Irlanda del Nord incagliata tra Europa e Regno Unito

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Irlanda del Nord

A Belfast i repubblicani dello Sinn Féin protestano per il veto del Democratic Unionist Party sull’esecutivo. Londra riscrive unilateralmente parte degli accordi con l’Unione europea, che però ammonisce Johnson

La repubblicana Michelle O’Neill (Sinn Féin) ha vinto le elezioni il 5 maggio ma attende da due settimane senza diventare la prima first minister favorevole alla riunificazione con il Sud dell’isola, la Repubblica d’Irlanda: il Democratic Unionist Party rifiuta di scegliere un vice first minister, bloccando così la nomina del first minister dell’Irlanda del Nord. Il veto dei pro-britannici per Jeffrey Donaldson che li guida è “un chiaro messaggiocontro ilprotocollo” (i controlli merci ai porti nordirlandesi). Il Dup venerdì 13 maggio ha impedito anche la nomina dello speaker: il 51,9% degli eletti (MLAs) sosteneva Mike Nesbitt (Ulster Unionist Party) ma le regole esigono un sostegno qualificato nelle varie comunità nord irlandesi.

Le intenzioni britanniche

A complicare le cose, ieri pomeriggio, martedì 17 maggio, Liz Truss, segretaria agli Esteri del Regno Unito, ha chiarito secondo molti le vere intenzioni del premier britannico Boris Johnson, comunicando alla Camera dei Comuni il piano di introdurre cambiamenti legislativi proprio al Northern Ireland Protocol “nelle prossime settimane”.Irlanda del Nord Il che comporterebbe in ogni caso mesi di attuazione, abbastanza per tenere immobilizzata la situazione, visto che Donaldson ha specificato a più riprese che il Dup sarà soddisfatto solo dai fatti.

Il taoiseach (premier) della Repubblica d’Irlanda Micheál Martin ha dichiarato che l’atteggiamento del Governo Johnson «non è benvenuto» e il ministro degli Esteri Simon Coveney ha rincarato la dose prevedendo che «le azioni unilaterali nei confronti di accordi vincolanti renderà difficile arrivare a soluzioni». Maros Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea dal 2019, ha avvertito che l’Unione europea risponderà a decisioni unilaterali sul protocollo «con tutti i mezzi a sua disposizione» segnalando il disappunto delle istituzioni comunitarie.

Tutti contro il Democratic Unionist Party

La maggioranza dell’assemblea accusa il Dup di boicottare le istituzioni: in particolare i leader dello Sinn Féin, dell’Alliance e del Social Democratic and Labour Party lunedì 16 maggio hanno accusato il premier del Regno Unito, Boris Johnson, che era andato in visita nella provincia autonoma, di cedere al Dup e all’ala hard-brexiteer dei Conservatori. Michelle O’Neill ha sostenuto che i rappresentanti si trovano nelle mani di un Democratic Unionist Party «appoggiato in pieno dal Governo britannico» mentre Naomi Long (Alliance) ha descritto la situazione come «uno schiaffo a ogni famiglia in difficoltà». Il leader del Social Democratic and Labour Party Colum Eastwood ha affermato che è «impossibile credere al primo ministro» (Johnson). Doug Bettie, del partito moderato unionista Ulster Unionist Party, ha lamentato l’ennesima sospensione del Governo locale. L’ultima durò tre anni (dall’inizio del 2017 all’inizio del 2020, prima del secondo Governo Foster).

Il risultato elettorale “storico”

Le elezioni per l’Assemblea dell’Irlanda del Nord il 5 maggio 2022 hanno ribaltato i rapporti di forza tra repubblicani e probritannici. Sul Democratic Unionist Party crollato dal 28,1 (del 2017) al 21,3 ha pesato l’intransigenza di Jeffrey Donaldson nel rifiutare il “protocollo” concordato tra Uk ed Ue per evitare il ritorno di un confine di terra problematico sull’isola. Lo Sinn Féin, che vuole la riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, è cresciuto di un punto, agguantando il 29% e confermando 27 seggi al gruppo guidato da Michelle O’ Neill: tanto è bastato per staccare di quasi otto punti gli avversari protestanti. Già nelle elezioni per l’assemblea del 2017 i repubblicani dello Sinn Féin con il 27,9 per cento e 27 seggi erano ad un soffio dalla parità con il 28,1 pari a 28 seggi del Democratic Unionist Party (Dup, pro-britannici).

L’Irlanda del Nord non voleva uscire dall’Ue

Nel 2016 il Dup sostenne la Brexit, ma l’Irlanda del Nord è in maggioranza favorevole all’Unione europeache ha contribuito allo sviluppo della provincia autonoma: nel 1973 erano entrati nell’Ue sia il Regno Unito sia la Repubblica d’Irlanda spingendo le due maggiori comunità (repubblicana irlandese e protestante pro-britannica) ad attenuare la divisione dell’isola. Il Dup ha appoggiato la hard brexit del secondo Governo May e poi di Johnson, però il mondo del lavoro apprezzava le prime soluzioni proposte da May (la permanenza Uk nel mercato comune e poi il “backstop” perché la provincia autonoma accedesse a entrambi i mercati, Ue e Uk) i settori produttivi soffrono per gli accordi precari, tra regole sempre nuove e rischi di barriere al commercio applicate di norma dall’Ue ai Paesi terzi.

 

Aldo Ciummo

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Aldo Ciummo
Giornalista e fotografo specializzato in questioni del Nord Europa e dell’Unione europea, ha vissuto a lungo in Irlanda. Da free lance viaggia spesso nei Paesi scandinavi e scrive in inglese su testate internazionali, tra le quali “Eastwest”, o in italiano per "Eurocomunicazione" e “Startupitalia". In seguito alla laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha studiato Relazioni Internazionali alla Fondazione Lelio e Lisli Basso e Fotografia all’ISFCI a Roma.

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