Meloni: «Su di me il peso di essere la prima donna premier»

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La leader del nuovo esecutivo ha proferito il discorso programmatico in Aula a Montecitorio prima di ricevere il voto di fiducia da parte delle due Camere

La neopresidente del Consiglio ha espresso le proprie dichiarazioni programmatiche. L’intervento è durato all’incirca settanta minuti. Il suo ingresso nell’Aula di Montecitorio è stato accompagnato da un lungo applauso: i deputati appartenenti all’area conservatrice si sono alzati in piedi, mentre i parlamentari della coalizione progressista e del terzo polo sono rimasti seduti. A seguito della fiducia si ricorda che è necessario eseguire un ultimo passaggio istituzionale, al fine di portare a compimento l’insediamento del nuovo esecutivo, che comporta la nomina dei sottosegretari ai vari ministeri.

All’esordio del proprio intervento Giorgia Meloni ha rivelato la propria emozione: «Io sono intervenuta molte volte da deputato, da vicepresidente della Camera, da ministro. Eppure, la solennità è tale da non essere mai riuscita a intervenire senza sentimenti di emozione e profondo rispetto. Vale a maggior ragione oggi che, come premier, sono qui per chiedervi di esprimervi sulla fiducia a un Governo da me guidato. Sarà una grande responsabilità».

«Con Draghi passaggio di consegne come è nelle grandi democrazie»

La neopremier ha prima di tutto ringraziato Mario Draghi per il lavoro svolto in ambito nazionale e internazionale. Ha voluto inoltre evidenziare come il passaggio di consegne sia avvenuto all’insegna del rispetto e della cordialità, «perché (Draghi) ha offerto tutta la sua disponibilità nel passaggio di consegne, veloce e sereno, anche se per ironia della sorte a un Governo guidato dall’unico partito di opposizione a quello da lui presieduto. Si è molto ricamato su questo aspetto ma non c’è nulla di strano. Così dovrebbe essere sempre, cosi è nelle grandi democrazie».

Non sono mancati i ringraziamenti al capo dello Stato: «Rivolgo un ringraziamento sincero al presidente Mattarella che nel dare seguito all’indicazione chiaramente espressa dagli italiani non ha voluto farmi mancare preziosi consigli». La gratitudine della premier si è poi rivolta agli alleati politici della coalizione di centrodestra e soprattutto agli elettori: «il più sentito, va al popolo italiano. A chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto nel processo democratico. Che vuole nel popolo e solo nel popolo la sovranità».

«Essere prima donna premier è una grande responsabilità»

Prima di entrare nel merito del proprio discorso programmatico, Meloni ha voluto sottolineare come la grande responsabilità che pesa nei suoi riguardi non solo derivi dall’investitura di guidare una compagine di Governo, ma anche dall’essere la prima donna a farlo nella storia repubblicana. A tal riguardo ha rivelato che, «tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del Governo di questa Nazione. Mi trovo a pensare alla responsabilità che ho nei confronti di tutte quelle donne che trovano difficoltà nell’affrontare il proprio talento. Ma penso anche a coloro che hanno costruito la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo, donne che hanno osato».

MeloniAlle dichiarazioni suddette è seguita l’enunciazione di nomi di donne illustri. Che sono state protagoniste in diversi ambiti della storia italiana: Cristina Trivulzio di Belgioioso, elegante organizzatrice di salotti e barricate; Rosalie Montmasson, testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia; Alfonsina Strada, che pedalò forte contro il vento del pregiudizio; Maria Montessori o Grazia Deledda che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese. E poi Tina Anselmi, Nilde Jotti, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci, Ilaria Alpi, Mariagrazia Cutuli, Fabiola Giannotti, Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Samantha Cristoforetti e Chiara Corbella Petrillo.

«L’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze»

Per quanto riguarda la posizione che il nostro Paese avrà nell’ambito della politica internazionale, Meloni ha voluto rassicurare che non verrà alterata la vocazione europeista e atlantista dell’Italia. Ciò nonostante ha voluto lanciare un messaggio a diverse cancellerie straniere. Che in occasione della sua elezione avevano manifestato una forte preoccupazione, nonché la volontà di vigilare sull’operato del nuovo esecutivo, soprattutto in materia di diritti civili: «chi vuole vigilare sul nostro Governo gli direi che possono spendere meglio il loro tempo. In quest’Aula ci sono valide e battagliere forze dell’opposizione che possono farsi sentire senza aver bisogno di soccorso esterno. Spero che chi dall’estero dice di voler vigilare sull’Italia non manchi di rispetto a me ma al popolo italiano che non ha lezioni da prendere».

La neopremier ha ringraziato i vertici delle istituzioni europee (Michel, von der Leyen e Metsola). Dopodiché ha affermato che, «l’Italia è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza atlantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia e alle sue radici classiche e giudaico-cristiane. Diamo vita a un Governo pienamente politico, assumendoci tutte le responsabilità. Anteporremo l’interesse nazionale a quello di parte e di partito. Vogliamo liberare le migliori energie di questo Paese e garantire un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere. Se per farlo dovremo scomodare potentati o fare scelte che non possono essere condivise da subito da alcuni cittadini non ci tireremo indietro perché il coraggio non ci difetta. Manterremo gli impegni presi con i cittadini».

«Rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese bollette e carburanti»

Meloni, entrando nel cuore del proprio discorso programmatico, ha voluto sottolineare l’importanza di porre in essere nell’immediato una serie di misure capaci di allentare la stretta del “caro energia”, «rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese, su bollette e carburanti. Un sostegno imponente per creare un argine al caro energia. Che ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti. Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato. È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica».

In seguito la Meloni ha illustrato quale potrebbe essere la fase successiva da affrontare, per superare in modo definitivo la questione della crisi energetica, ossia un piano di sviluppo e promozione delle energie rinnovabili: «E la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima».

«Contro l’inflazione è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie»

Relativamente alla questione dell’inflazione la neopremier ha fatto intendere che sarà possibile porvi rimedio soltanto mediante l’attuazione di misure volte ad aumentare i redditi familiari e ad alleggerire la pressione fiscale: «è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%. Misure concrete, che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro».

A proposito del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce ha affermato che, «al pari di altre banche centrali, per la prima volta dopo 11 anni, a rialzare i tassi di interesse è da molti reputata scelta azzardata. E che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese. Che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine, a partire dal 1° luglio 2022, al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico».

«Il PNRR è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia»

Il PNRR è stato definito da Meloni come un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia. Ma la premier ha anche dichiarato che, «la sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal PNRR a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso».

Nello specifico la neopremier ha reso noto che, «spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU. Senza ritardi e senza sprechi. E concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica. Perché queste materie si affrontano con un approccio pragmatico. Non ideologico»

La riforma del presidenzialismo

MeloniInfine si evidenzia la parte dell’intervento in cui si è affrontato il tema delle riforme costituzionali: «Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale. Che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma che consenta all’Italia di passare da una “democrazia interloquente” ad una democrazia decidente. Vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte a opposizioni pregiudiziali».

L’obiettivo sarebbe quelli di riprendere il modello del semipresidenzialismo alla francese: «In quel caso ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani. Ossia dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni. E alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare. Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese. Che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra. Ma rimaniamo aperti anche ad altre soluzioni».

«Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog»

Si riportano infine le dichiarazioni conclusive, «Sono la prima donna incaricata come premier. Provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica. E non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti. Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito. Che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri, con la fiducia e il lavoro di chi voterà favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro».

 

 

Federico Gasparella

Foto © TeleAmbiente, Orizzontescuolanotizie, Corrierenazionale.it, IlMattino.it, Gazzettadelsud

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Federico Gasparella
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza ho iniziato la professione giornalistica. Fino ad ora ho avuto la possibilità di approfondire diverse tematiche. Sono partito affrontando questioni attinenti al mondo della legalità, passando per la politica internazionale, l’attualità, la cultura e l’arte.

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