Un italiano al vertice del Parlamento europeo

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Parlamento europeo

Il Bureau del Parlamento europeo ha nominato Alessandro Chiocchetti quale nuovo segretario generale dal primo gennaio 2023

Il Bureau del Parlamento europeo, l’organo che definisce le regole interne dell’Istituzione, composto dalla presidente Roberta Metsola, i 14 vicepresidenti e i cinque questori, ha nominato Alessandro Chiocchetti quale nuovo segretario generale.

Dopo 26 anni, dal prossimo primo gennaio, un italiano tornerà a occupare la poltrona non politica più importante del Parlamento europeo, l’unica istituzione continentale eletta direttamente dai cittadini. Alessandro Chiocchetti ha raccolto un’ampia maggioranza dei voti espressi dall’ufficio di presidenza dell’Europarlamento.

Già nei posti di comando

Parlamento europeoAttuale capo di gabinetto della presidente Roberta Metsola, Chiocchetti assumerà l’incarico all’inizio dell’anno prossimo prendendo il posto del dimissionario Klaus Welle, il funzionario tedesco nominato segretario generale il 15 marzo del 2009. Nato a Moena, in provincia di Trento, il 4 novembre del 1968, Chiocchetti si è laureato in Scienze politiche all’Università di Padova.

Al Parlamento europeo il nuovo segretario generale è approdato dapprima come assistente nel biennio 95-‘96. Diventato funzionario nel 2004, dopo aver superato il concorso europeo, ha poi assunto una serie di incarichi che lo hanno portato, dal 2007, ad essere membro di gabinetto di due segretari generali e poi a occuparsi di questioni legislative guidando un’apposita unità del Pe. Fino al 2017, quando è diventato vice capo di gabinetto dell’allora presidente Antonio Tajani.

Solo un altro italiano all’apice dell’istituzione

Il cinquantaduenne, grande appassionato di montagna e specialista delle procedure legislative dell’Eurocamera, è stato scelto nell’ambito di una rosa di quattro candidati composta, oltre che da lui, da tre direttori generali del Pe: Leena Linnus, Jaume Duch e Agnieszka Walter-Drop. A votare in favore di Chiocchetti, a quanto riportato dall’Agenzia Ansa, anche la vicepresidente italiana del Pe, Pina Picierno.

Prima del nuovo segretario generale solo un altro italiano, nella lunga storia del Parlamento europeo, aveva svolto la stessa funzione: tra il 1986 e il 1997 era stato Enrico Vinci a guidare la macchina amministrativa dell’Eurocamera. Tra le cariche apicali nelle istituzioni, oltre a Chiocchetti l’Italia può annoverare anche Stefano Sannino, attuale segretario generale del servizio per l’azione esterna della Commissione europea.

La soddisfazione dell’ex presidente Tajani e le critiche dei verdi

«Alessandro Chiocchetti è stato uno dei miei più stretti collaboratori quando ero presidente. Il Parlamento europeo è in ottime mani. Un fiore all’occhiello per il nostro Paese. Bene l’Europa che funziona». Lo scrive su Twitter il coordinatore nazionale di Forza Italia (FI) e vicepresidente del Partito popolare europeo, Antonio Tajani, commentando la nomina di Chiocchetti a segretario generale del Parlamento europeo.

«La sordida saga per l’insediamento di Chiocchetti come nuovo segretario generale del Parlamento europeo è destinata a danneggiare la reputazione del Parlamento agli occhi dei cittadini europei e dei rappresentanti delle altre istituzioni dell’Ue. Somiglia molto al caso Selmayr, che il Parlamento europeo e il mediatore Emily O’Reilly avevano criticato pesantemente all’epoca». È quanto sottolinea la vicepresidente del Parlamento Ue, nonchè membro dell’ufficio di presidenza, Heidi Hautala del gruppo dei Verdi.

Va giù pesante la vicepresidente Hautala

«Il capo dell’amministrazione del Parlamento, con un personale di oltre 8.000 persone e un bilancio di quasi due miliardi di euro, è stato selezionato da una rosa di quattro candidati dopo una presentazione di 10 minuti di ciascun candidato, con il solo presidente a porre domande. Si tratta di una procedura del tutto inadeguata, che non soddisfa nemmeno lontanamente i requisiti per l’assunzione di alti dirigenti del Parlamento. È uno schiaffo agli altri tre candidati che ricoprono tutti posizioni di direttore generale presso il Parlamento», incalza Hautala. Aggiungendo: «È chiaro che il presidente Metsola, con il sostegno della maggioranza dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, ha voluto affrettare la nomina di Chiocchetti prima delle elezioni italiane per rispettare un accordo politico».

«L’accordo ha portato anche all’istituzione di una nuova direzione generale per i partenariati democratici parlamentari e alla nomina di Sanna Lepola, esponente della sinistra, alla guida della nuova Dg. Gli accordi sottobanco che coinvolgono le più alte cariche del Parlamento dimostrano che il Parlamento non ha evidentemente imparato dalla sua stessa risoluzione del 2018 che chiedeva che le nomine a posti di alto livello, come quello di segretario generale, fossero fatte indipendentemente da altre nomine per evitare qualsiasi sospetto di pacchetti di misure non trasparenti», conclude la Hautala.

 

Nicola Del Vecchio

Foto © Huffington Post, Dagospia, Agi, Wikipedia

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