 chi faceva moda non era credibile nel mondo dell’arte».

Dopo la pubblicazione delle opere il successo è avvenuto in maniera immediata, quale è stata la prima grande soddisfazione della sua carriera nel mondo dell’arte?

«Nel mondo dell’arte la mostra a Milano alla Triennale e un libro in inglese e italiano distribuito da SKira».

Emilio, il suo genio ha riscosso un successo planetario e a oggi è uno degli autori più all’avanguardia, se dovesse dare un consiglio a un giovane artista, quale sarebbe?

Emilio Cavallini«Ci vuole prima di tutto talento. Poi tanto coraggio e tanto lavoro. Guardare cinema, sfilate, viaggiare e tanta cultura nel mondo dell’arte».

Un’ultima domanda, ritiene che al giorno d’oggi, esista qualcuno in grado di proseguire la sua strada e “fondere” la moda e l’arte?

«Sicuramente Alessandro Michele per Gucci unisce moda e arte».

 

Cecilia Sandroni

Foto © Emilio Cavallini

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Cecilia Sandroni
Fondatrice della Piattaforma internazionale ItaliensPR. Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, all'arte e al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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