Fisionomia delle coalizioni in corsa alle politiche

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Fisionomia

Prendono forma le due grandi alleanze politiche che si contenderanno la guida del Paese il prossimo 25 settembre

Per la prima volta nella storia repubblicana si è stabilito che le elezioni politiche si svolgano all’inizio dell’autunno, il 25 settembre, all’indomani della conclusione della stagione estiva. La maggior parte dei partiti dell’arco costituzionale, spiazzati dall’insorgenza improvvisa della crisi politica e dalla conseguente caduta del governo Draghi, si sono trovati nell’impellenza di organizzarsi per stringere le alleanze, aggiornare i rispettivi programmi e mettere in moto la propaganda elettorale. Le due principali coalizioni che si contenderanno la guida del Paese, tuttavia, hanno iniziato ad assumere una fisionomia chiara. Le forze conservatrici, rappresentate da Fdl, Lega e FI, sono riuscite a trovare dei punti di convergenza di carattere generale nell’immediato e a stringere un’alleanza solida. Anche i gruppi politici più rilevanti dell’area progressista, Pd e Azione/+Europa, seppur solo di recente, si sono dimostrati in grado di raggiungere un accordo. Gli altri soggetti politici si ritengono ancora in una fase di impasse. In quanto sono divisi tra la possibilità di aderire a una coalizione o di correre in solitaria.

Le prossime elezioni politiche si svolgeranno secondo le disposizioni contenute nella legge elettorale n° 65 del 3 novembre 2017. Che è nota come legge Rosato o Rosatellum. Il provvedimento delinea un sistema elettorale misto, costituito da una parte proporzionale e un’altra maggioritaria. E prevede in sostanza che un terzo dei seggi, tra Camera dei deputati e Senato, venga eletto in collegi uninominali, attraverso un sistema maggioritario. I restanti due terzi, invece, in base alla proporzione di voti ricevuta, si disciplina che si assegnino tra i vari partiti secondo un sistema proporzionale.

L’intesa raggiunta dai partiti di centro destra e le principali linee programmatiche

L’intesa conseguita tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi stabilisce che ogni partito corra con il proprio capo politico. Inoltre, la formazione che al termine delle elezioni riceve più voti, qualora si aggiudichi la vittoria delle elezioni, indica il presidente del Consiglio da proporre al capo dello Stato. Per quanto riguarda l’assegnazione dei collegi elettorali, si è deciso che a Fdl vadano 98 seggi, alla Lega 70 e a Forza Italia (assieme all’Udc) 40. Undici invece saranno i seggi assegnati a Noi con l’Italia e a Coraggio Italia. La convergenza totale fra i vari partiti che costituiscono l’alleanza di centro destra si è manifestata su tre punti fondamentali: l’impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina; la riforma costituzionale per trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale; l’approvazione dell’autonomia differenziata delle Regioni.

FisionomiaIn merito alle altre tematiche sui cui si è formalizzata una convergenza di interessi, la coalizione di recente ha manifestato la volontà di porre al centro della propria agenda politica la risoluzione dei problemi principali che attanagliano l’economia italiana. In particolare, l’inflazione, la crisi energetica e il rincaro dei costi delle materie prime. L’alleanza di matrice conservatrice, tuttavia, ha fatto intendere che ancora non sono state delineate delle linee programmatiche specifiche. Fino alle elezioni ci sarà dunque un tavolo permanente, all’interno del quale poter proporre e discutere nuove soluzioni. E attraverso cui determinare, nel dettaglio, il programma elettorale.

L’accordo tra Pd e Azione/+Europa

Le maggiori forze politiche di area progressista hanno formalizzato un’intesa da poco tempo. Il patto elettorale è stato sottoscritto da Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova, capi politici, rispettivamente, di Pd, Azione e +Europa. Il complesso dei candidati nei collegi uninominali della coalizione si è deliberato che avvenga secondo proporzioni ben precise. Tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito democratico) e 30% (+Europa/Azione), sottraendo dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale.Fisionomia L’accordo prevede inoltre che «i partiti della coalizione si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali. Di modo tale da aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza. Di conseguenza, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza». Ci si riferisce agli ex parlamentari del M5s usciti nell’ultima legislatura e a quelli di Forza Italia.

Le linee programmatiche su cui si è formalizzata l’intesa di centro sinistra

La coalizione progressista ha reso pubblico il testo integrale su cui si è pattuita l’intesa: «Le prossime elezioni sono una scelta di campo tra un’Italia tra i grandi Paesi europei e un’Italia alleata con Orban e Putin. Sono uno spartiacque che determinerà la storia prossima del nostro Paese e dell’Europa. Partito Democratico e Azione/+Europa siglano questo patto perché considerano un dovere costruire una proposta vincente di Governo fondata sui seguenti punti. PD e Azione/+ Europa si impegnano a promuovere, nell’ambito della rispettiva autonomia programmatica, l’interesse nazionale nel quadro di un solido ancoraggio all’Europa. E nel rispetto degli impegni internazionali dell’Italia e del sistema di alleanze così come venutosi a determinare a partire dal secondo dopoguerra.

In questa cornice le parti riconoscono l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi. Con riferimento, in particolare, alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin. Per quanto riguarda le conseguenze del mutato scenario internazionali in ambito energetico, PD e Azione/+Europa si impegnano a mettere in campo le politiche pubbliche più idonee per garantire l’autonomia del Paese attraverso un’intensificazione degli investimenti in energie rinnovabili. In particolare, il rafforzamento della diversificazione degli approvvigionamenti per ridurre la dipendenza dal gas russo, la realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile.

I punti essenziali dell’accordo sotto il profilo socioeconomico

In ambito sociale ed economico, le parti s’impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue. E una riduzione consistente delcuneo fiscale” a tutela in particolare dei lavoratori. Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell’azione del Governo guidato da Mario Draghi. I partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all’Europa.

Per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del Governo, Pd e Azione/+Europa concordano sulla necessità di: a) realizzare integralmente il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea; b) improntare le politiche di bilancio alla responsabilità e le politiche fiscali alla progressività, promuovendo al contempo una riforma del Patto di Stabilità e crescita dell’Unione europea che non segni un ritorno alla stagione dell’austerità; c) non aumentare il carico fiscale complessivo; d) correggere lo strumento del Reddito di Cittadinanza e il “Bonus 110%” in linea con gli intendimenti tracciati dal Governo Draghi; e) dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di diritti civili e Ius scholae».

La scelta del M5s e degli altri soggetti politici rimasti per ora al di fuori delle due coalizioni

Il Movimento cinque stelle guidato da Giuseppe Conte si trova in una fase assai complessa. Perché, oltre a dover gestire l’esodo di almeno una cinquantina di parlamentari, ha l’onere di organizzare una campagna elettorale da condurre con ogni probabilità in solitaria. Oltretutto, in ragione della convalida della regola dei due mandati, su di loro incombe l’obbligo di scovare nuove figure da poter presentare alle prossime elezioni. Di conseguenza non potranno contare sull’effetto popolarità di una serie di parlamentari divenuti noti nel corso dei precedenti mandati.

Alcuni degli esuli del M5s sono confluiti in Impegno Civico, la nuova formazione politica concepita da Luigi Di Maio e Bruno Tabacci. Il gruppo, che si è autodefinito centrista, guarda con particolare attenzione alle problematiche dei giovani. Nonché al sociale, alla questione della transizione ecologica e ai processi di digitalizzazione. Malgrado Calenda si sia dichiarato contrario, è auspicabile che la neoformazione politica possa entrare a far parte della coalizione di centro sinistra. Le altre formazioni si crede confermino la scelta originaria di concorrere in maniera autonoma rispetto alle due grandi alleanze. Ci si riferisce in particolare a Italia Viva, LeU, Italexit, Sinistra Italiana, Italia Sovrana e Popolare.

I dati Ipsos in merito alle motivazioni che spingono a recarsi alle urne e i temi di maggior interesse dell’elettorato

Secondo una recente analisi statistica proposta da Ipsos, esistono delle differenze notevoli tra l’elettorato di centro, di destra e di sinistra. Le distinzioni si rilevano riguardo alle motivazioni che spingono ad andare a votare e alle tematiche ritenute di maggior interesse. Per l’elettorato conservatore gli elementi motivanti sono i seguenti: fiducia nel partito o nel leader (29%); l’onestà (28%); la condivisione delle idee (26%); l’attenzione ai problemi reali (22%); la capacità di parlare in modo semplice e chiaro (18%); la voglia di cambiare le cose (14%); l’essere contro la sinistra (13%). Per coloro che si ritengono appartenenti all’area politica progressista si preferisce: il programma (26%) e la risoluzione dei problemi reali (25%); la condivisione delle idee (24%); l’attenzione alle fasce più deboli (22%); la responsabilità nel governare (21%). Gli elettori di centro infine: la condivisione delle idee (36%); l’attenzione ai problemi reali (32%).

Relativamente ai temi più attraenti, gli elettori di centro destra scelgono: sicurezza e tasse (27%); l’immigrazione (26%); la difesa dei valori tradizionali (17%); le grandi opere e la difesa delle pensioni (16%); il no alla casta (13%). Chi si definisce di centro sinistra propende invece per le seguenti materie: l’ambiente (31%); la lotta alle diseguaglianze (29%); i diritti civili (23%); l’antirazzismo (22%); la lotta alla mafia (19%). L’elettorato centrista, in conclusione, si definisce secondo queste percentuali: la lotta alla corruzione (32%); l‘ambiente e sicurezza (28%); la costruzione di grandi opere (18%).

 

Federico Gasparella

Foto © Ecodibergamo.it, 24milia.com, vnews24.t

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Federico Gasparella
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza ho iniziato la professione giornalistica. Fino ad ora ho avuto la possibilità di approfondire diverse tematiche. Sono partito affrontando questioni attinenti al mondo della legalità, passando per la politica internazionale, l’attualità, la cultura e l’arte.

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