Un anno di guerra, come ha comunicato l’Ue

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Da un lato l’esigenza di esprimere fin dall’inizio piena solidarietà al popolo ucraino e al suo Governo, dall’altro, la dura condanna all’azione illegale del Cremlino. In quest’ultimo caso, da Bruxelles sono stati abbracciati toni a cui i cittadini europei non erano abituati

A stravolgere l’agenda politica delle istituzioni Ue, dopo la pandemia, è stata la guerra. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, iniziata il 24 febbraio dello scorso anno, ha avuto un impatto anche sul modo di comunicare degli attori in gioco. Unione europea compresa.

Quella adottata a Bruxelles potremmo definirla una comunicazione politica e istituzionale a due livelli.

  • Da un lato occorreva esprimere fin dall’inizio piena solidarietà al popolo ucraino e al suo Governo.
  • Dall’altro, condannare l’azione illegale del Cremlino. In quest’ultimo caso, da Bruxelles sono stati abbracciati toni a cui i cittadini europei non erano abituati.

Se la solidarietà viene espressa al popolo ucraino nella persona del presidente Zelensky con le formule «l’Ucraina prevarrà» e «siamo al fianco del popolo ucraino», la colpa della guerra viene da subito affidata al presidente russo Putin.

Parole che condannano

Infatti, nel primo giorno di invasione la presidente von der Leyen cominciava la conferenza stampa con queste parole: «Oggi, di prima mattina, le truppe russe hanno invaso l’Ucraina, Paese libero e sovrano. Ancora una volta, nel cuore dell’Europa, donne, uomini e bambini innocenti stanno morendo o temono per le loro vite. Condanniamo questo barbaro attacco e le argomentazioni ciniche che lo giustificano».

«Chi sta riportando la guerra in Europa è il presidente Putin. Nel buio di queste ore, l’Unione europea e il suo popolo sono al fianco dell’Ucraina e del suo popolo. Siamo di fronte a un atto di aggressione senza precedenti da parte della leadership russa nei confronti di un Paese sovrano e indipendente. Gli obiettivi della Russia non sono solo il Donbass e l’Ucraina, ma sono la stabilità in Europa e l’intero assetto di pace internazionale. Ne riterremo responsabile il presidente Putin».

Compatti con coloro che hanno subito l’invasione

Qualche ora più tardi, a margine del vertice coi leader G7, la von der Leyen twittava: “Insieme adotteremo massicce sanzioni per assicurarci che Putin paghi un prezzo pesante per questa aggressione”. Lo stesso concetto viene ribadito a margine della telefonata con il presidente Usa Joe Biden. Da quel momento in avanti, la narrazione è quella di combattere le Putin bombs, le bombe di Putin. Parole utilizzate in modo ricorrente sia da Ursula von der Leyen, sia dalla presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola. Negli ultimi dodici mesi si sono susseguiti dieci pacchetti di sanzioni: l’annuncio dell’adozione di ciascuno è stata accompagnata da un innegabile durezza comunicativa dell’Ue nei confronti del Cremlino.

L’invio delle armi all’Ucraina era invece stato così commentato dall’alto rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell il 9 aprile: «Torno (da Kiev, ndr) con una lista di armi di cui gli ucraini hanno bisogno. E noi la seguiremo. Ma come Unione europea non abbiamo armi. Dobbiamo bussare alla porta degli Stati membri e dire cosa serve».

Crimini di guerra

Un altro momento particolarmente critico è stato l’annuncio, il 30 novembre scorso, quando la presidente von der Leyen ha proposto l’istituzione di un Tribunale internazionale per i crimini di guerra perpetrati dalla Russia contro i civili: «We will work with the ICC and help set up a specialised court to try Russia’s crimes». Anche il modo di combattere la disinformazione russa è stato nettamente frontale: l’account “EUvsDisinfo” ha pubblicato una serie di contenuti di debunking delle Putin lies.

Solidarietà

Sul fronte della comunicazione di solidarietà, invece, diversi i momenti chiave nella comunicazione dell’Ue. Si comincia con il primo incontro a Kiev tra la neoeletta Roberta Metsola e Volodymyr Zelensky, il primo aprile: «Vi aiuteremo a ricostruire le Città, ci prenderemo cura delle vostre famiglie». Dopo qualche giorno, anche Ursula von der Leyen si è recata in Ucraina, dove ha voluto visitare Bucha, luogo simbolo della strage di centinaia di civili sepolti nelle fosse comuni. Il messaggio in quell’occasione fu: «L’umanità è andata in frantumi».

UeAltri momenti chiave rimarranno nella storia: dall’avvio del processo di adesione dell’Ucraina all’Ue, agli interventi del presidente Zelensky nella plenaria del Parlamento europeo, passando per l’omaggio di Ursula von der Leyen alla first lady ucraina Olena Zelenska in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione e infine il recente incontro a Kiev tra il Collegio dei commissari Ue e il Governo ucraino. Momenti che sono stati sempre accompagnati da messaggi densi di solidarietà e supporto ai fratelli ucraini. Una vicinanza ripetuta senza esitazioni, con insistenza. Un altro tratto della comunicazione di guerra dell’Europa unita.

 

Giacomo Baiocchi

Foto © Unione europea, EC Audiovisual Service

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Si occupa di comunicazione istituzionale e affari europei. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Parma. Ha studiato presso l’University of Bath nel Regno Unito e presso l’University of Lapland in Finlandia, grazie al programma Erasmus +. Specializzato in Governo e Politiche - Comunicazione e nuovi media, presso l’Università “LUISS” Guido Carli di Roma, con una tesi intitolata “Prospettive di governance per l’intelligenza artificiale”. Ha conseguito l’Executive Master in “Politiche e tecnologie digitali” presso la School of Government della stessa università, con un approfondimento sul Digital Services Act europeo. Dal 2018 al 2020 si è occupato di relazioni istituzionali, in consulenza, con un focus sulle politiche del digitale. Da ottobre 2020 è Digital leader della Commissione europea in Italia. Nel 2022 ha ricevuto il Premio nazionale Digital News di AIDR – Associazione Italian Digital Revolution. È inoltre Junior Fellow del Centro Studi Americani e membro della Global Shapers Community del World Economic Forum.

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