Combustibili rinnovabili per raggiungere gli obiettivi climatici

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Combustibili rinnovabili

L’Ue dovrà ridurre i gas serra del 55% entro il 2030. Fondamentale il ruolo dei carburanti alternativi e delle infrastrutture connesse

Incentivare la presenza e l’utilizzo di combustibili alternativi all’interno dell’Unione europea è diventato quanto mai urgente a seguito dell’aumento dei prezzi dei combustibili e in vista degli obiettivi climatici che l’Ue si è prefissata. Il trasporto su strada, infatti, rappresenta circa un quinto delle emissioni di carbonio all’interno dell’Ue. Entro il 2030 la riduzione dei gas serra dovrebbe essere di almeno il 55% rispetto ai livelli registrati nel 1990.

La proposta del Parlamento europeo

Per aumentare l’uso dei combustibili alternativi e sostenibili, proprio nel mese in corso il Parlamento europeo (Pe) ha approvato alcune importanti modifiche che riguardano le infrastrutture di base necessarie per rendere più accessibile questo tipo di combustibile.

Fra le principali richieste vi è la necessità di collocare le stazioni di ricarica per le automobili elettriche ogni 60 km. Lo stesso dovrebbe avvenire sulle principali strade di trasporto transeuropeo per autobus e camion elettrici, che dovrebbero potersi avvalere di stazioni più potenti. La proposta legislativa dei deputati del Pe prevede inoltre l’installazione di un numero maggiore di stazioni di idrogeno lungo le principali strade europee, nello specifico si parla di una stazione ogni 100 Km, obiettivo da raggiungere entro il 2028.

Il ruolo dei combustibili rinnovabili

I combustibili rinnovabili a basse emissioni di carbonio ricoprono un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Per combustibili alternativi si intendono quei combustibili o fonti di energia utilizzati in sostituzione di quelli fossili. Il processo di decarbonizzazione dei trasporti passa principalmente da questo cambiamento, attraverso la promozione dei veicoli a zero emissioni. Questi comprendono elettricità, idrogeno e ammoniaca.

Le automobili elettriche non emettono gas inquinanti mentre quelle ibride sono caratterizzate da un consumo minore di olio e dunque una ridotta emissione di CO2.

L’idrogeno invece viene estratto dall’acqua o da composti organici e solitamente è utilizzato per alimentare veicoli pesanti. Il suo impatto ambientale è strettamente legato alla modalità di produzione: può infatti derivare da fonti rinnovabili o combustibili fossili.

L’ammonica, infine, possiede come unici sottoprodotti l’acqua e l’azoto e possiede dunque un alto impatto nella riduzione di emissioni di CO2.

I rinnovabili includono inoltre anche i combustibili da biomassa e biocombustibili, sintetici e paraffinici, prodotti da energie rinnovabili. Vi sono infine quelli a basse emissioni di carbonio a base di gas naturale.

Carburanti alternativi: quanto sono diffusi in Europa?

Attualmente nell’Unione europea circa il 5% delle automobili e furgoni in circolazione sono alimentate con combustibili alternativi. Nel 2022 in Europa sono stati registrati 4,4 milioni di veicoli elettrici, con un aumento di 16 volte rispetto al 2015. Per quanto riguarda l’Italia, attualmente si registrano 3,911,879 auto a combustibile alternativo sulle 43.045.006 totali.

Risulta evidente, tuttavia, che per far sì che questi numeri crescano in tutta Europa è necessario incrementare le infrastrutture di ricarica e rifornimento.

Combustibili rinnovabiliLe stazioni di ricarica accessibili al pubblico nell’intera Unione europea sono oggi circa 360 mila, con una particolare concentrazione in Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi e Svezia.

Come ha avuto modo di osservare Ismail Ertug, relatore sull’infrastruttura per i combustibili alternativi, le stazioni di cui attualmente disponiamo sono “la metà del numero che si sarebbe dovuto raggiungere se i Paesi Ue avessero mantenuto le loro promesse”. Proprio per questo,per salvare il Green deal dobbiamo affrontare questa strettoia della decarbonizzazione e realizzare rapidamente l’infrastruttura per i combustibili alternativi“.

 

Valentina Ferraro

Foto © Parlamento europeo

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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