E se incontrassimo gli extraterrestri?

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Extraterrestri

Come ci comporteremmo e cosa direbbe la Chiesa se non fossimo più l’unica forma di vita intelligente?

La ricerca della vita extraterrestre è ormai un obiettivo di ogni missione spaziale. La ricerca di intelligenze extraterrestri chiamato, in inglese, Search for Extra Terrestrial Intelligence, o SETI, è un programma di ricerca basato sull’astrofisica, la cosmologia e l’astrobiologia. Esso non ha niente a che vedere con l’ufologia o gli avvistamenti di oggetti volanti. L’Accademia internazionale di astronautica (Iaa) ha formato un comitato per il SETI cui appartengono molti scienziati e ricercatori. Anche il recente lancio del James Webb Space Telescope (JWST), il telescopio spaziale più grande e potente mai realizzato, è stato da molti seguito e commentato in relazione alla possibilità che si riveli uno strumento per osservare gli esopianeti compatibili con la vita per come la conosciamo. Ma siamo preparati a incontrare gli extraterrestri?

Le forme di vita aliene

L’esistenza di forme di vita aliene è invece un tema comunemente poco associato alle riflessioni di tipo religioso. Questo sebbene esistano forme religiose, come quelle induiste e buddiste, che sono tradizionalmente più aperte alla possibilità di mondi paralleli e realtà alternative. Le relazioni tra l’ultraterreno e l’extraterrestre rappresentano tuttavia un argomento di discussioni molto feconde anche nei Paesi occidentali. Ci si chiede, per esempio, se la certezza di non essere l’unico Pianeta a ospitare la vita sarebbe un elemento problematico per i culti religiosi o se, al contrario, rafforzerebbe alcune delle ragioni alla base della fondazione stessa di quei culti.

La presenza di extraterrestri come impatterebbe sulle religioni?

L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva ipotizzato che la scoperta di specie extraterrestri avrebbe dato vita a religioni del tutto nuove. Un sondaggio condotto nel 2021 dal Pew Research Center su circa 10 mila americani indicava che le persone molto religiose tendono a essere scettiche sulla possibilità di vita extraterrestre, in misura maggiore rispetto alle persone meno credenti. Durante una messa a Santa Marta, con l’intento di sostenere la volontà di voler ammettere tutte le persone ai sacramenti Papa Francesco affermò: «Se domani giungesse una spedizione di marziani, e alcuni di loro venissero da noi… marziani, no? verdi, con quel naso lungo e le orecchie grandi, come vengono dipinti dai bambini… e uno dicesse: “Voglio il Battesimo!”. Cosa accadrebbe?”». Poi Bergoglio ha suggerito che le persone di fede non dovrebbero mai impedire ad altri di partecipare al rito dei sacramenti.

Ma poco sappiamo su come la presenza di intelligenze extraterrestri impatterebbe sui dogmi fondamentali, quali l’incarnazione di Cristo nell’umanità (non più unica nell’universo) o la resurrezione e la vita oltre la morte.

I cristiani si doterebbero di astroteologi

Secondo un’indagine condotta nel 2011 dalla Royal Society e basata su oltre 1.300 risposte fornite da individui di varie fedi religiose, circa il 90% dei credenti riteneva la scoperta di vita extraterrestre un’eventualità non sufficiente per indebolire le loro fedi. Circa due terzi delle persone intervistate ritenevano che quell’eventualità sarebbe stata un problema per i credenti di religioni diverse dalla propria. La conclusione della Royal Society fu che l’incontro con un’intelligenza extraterrestre non lascerebbe i teologi senza lavoro, e che anzi si sarebbero verosimilmente trasformati in una sorta di astroteologi”. Nel 2008 l’astronomo e gesuita argentino José Gabriel Funes, ex direttore della Specola vaticana, l’osservatorio astronomico pontificio, dichiarò che «come esiste una molteplicità di creature sulla Terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio».

Anche Ebraismo e Islam assorbirebbero la novità

Neppure da una prospettiva ebraica, secondo il rabbino Jonathan Romain, la scoperta di altri Mondi o di altre forme di vita rappresenterebbe un grande problema teologico. Fu un argomento peraltro discusso da alcuni rabbini medievali, i quali conclusero che “non c’è nulla nel Tanàkh (la Bibbia ebraica, ndr) che negasse la possibilità di una vita extraterrestre”. L’imam della moschea della Mecca a Leeds, Qari Asim, ha indicato un versetto del Corano che alcuni interpretano come un’allusione alla possibilità di altri Mondi popolati da esseri viventi. Ha poi affermato che il Corano «parla dell’invio di un messaggero a ogni comunità», e che «se crediamo che esistano comunità su altri Pianeti, allora potrebbe aver avuto luogo anche là una sorta di rivelazione di Dio».

Le religioni dovrebbero comunque rivedere le loro basi teologiche e di convivenza col diverso

ExtraterrestriAltre persone sostengono che la scoperta di vita extraterrestre porrebbe nuove domande e questioni teologiche fondamentali riguardo alla storia dell’origine dell’umanità e al senso della vita, questioni che potrebbero a loro volta influenzare il modo in cui gli esseri umani si comportano come specie. Ad esempio problemi di interpretazione potrebbero emergere per le religioni che affermano di aver acquisito la dottrina direttamente da Dio attraverso una “rivelazione”. Quella stessa rivelazione potrebbe valere anche per una vita extraterrestre?

Un altro interrogativo teologico rilevante per il cristianesimo sarebbe chiedersi se la redenzione attraverso la morte e la risurrezione di Cristo possa essere estesa ad altre forme di vita, completamente ignare della sua storia. Gli alieni sono totalmente altro da noi e, nondimeno, come abbiamo detto sopra, possiamo riuscire a trovare una loro inclusione anche nelle nostre religioni.

Questo ci fa riflettere sulla nostra attuale convivenza tra persone di religioni diverse. Dichiararsi appartenente a un qualunque gruppo identitario potenzialmente può dividere e separare il Mondo in “noi” e “loro”. Ma quando è coinvolta la religione, quella separazione assume una dimensione ancora più marcata: noi e loro, e Dio è dalla nostra parte. Da qui le guerre di religione tra le più sanguinose e durature esistenti. Ma la religione e la spiritualità dovrebbero unire e includere, e se invece dividono significa che esse sono ridotte soltanto a un insieme di regole morali da rispettare e far rispettare.

 

Nicola Sparvieri

Foto © BBC, ansa; cordis.europa.eu

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Laureato in Fisica, si è occupato di superconduttività e spazio. Ha insegnato Fisica Generale alla Sapienza ed è membro dell'Accademia Internazionale di Astronautica. Giornalista pubblicista, è titolare di un blog. Scrive di scienza, società, ambiente e sostenibilità. Cofondatore di RISE, associazione noprofit che promuove la nascita di startup sostenibili. Ama i suoi nove figli e i numerosi nipoti il cui numero è destinato ad aumentare.

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