Olio, la nuova frontiera del turismo

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Olio

Presentato a Palazzo Giustiniani, Roma, il libro “Oleoturismo. Opportunità per imprese e territori” di Dario Stefàno e Fabiola Pulieri

In Italia l’olivo insieme con la vite, è il protagonista della geografia del paesaggio lungo la Penisola, e lo è soprattutto a tavola nella dieta mediterranea.

Ora il termine oleoturismo sta entrando con forza nell’uso comune come il parallelo enoturismo che, comunque, gode di più popolarità. Due mondi della stessa identità dei nostri luoghi che si muovono per catturare, per ammaliare, per soddisfare il palato di quanti più turisti possibili, nazionali e internazionali.

Il vino è “il motore che entra in cantina e passeggia tra le vigne, per il turismo dell’olio la strada è appena iniziata. E questo grazie in maggior luogo all’introduzione di una norma specifica nell’ordinamento italiano che ancora è però un vero work in progress” ha scritto nel libroOleoturismo. Opportunità per imprese e territorio” (Agra Editrice) il senatore salentino Dario Stefàno, già assessore alle Risorse agroalimenari della Regione Puglia, con Vendola presidente. Libro-manuale scritto con Fabiola Pulieri, conduttrice tv ed esperta di enogastronomia con particolare attenzione al mondo dell’olio tanto da diventare sommelier dell’olio. Il libro è stato presentato a Palazzo Giustiniani, Sala Zuccari.

Produzione anche europea

Il patrimonio olivicolo nel Belpaese è esteso in tutte le Regioni ed è molto importante per i produttori, per i consumatori, per i luoghi di produzione. L’importanza deriva dai numeri: l’Italia è il secondo produttore di olio europeo con il 13% della produzione (dopo la Spagna), il secondo produttore ed esportatore mondiale e primo consumatore e importatore mondiale!

Ma non basta. L’industria olearia italiana genera un fatturato di 3,3 miliardi di euro (2,2% sul totale dell’industria agroalimentare). La produzione si concentra maggiormente nelle Regioni meridionali, con la Puglia a farla da padrona con il 51% del totale, seguita da Calabria (13%) 3 Sicilia (10%). L’Italia ha il maggior numero di certificazioni olivicole in Europa, con 49 oli tra Dop Igp. La superficie coltivata a oliveto è di 1.100.000 ettari; 3.311.090 quintali di olio di oliva prodotti tra il 2018 e il 2019; 672 cultivar italiane riconosciute (il numero più alto in Europa, mentre la Spagna ne ha 200); 646.326 imprese olivicole; 5.000 frantoi attivi. Da registrare che l’annata 2022-2023 si presenta particolarmente scarsa in termini di volumi nazionali e internazionali. Questo l’universo italiano olivicolo. E questa ricchezza di oro verde, di aziende, di luoghi identitari devono necessariamente sviluppare un settore, l’oleoturismo, che sta crescendo in modo esponenziale.

“Oleoturismo. Opportunità per imprese e territori”

Si tratta del primo libromanuale sull’oleoturismo che dà legittimazione giuridica a un asset che già da qualche anno preme sul sistema produttivo e turistico italiano. È un manuale che soddisfa le esigenze del produttore (giuridiche, organizzative, turistiche) e la curiosità, la voglia di percorrere sentieri nuovi del turismo attraverso quella costellazione di paesi e campagne che contraddistinguono l’Italia.

Olio

«L’oleoturismo è l’occasione per riscoprire la cultura millenaria e la storia che si cela nei patriarchi, piante di migliaia di anni, perderci nei cunicoli sotterranei degli antichi Frantoi Ipogei in Puglia o apprezzare l’olio direttamente in una degustazione nei luoghi di produzione», spiega Fabiola Pulieri. «La legge sull’oleoturismo rappresenta una grande opportunità per i produttori, ma occorre nei territori “fare rete” per superare la difficolta delle limitate dimensioni aziendali che caratterizzano il settore».

L’olio non deve essere ingabbiato nella mera degustazione (che è già sinonimo di conoscenza), ma deve rappresentare un’esperienza da vivere nei luoghi produttivi, quasi una formazione monastica. Vado a Corato, Bitonto, Molfetta e non solo, perché sono un estimatore della cultivar “coratina”, visito il produttore, mi identifico nella cultura territoriale, vado per le strade che consentono di vedere sempre in fondo ad esse piccole aziende da visitare. Il viaggio, per dirla con Guy de Maupassant, «è una porta attraverso la quale si esce per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno». E visitare le cantine, i frantoi ipogei, degustare l’olio è come realizzare un sogno.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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